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The Boxer – Recensione

Uno splendido cast per un film contro l’intolleranza religiosa

Regia: Jim Sheridan – Cast: Brian Cox, Daniel Day-Lewis, Ken Scott, Emily Watson – Genere: Drammatico, colore, 114 minuti – Produzione: Irlanda, Gran Bretagna, USA, 1997.

boxerCon “The Boxer” Jim Sheridan nel 1997, dopo il successo internazionale di film come “Il mio piede sinistro” (1989) e “Nel nome del padre” (1993), torna dietro la macchina da presa per portare in scena un’altra storia drammatica, riproponendo la secolare guerra di religione irlandese.

Danny, un irlandese ex promessa del ring, ma soprattutto ex membro dell’IRA, esce dal carcere dopo quattordici anni e ritorna nel suo cattolico quartiere d’origine. Qui rincontra la sua ex ragazza Maggie che nel frattempo ha sposato un suo amico ed è madre di un ragazzino. Attraverso queste due figure solitarie e vittime della società, Sheridan ci porta dentro una realtà che difficilmente trova spazio nei quotidiani fuori dai confini di Belfast.

Maggie e Danny sono due personaggi che vivono incatenati, prigionieri delle loro stesse speranze, come delle leggi piene di intolleranza delle due comunità rivali e soprattutto le leggi del dovere della morale comune. Del resto il loro amore non può essere reso pubblico, è disapprovato e non trova ragion d’esistere nella realtà quotidiana in cui si muovono.

Fortunatamente a salvare la pellicola che si concentra troppo sull’aspetto privato, quando invece avrebbe potuto indugiare di più e meglio sull’aspetto politico, ci pensano i due attori protagonisti: il sempre straordinario Daniel Day-Lewis e la quasi emergente (all’epoca) Emily Watson. A caratterizzare la pellicola, la scelta di Sheridan di non prendere posizione né con i cattolici (la storia si svolge interamente all’interno di questa fazione) né con i protestanti, condannando, come è giusto, la barbarie emotiva ed intellettuale che sfocia sempre nell’intolleranza.

Fabiana Girelli

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