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The Host – Recensione

Dopo “In Time” Andrew Niccol torna al cinema con l’adattamento del nuovo romanzo di Stephenie Meyer “The Host”, che farà sicuramente felici gli ‘orfani’ di “Twilight”

Regia: Andrew Niccol – Cast: Saoirse Ronan, Jake Abel, Max Irons, William Hurt, Diane Kruger, Frances Fisher, Boyd Holbrook, Chandler Canterbury, Scott Lawrence, Raeden Greer, Marcus Lyle Brown, Shawn Carter Peterson, Mustafa Harris, Stephen Rider, David House, Phil Austin – Genere: Fantascienza, colore, 125 minuti – Produzione: USA, 2013 – Distribuzione: Eagle Pictures – Data di uscita: 28 marzo 2013.

the-host-posterNel 2008 era appena uscito il quarto libro della saga di “Twilight”, “Breaking Dawn”, e, mentre era ancora impegnata nel tour promozionale del libro, la laboriosa Stephenie Meyer stava già scrivendo il primo capitolo di una nuova trilogia, “The Host”.

Memori del successo ottenuto a livello globale dai cinque film interpretati da Kristen Stewart e Robert Pattinson, i produttori della Chockstone Pictures, hanno pensato bene di investire sul ‘re Mida’ in gonnella della letteratura moderna, e di trasformare anche “The Host” in un bel film.

La pellicola, come il romanzo, è ambientata in un futuro in cui una razza aliena è riuscita a conquistare la galassia, impossessandosi dei corpi degli esseri umani tramite delle entità chiamate “anime”. Tra i pochi che riescono a resistere alla cattura c’è Melanie, ragazza volitiva e di bell’aspetto, pronta a tutto pur di proteggere coloro che ama.

A livello narrativo, la sceneggiatura scritta a quattro mani dal regista Andrew Niccol e dalla stessa Meyer presenta alcune affinità con “Twilight”. Il punto focale della narrazione più che la lotta contro gli alieni, che peraltro nel film vengono dipinti come un popolo che è riuscito a portare la pace, l’onesta, e il risanamento ambientale in tutti pianeti conquistati (il che spinge lo spettatore a chiedersi se questi marziani siano poi così male), è proprio un triangolo amoroso, ormai marchio di fabbrica della Meyer, che coinvolge la bella Melanie. Anche lei, come Bella Swann, è contesa tra due bei fustacchioni: Ian e Jake.

È proprio l’amore il motore di ogni azione dei personaggi a cominciare da quello che prova Melanie per Jake e per il fratellino Jamie, che la spinge, dopo essere stata catturata, ad affrontare i pericoli di una rocambolesca fuga per poter ritrovare i suoi cari. Il motto “Amor vincit omnia” sembra proprio calzare a pennello alla pellicola.

Oltre all’amore, quello vero, il film introduce anche tematiche importanti come l’accettazione del diverso, la denuncia del razzismo, la protezione dell’ambiente che vengono rese a prova di adolescente essendo incastonate in un contesto fantasy.

Forse l’unica pecca di Niccol, in veste di sceneggiatore, è stata quella di non voler approfondire a sufficienza la caratterizzazione psicologica dei ‘cattivi’, uno su tutti la “Cacciatrice” aliena Diane Kruger.

Sebbene “The Host” sia sorretto da un impianto narrativo non di particolare originalità, la mano esperta di Niccol riesce comunque a renderlo un prodotto interessante. Avvezzo a girare pellicole d’azione,il suo marchio di fabbrica si riconosce soprattutto nelle scene d’ inseguimento, in cui grazie all’alternanza campi lunghi e primi piani, lo spettatore rimane incollato allo schermo. Buona anche la fotografia firmata da Roberto Schaefer.

Oltre agli elementi visivi, contribuiscono a rendere in definitiva piacevoli i 125 minuti di proiezione le interpretazioni delle due protagoniste femminili Saoirse Ronan e Diane Kruger. Avevamo amato la Ronan nei panni di Susie Salmon in “Amabili Resti” di Peter Jackson, e il suo talento viene confermato in questa sede, anche se speriamo che questo non la porti a rimanere intrappolata nel genere delle pellicole adolescenziali.

La Kruger poi nelle vesti della perfida “Seeker” conquista e intimorisce lo spettatore, ricordando a tratti l’Hans Landa di “Bastardi senza Gloria”, magistralmente interpretato dal due volte premio Oscar Christoph Waltz.

Se vi aspettate quindi il film di fantascienza migliore degli ultimi 30 anni, le vostre aspettative saranno deluse, tuttavia siamo certi che “The Host” soddisferà ampiamente le aspettative di quella fetta di pubblico che ha amato “Twilight” e i suoi personaggi.

Mirta Barisi

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