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The Rocky Horror Picture Show

Recensione

The Rocky Horror Picture Show: il film cult che ha fatto storcere il naso all’America puritana e stregato migliaia di spettatori in tutto il mondo

The Rocky Horror Picture Show 2
Non sono poi così lontani gli anni in cui un film riusciva a scandalizzare l’opinione pubblica: era il 1975 quando la pellicola indipendente e apparentemente modesta, “The Rocky Horror Picture Show”, riusciva nell’intento, ‘conquistando’ la disapprovazione e il disgusto della società perbenista nordamericana dell’epoca.

Tutto parte dalla folle idea di un attore fallito, Jim Sharman che, rimasto folgorato dalla pièce teatrale di Richard O’Brien, decide di trasformarla in un film per il grande schermo. Con un budget decisamente limitato per un musical – circa un milione di dollari – si dà inizio alle riprese: Sharman, supervisionato da O’Brien – che nel film interpreta il servo/maggiordomo Riff Raff – , dirige un cast di grandi attori, allora ancora poco conosciuti e alle prime armi, tra cui spiccano un Tim Curry bellissimo e a stento riconoscibile nella versione di scienziato transgender e alieno, il Dr.Frank -N- Furter, una giovanissima Susan Sarandon, nei panni della tipica fidanzatina d’America, casta e innocente – ma solo in apparenza -, e un Barry Bostwick che incarna il prototipo del Good Boy, perso nella sua totale ingenuità. Il tutto coronato da un vecchio teatro di posa che funge da scenario per leriprese.

The Rocky Horror Picture Show: il mito di Frankenstein in una storia semplice, ironica e surreale

Prende così forma la storia semplice ed essenziale, caratterizzata dal chiaro rimando al mito gotico di Frankenstein, qui reinterpretato in tono del tutto ironico e surreale, con il puro scopo di ‘punzecchiare’ il pubblico conservatore e le sue credenze, incarnate alla perfezione dalla coppia di fidanzatini prossimi alle nozze, formata dalla Sarandon e da Bostwick.

Durante una notte buia e tempestosa la coppietta innocente si ritrova bloccata in una strada senza uscita con la ruota della macchina a terra. Un castello in lontananza sembra essere l’unico faro di speranza, una luce di salvezza che, al contrario, si rivela presto la via verso la perdizione più totale. Ad attenderli c’è, infatti, il Dr. Frank –N- Furter, il diavolo tentatore in persona, che fa dei poveretti delle vere e proprie cavie da laboratorio: li lascia in déshabillé davanti ai suoi particolari ospiti giunti fin lì in occasione dell’Annuale Convegno Transilvano, li fa assistere allo strambo esperimento grazie al quale genera il muscoloso e biondo Rocky, destinato a diventare il suo giocattolo del sesso, e infine li travia, iniziandoli al piacere della carne in tutte le sue forme.

Ecco allora che la casta Janet (Susan Sarandon) abbandona il suo iniziale perbenismo per diventare spregiudicatamente passionale e bramosa di piacere; e lo stesso accade al sempliciotto Brad (Barry Bostwick), ormai incapace di resistere alle tentazioni della carne.

The Rocky Horror Picture Show: citazioni e ironia per una riflessione sui pregiudizi e i preconcetti

Ricco di citazioni e riferimenti al mondo del cinema, della radio e dell’arte – pensiamo, ad esempio, al salvagente di “Titanic”, all’antenna della RKO (Radio Keith Orpheum) che Rocky tenta di scalare ricordando la salita sull’Empire State Building di King Kong, e, ancora, alla Creazione di Adamo di Michelangelo, e alla Gioconda di Leonardo da Vinci –, il film cela, dietro l’ironia, l’estrosità e l’assurdità dell’intera storia, una riflessione più profonda che verte sull’ambiguità sessuale, sulla scoperta di se stessi dal punto di vista sociale e sessuale, e sulla concezione di giusto e sbagliato che la società tende a inculcare e della quale spesso si è prigionieri.

In questo senso la pellicola è un vero e proprio grido di liberazione dai preconcetti e pregiudizi, che ben si riassume nelle numerose ‘perle di saggezza’ che il Dr. Frank –N- Furter dispensa qua e là, intonando canzoni a tutto spiano: come dimenticare, ad esempio, la frase “Don’t dream it, Be it, Don’t dream it, Do it”, o ancora “Don’t judge a book by its cover”, come a dire di non fermarsi davanti alle apparenze.

Una colonna sonora vincente per una trama semplice

La colonna sonora è sicuramente la chiave del successo del film, tanto coinvolgente e accattivante da sopperire alla semplicità della trama caratterizzata da un’unità di tempo e luogo fin troppo rigida, quasi ‘paralizzata’. D’altronde il film dichiara sin dal principio, con la canzone d’apertura, di voler ricalcare in pieno gli horror e i film fantascientifici di serie B, fatti di storie semplici, così come le gag e gli effetti utilizzati.

Se in passato “The Rocky Picture Show” non ha goduto di immediato successo, nel corso degli anni è stata grandemente rivalutata e considerata addirittura uno dei film cult del cinema mondiale, arrivando a generare vere e proprie schiere di fan pronti a esibirsi, con costumi e trucco, nel ruolo dei propri personaggi preferiti durante le numerose proiezioni del film in sala. A dimostrazione del suo successo, nel 2005 il film è stato scelto dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti come opera cinematografica da conservare per i posteri nel National Film Registry.

Francesca L. Sanna

Trama

  • Regia: Jim Sharman
  • Cast: Susan Sarandon, Tim Curry, Barry Bostwick, Richard O’Brien, Meat Loaf, Little Nell, Pat Quinn, Nell Campbell, Jonathan Adams, Peter Hinwood, Hilary Labow
  • Genere: Musical, colore
  • Durata: 95 minuti
  • Produzione: Gran Bretagna, 1976
  • Distribuzione: Nexus
  • Data di uscita: 30 ottobre 2012

The Rocky Horror Picture ShowJanet e Brad sono due fidanzati molto riservati che troveranno rifugio da un temporale in un castello, il cui padrone di casa è un uomo molto particolare: il dottor Frank N-Further, abbigliato solo con tacchi a spillo, calze a rete, babydoll e guanti di pizzo.

Nel castello è, infatti, in corso la convention dei trans travestiti della Transilvania e il dottor Frank interpreterà la creatura Rocky. La situazione coinvolgerà anche i due timidi fidanzatini sconvolti dai personaggi particolari e l’evento costituirà per i due la loro iniziazione sessuale.

Il film riprende il grande musical di successo uscito negli Usa nel 1973 con la regia di Richard O’Brien.

Trailer

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