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The Green Hornet – Recensione

Protagonista un disastroso supereroe, “The Green Hornet” prende di mira con ironia l’universo degli eroi dei fumetti

Regia: Michel Gondry – Cast: Seth Rogen, Jay Chou, Christoph Waltz, Cameron Diaz, Edward James Olmos, Tom Wilkinson, Edward Furlong, Chad Coleman, Analeigh Tipton, Eddie Rouse, Robert Clotworthy, David Harbour, Joe O’Connor, Sarah Skeeters – Genere: Azione, colore, 120 minuti – Produzione: USA, 2010 – Distribuzione: Sony Pictures – Data di uscita: 28 gennaio 2011.

thegreenhornetSei un figlio di papà ricco e viziato che non è in grado neanche di farsi un cappuccino decente da solo? Benissimo, sei perfetto per essere il nuovo e incompreso supereroe che tutti odieranno, non comprendendo la tua lotta contro il crimine. Ed è così che nasce “The Green Hornet”, il calabrone, o ape gigante, verde, capace di eliminare con la sua temibile pistola a puzzette soporifere i criminali che attanagliano la città degli angeli.

E in questo modo il film stronca e distrugge il mitismo del supereroe, prendendo di mira e pungendo con un verde sarcasmo, superheroes come Batman. Britt Reid (Seth Rogen) come Bruce Wayne rimane orfano e a capo di un impero lasciatogli in eredità dai genitori. Ma c’è una differenza: mentre il futuro Batman è un genio e si costruisce da solo la tuta da pipistrello, crea il suo logo e la batmobile, Britt Reid non riesce neanche a creare un costume decente (e qui frecciatina a Peter Parker che disegna e cuce da solo la sua tuta da Uomo Ragno) senza l’aiuto del suo fidato collaboratore, domestico e non, Kato (Jay Chou), non solo abile ingegnere meccanico esperto di arti marziali, ma anche prepara-cappuccini per vocazione.

È proprio Kato che crea la The Black Beauty,una potente macchina quasi indistruttibile, che assomiglia tanto, non per il modello, ma per il colore e gli accessori super hitech, alla cara macchina dell’uomo pipistrello. L’impero che il padre defunto lascia a Britt è quello del quotidiano The Sentinel e potremmo dire che, casualmente, ricorda la professione di Clark Kent, che quando non scorazza per i cieli con la tutina azzurra e rossa di Superman ha gli occhiali e sgobba sulla scrivania di una redazione giornalistica.

Il cattivo poi è un vero spasso, soprattutto se a prestarsi al gioco abbiamo un premio Oscar 2010 come miglior attore non protagonista, Christoph Waltz, che con la sua aria ambigua e innocentemente pericolosa interpreta un gangster con crisi di mezza età ed in aria di restyling; Benjiamin Chudnofsky per l’occasione Bloodnofsky, che ha l’intenzione di schiacciare l’avanzata potente che il calabrone e il suo fidato autista stanno portando avanti per le strade di Los Angeles. Ma la vera mente criminale è la segretaria-super competente giornalista Lenore Case (Cameron Diaz), che riporta alla mente l’assistente perfettina di Iron Man, interpretata nei due adattamenti cinematografici da Gwyneth Paltrow.

“The Green Hornet” è dunque un connubio insolito e accattivante di esaltazione dei fumetti e dei suoi eroi, condita dal 3D e da visual effects ricercati, e una presa in giro colossale di tutto ciò che tali supereroi rappresentano, grazie a battute che sconfinano nella presa in giro di certi stereotipi classici del mondo dei fumetti. Divertente anche il cameo del fidato amico di Seth Rogen, James Franco, che interpreta un giovane gangster con grande autoironia e regala una pubblicità più o meno occulta a Gucci, la casa di moda italiana che lo ha scelto come testimonial (e come dargli torto?).

“The Green Hornet” è dunque un film divertente, con una trama a tinte thriller, da non prendere troppo sul serio, ideale per un’adrenalinica serata a suon di risate.

Eva Carducci

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