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Take Shelter – Recensione

“Take Shelter”: film apocalittico, ben girato e interpretato con un ottimo colpo di scena finale

Regia: Jeff Nichols – Cast: Michael Shannon, Jessica Chastain, Katy Mixon, Shea Whigham, Kathy Baker – Genere: Drammatico, colore, 120 minuti – Produzione: USA, 2011 – Distribuzione: Movies Inspired – Data di uscita: 29 giugno 2012.

takeshelterSi esce confusi e un po’ tramortiti dalla visione del film di Jeff Nichols “Take Shelter”, cosa voluta probabilmente dallo stesso regista. Premiato all’ultimo Festival di Cannes con il Grand Prix Critics Week & Fipresci Prize Winner, “Take Shelter” è senz’altro una opera interessante anche se non completamente originale.

La storia rientra nel filone dei film apocalittici, molto in voga ultimamente, anche perché si sta sempre più avvicinando l’ipotetica fine del mondo secondo i Maya. Un padre di famiglia dell’Ohio inizia ad avere terribili incubi con uragani e trombe d’aria. All’inizio cerca di non pensarci ma giorno dopo giorno la sua vita diventa un inferno. E con lui, anche quella della dolce moglie Sam e della piccola Hannah affetta da sordità. Assistiamo sequenza dopo sequenza alla caduta nella follia di Curtis. Le sue giornate diventano popolate da incubi a occhi aperti. E anche i suoi rapporti con la comunità s’incrinano. Convinto che il mondo stia per finire, il nostro eroe decide di costruire un rifugio per la famiglia dietro casa.E mentre tutto comincia a scricchiolare, le cose per lo spettatore diventano sempre più confuse. Si inizia a guardare con la mente disturbata di Curtis e non si capisce dove inizi la realtà e dove il sogno.

Siamo nel registro di David Lynch con una visione alterata dello spazio logo/temporale, ma qui non succede quasi nulla per due ore a parte il colpo di coda finale. Ed è proprio questa la forza e al tempo stesso la debolezza del secondo film di Nichols.

La fotografia e le inquadrature della natura ricordano molto quelle di Terrence Malick e del suo ultimo capolavoro “The Tree of Life”. Del resto, l’ambientazione è la stessa e anche l’interprete femminile Jessica Chastain, ancora una volta nei panni della madre di campagna amorevole e dolente. Michael Shannon nei panni di Curtis è veramente magnifico. Il suo volto cambia con il procedere nella sua follia, quasi al pari di Jack Nicholson in “Shining”, come enfatizzato dai molti primissimi piani su di lui. È notevole anche la piccola Hannah che non potendo parlare, gioca tutto sull’espressività del viso.

In complesso gira tutto bene dalla fotografia agli interpreti, per non parlare del finale veramente ottimo. Non si può dire altrettanto dei dialoghi, che però probabilmente andrebbero visti in originali e non dopo il doppiaggio. Tuttavia, il film è molto lento e a tratti piatto. In buona sostanza si può dire che gli spunti per una pellicola interessante ci sono tutti ma non assemblati nel modo giusto. Si tratta comunque di un’opera complessa da vedere con molta attenzione.

Ivana Faranda

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