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Synecdoche, New York

Recensione

Synecdoche, New York – Recensione: morte, malattia, disperazione, solitudine, problemi relazionali, metafisica e mal d’amore… un film che parla della vita

Synecdoche New York 2

“Synecdoche, New York”, pellicola nata come un horror ma destinata a diventare tutt’altro, ha comunque l’intento di esplorare una serie di incubi che appaiono fin troppo realistici e umani.

Il suo protagonista, Caden Cotard, interpretato da Philip Seymour Hoffman, è un quarantenne regista teatrale che vede la vita crollargli addosso: sua moglie Adele (Catherine Keener) decide di lasciarlo per seguire la sua carriera artistica a Berlino con Olive, la loro figlia di quattro anni ed è inoltre afflitto da una serie di malattie sempre più debilitanti.

Da qui in poi il tempo diventa del tutto arbitrario sia per il protagonista che per lo spettatore, che si trova catapultato in salti temporali di decenni per poi tornare, qualche secondo dopo, all’apparente presente storico, in realtà mai fissato.

Il nostro eroe ha l’impressione che il tempo gli stia sfuggendo di mano e non vuole morire senza avere prima portato a termine qualcosa di importante nella vita. Quindi quando riceve un riconoscimento in denaro, decide di impiegarlo per mettere in scena un’enorme opera teatrale a New York.

Synecdoche, New York: il limite sottile tra realtà e finzione

Lo scopo della rappresentazione teatrale è quello di portare in scena la “brutale realtà” ma, pian piano, l’opera inizia a diventare una riproduzione della vita del protagonista, ossessionato in maniera quasi pirandelliana: vorrebbe poter controllare e dirigere la propria vita, così come fa con i personaggi e con gli attori chiamati a rappresentarla.

In questo modo si assiste a continue ‘sineddochi’ tra attori che interpretano persone reali, persone reali che interpretano attori, attori che interpretano attori che interpretano persone reali. Ed è qui che il piano del reale scivola definitamente per essere sostituito dalla soggettività emotiva del protagonista.

Al tempo stesso Caden inizia a sabotare la sua stessa vita al punto da non riuscire a costruire relazioni sane con due donne profondamente interessate a lui: non riesce mai a stabilire un legame sincero con nessuna delle due perché la sua mente si fissa sempre su quella precedente. È una continua nostalgia della vita e delle sue possibilità mancate.

Synecdoche, New York: molteplici significati per un film da rivedere sempre

L’interpretazione di Philip Seymour Hoffman è magistrale: se non fosse di cattivo gusto si potrebbe affermare che è l’interpretazione della sua vita. Riesce a calarsi perfettamente nei panni di Caden, dando all’opera quell’impressione di verosimiglianza che a volte le manca. Inoltre le performance – perché con questo film si potrebbe quasi parlare di un’ arte astratta che non può scindersi dal suo supporto prettamente materiale e corporeo – delle attrici femminili non fanno altro che ruotare intorno al personaggio di Hoffman per esaltarlo ancora di più.

“Synecdoche, New York” è un film difficile, pieno di innumerevoli riferimenti impossibili da cogliere ‘in toto’ ad una prima visione. E’ una di quelle pellicole che andrebbero guardate ancora, ancora e ancora… per trarne sempre un significato nuovo, invisibile fino a quel momento.

Micol Koch

Trama

  • Regia: Charlie Kaufman
  • Cast: Philip Seymour Hoffman, Samantha Morton, Michelle Williams, Catherine Keener, Emily Watson, Dianne Wiest, Jennifer Jason Leigh, Hope Davis, Tom Noonan, Sadie Goldstein, Robin Weigert, Daniel London, Robert Seay, Stephen Adly Guirgis, Frank Girardeau, Paul Sparks, Jerry Adler, Lynn Cohen, Daisy Tahan
  • Genere: Commedia, colore
  • Durata: 124 minuti
  • Produzione: USA, 2008
  • Distribuzione: Bim Distribuzione
  • Data di uscita: 19 giugno 2014

Synecdoche, New YorkCaden Cotard è un regista teatrale prossimo alla messa in scena del suo nuovo spettacolo ma si sente frustrato e demotivato: la moglie lo ha lasciato per andare a Berlino e proseguire la sua carriera di pittrice, portando con sé la figlioletta Olive; la sua analista Madeleine sembrerebbe non essere interessata alle sue confidenze, e la la sua recente relazione con Hazel ha avuto una durata brevissima e un esito infelice.

L’improvvisa ossessione di una malattia incurabile che lo avrebbe afflitto lo induce ad aggregare un gruppo di attori che dovranno metter in scena la sua vita in uno spazio molto grande che deputato a riprodurre i luoghi della sua esistenza…

Trailer

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