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The Stag – Se sopravvivo mi sposo – Recensione

Una “notte da leoni” nella natura irlandese

(The Stag) Regia: John Butler – Cast: Andrew Scott, Brian Gleeson, Hugh O’Conor, Michael Legge, Peter McDonald – Genere: Commedia, colore, 94 minuti – Produzione: Irlanda, 2013 – Distribuzione: Academy2 – Data di uscita: 28 agosto 2014.

stagsesopravvivoitaFionan e Ruth, una coppia irlandese che ha deciso di sposarsi, sta preparando tutto il necessario per il gran giorno. Fionan è uno sposo un po’ atipico e manifesta troppo interesse e troppa sollecitudine per l’allestimento, Ruth, anziché apprezzarlo, ne sembra alquanto infastidita e consiglia al suo compagno di distogliersi dai preparativi delle nozze per dedicarsi al suo addio al celibato. Vista la reticenza di Fionan, che non aveva neanche pensato di celebrare questo rito, Ruth si rivolge a Davin, uno dei loro più cari amici, chiedendo di pensare lui ad organizzarlo per il suo sposo. Davin accetta e organizza una gita in montagna con i più intimi amici; Ruth ritiene che sia opportuno che anche il suo vulcanico fratello, detto ‘The machine’, partecipi alla gita e fa in modo che ciò avvenga, anche se gli altri partecipanti sembrano non gradire una presenza così molesta.

Sulla base di un malcontento un po’ celato inizia dunque la gita e si entra nel cuore della commedia della quale il personaggio ‘The machine’ è la colonna portante. Con la sua stravaganza, la sua molestia e la sua follia sconvolge di continuo gli equilibri del gruppo portandoli a fare, a dire e a pensare cose sempre marcate di una certa comicità che altrimenti non sarebbe nelle loro corde. Al tempo stesso ‘The machine’, attraverso la sua condotta da pazzoide sembra avere qualcosa da insegnare agli altri componenti del gruppo che, alla fine, forse, se ne renderanno conto.

Andando a vedere questo film consapevoli della trama ci si aspetterebbe una specie di “Una notte da leoni”, in cui le giungle cittadine di Las Vegas o Bangkok sono sostituite da una mite natura irlandese nella quale i protagonisti scelgono di trascorrere la loro folle nottata. E il film da un certo punto di vista è esattamente questo, ma c’è dell’altro: il fatto che la natura nella quale i personaggi passano la nottata sia del tutto inerme, a differenza delle città caotiche delle ‘notti da leoni’, costringe il regista ad affidare tutta la vis comica ai soli protagonisti; il risultato è una pellicola che segue delle linee comiche molto più sottili e molto meno scontate dell’altro titolo sopracitato.

Claudio Di Paola

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