Eco Del Cinema

The Box – Recensione

Un film misogino pieno di luoghi comuni

Regia: Richard Kelly – Cast: Cameron Diaz, James Marsden, Frank Langella, James Rebhorn, Holmes Osborne. Sam Oz Stone, Scott Winters, Sam Blumenfeld, Mark S. Cartier, Kevin Robertson, Gillian Jacobs, Michael Zegen, Celia Weston – Genere: Thriller, colore, 115 minuti – Produzione: USA 2009 – Distribuzione: Lucky Red – Data di uscita: 21 luglio 2010.

the-boxLa donna agisce, sbaglia e l’uomo la salva. Sintetizziamo così l’ultimo film di Richard Kelly “The Box” con Cameron Diaz, James Marsden e Frank Langella. La storia prende spunto da un racconto di Richard Matheson “Button, Button” e ricorda molto da vicino i meravigliosi episodi della serie televisiva ormai cult “Ai confini della realtà”.

C’è tanto, forse troppo in questa pellicola, un calderone di rimandi a miti, leggende, religioni che sicuramente piacerà agli amanti del genere paranormale.

Siamo in Virginia e l’anno è il 1976. Arlington Steward arriva nella vita di Norma e Arthur, sconvolgendo la quiete di questa tranquilla coppia borghese. Il misterioso uomo sfregiato propone loro uno strano aggeggio: premendo il pulsante di una scatola qualcuno a loro sconosciuto in una parte del mondo morirà, ma come ricompensa loro avranno un milione di dollari esentasse. Una bella decisione da prendere in sole 24 ore. Norma e Arthur… ovvero la quintessenza dell’avidità dell’essere umano che davanti al misfatto cerca di trovare una “soluzione” per redimersi. Già perché ad uscire sconfitti da “The Box” sono gli essere umani, rappresentati come marionette in mano di una fantascientifica specie ultraterrena che sta al di là del mondo, che ci guarda e ci mette alla prova e che governa… i fulmini. Forse Kelly avrebbe fatto bene a rimanere più con i piedi per terra, e lasciar perdere il soprannaturale e il trascendentale.

Anche la scelta di circondare i protagonisti di presenze sinistre e inquietanti sa di visto e rivisto al cinema: si doveva e si poteva rischiare molto di più, anche perché la carne al fuoco era abbondante. Peccato che alla fine lo spettatore deve mangiarla cruda!

Purtroppo non si può non notare, come già sottolineato, la misoginia intrinseca dell’opera: la donna è quella che sbaglia e l’uomo e la sua prole vanno all’inferno per colpa sua. Si spera che l’umanità non sia ancora a questi (bassi) livelli di ideologia. A salvarsi in questa non proprio ottima prova registica, sono la colonna sonora, che fa sussultare in qualche punto e gli attori. Da sottolineare soprattutto la splendida interpretazione di Frank Langella, sempre all’altezza della situazione; splendida come sempre Cameron Diaz. Certo è che con questo siamo parecchi gradini al di sotto rispetto al riuscitissimo ed acclamato “Donnie Darko”.

Il regalo (cinematografico) che ci fa Richard Kelly non è certamente tra i migliori che si possano ricevere. Semplicistico!

Davide Monastra

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