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The Blues Brothers – Recensione

La pellicola di John Landis è più di un film di culto, è una vera e propria leggenda cinematografica che ha appassionato e continua ad appassionare un pubblico eterogeneo di fan

Regia: John Landis – Cast: Dan Aykroyd, John Belushi, Kathleen Freeman, James Brown, Henry Gibson, Aretha Franklin, Cab Calloway, Carrie Fisher, Charles Napier, John Candy, John Lee Hooker, Ray Charles – Genere: musicale, commedia, colore, 133 minuti – Produzione: USA, 1980 – Distribuzione: Nexo.

the-blues-brothersE’ il capolavoro di John Landis, che grazie alla strepitosa coppia formata da Dan Aykroyd (con cui Landis ha scritto la sceneggiatura a quattro mani) e da John Belushi, che hanno regalato una performance indimenticabile, ha conquistato le platee di tutto il mondo.

L’incipit narrativo vuole i due fratelli dell’Illinois preoccupati per l’imminente chiusura della loro vecchia scuola-orfanotrofio dove erano cresciuti, e per questo fermamente decisi a riunire la vecchia banda, con la quale suonavano nei tempi andati, per organizzare un concerto col quale racimolare i fondi necessari per evitare la chiusura dell’istituto.

L’impresa non è delle più semplici, i loro vecchi amici si guadagnano da vivere con le più diverse occupazioni, e non sarà facile convincerli a lasciare tutto e seguirli, ma al potere persuasivo di Jake è difficile resistere.

Ogni scena, ogni intermezzo musicale, sono divenuti icone, in molti recitano a memoria le battute del film, l’abbigliamento dei fratelli Blues, completo nero e camicia bianca, corredato da occhiali da sole neri Ray Ban neri (che Jake tiene sempre indosso, scostandoli solo per un breve istante) e da un Borsalino, anche questo rigorosamente nero, ha ispirato milioni di persone e di artisti, che in ogni dove si sono riproposti come emuli di Jake ed Elwood.

La pellicola del geniale Landis scorre in un crescendo di musica e divertimento, con un ritmo incalzante, scandito da effervescenti corse in macchina, canzoni e dalle performance di un corpo di ballo eccellente.

Ovviamente alla riuscita del film hanno contribuito l’eccezionale cast che ha affiancato Belushi e Aykroyd: da James Brown nel ruolo del reverendo Cleophus, ad Aretha Franklin, proprietaria di una tavola calda, a Ray Charles, proprietario di un negozio di strumenti, senza dimenticare la deliziosa Twiggy, Matt Murphy, Lou Marini, Carrie Fisher (che è stata legata sentimentalmente a Belushi), John Lee Hooker, SteveCropper, Tom Malone e persino un, seppur giovane, noto Steven Spielberg (aveva già realizzato “Lo squalo”) nel ruolo dell’impiegato delle imposte cui i fratelli, dopo una rocambolesca fuga in automobile per le vie di Chicago, consegnano quanto dovuto dall’orfanotrofio, impedendone così la chiusura.

La colonna sonora del film, un mix sempre attuale di blues e soul, è da molti ritenuta la migliore della storia del cinema.

Questo è il cinema che ci piace, quello che intrattiene con intelligenza, dosando con sapienza umorismo, musica, e perché no, anche un po’ di sentimento.

Maria Grazia Bosu

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