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The Way Back – Recensione

Sei fuggitivi dai gulag sovietici attraversano terre selvagge e inospitali, ognuno con la sua storia personale, alla ricerca della libertà e del perdono

Regia: Peter Weir – Cast: Dragos Bucur, Colin Farrell, Ed Harris, Alexandru Potocean, Saoirse Ronan, Gustaf Skarsgård, Mark Strong, Jim Sturgess, Sebastian Urzendowsky, Hal Yamanouchi, Zahary Baharov, Bhawani Singh, Stefan Shterev, Dejan Angelov, Meglena Karalambova, Irinei Konstantinov, An-Zung Le, Nikolay Mutafchiev, Stanislav Pishtalov, Sally Edwards, Valentin Ganev, Igor Gnezdilov, Mariy Grigorov – Genere: Drammatico, colore, 133 minuti – Produzione: USA, 2010 – Distribuzione: 01 Distribution – Data di uscita: 6 luglio 2012.

thewaybackUna notte del 1940, durante una bufera di neve, dei prigionieri scappano da un Gulag sovietico. Sono uomini liberi, ora, ma sono anche quasi certamente uomini morti; la loro fuga ha poche possibilità di riuscita, perché le terre che devono attraversare sono a dir poco spietate. Con poco cibo, nessun equipaggiamento a disposizione e senza avere idea della loro posizione, tanto meno della loro meta, questi uomini si avventurano in un viaggio che gli riserverà difficoltà e tragedie inimmaginabili.

Spinti dai soli istinti animali, sopravvivenza e paura, compassione e fiducia, vivranno delle esperienze allo stesso tempo profonde e terribili, angoscianti ed estatiche.

Il film, tratto da una storia vera raccontata nel libro “Tra noi e la libertà”, segna il ritorno alla regia di Peter Weir dopo “Master and Commander”, ma nell’opera si rivedono più i tratti dell’altra sua miglior opera “The Truman Show”, visto che scava l’intimo umano in tutte le sue sfaccettature e per di più in situazioni estreme. Durante il lungo cammino, le diverse personalità, ognuna con la sua storia alle spalle, si scontrano e si incontrano più volte, ma è la figura femminile che paradossalmente unisce tutto e tutti in questa esperienza che segna per la vita.

Grandioso Ed Harris e finalmente anche un Colin Farrell perfettamente a suo agio nella parte del guerriero mai domo. Splendidi e vari gli scenari che la natura offre, filtrati da un’ottima fotografia.

Da vedere, ma con un unico neo: si poteva avere lo stesso risultato con una durata un po’ più ridotta.

Salvatore Cusimano

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