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Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street – Recensione

“Sweeney Todd”, un “antimusical” per Tim Burton

(Sweeney Todd: The Demon Barber of Fleet Street) Regia: Tim Burton – Cast: Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Alan Rickman, Sacha Baron Cohen, Laura Michelle Kelly, Timothy Spall, Anthony Stewart Head – Genere: Musical, colore, 116 minuti – Produzione: USA, 2007 – Distribuzione: Warner Bros Italia – Data di uscita: 22 febbraio 2008.

sweeneytoddTim Burton rischia grosso e affronta quelle che si potrebbe definire la sfida più ambiziosa della sua carriera. Il suo ultimo film, “Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street”, è allo stesso tempo un musical, un horror e un adattamento cinematografico di una pièce teatrale. Facile preda della critica, di difficile appeal sul vasto pubblico, il nuovo lavoro del regista più visionario dell’ultimo ventennio ha un sapore operistico che lo rende unico nel suo genere. Sweeney Todd (Johnny Depp), al secolo Benjamin Barker, è un barbiere che dopo 15 anni di condanna (ingiusta) ai lavori forzati torna nella natia Londra per vendicarsi del giudice Turpin, che anni prima lo aveva fatto rinchiudere per portargli via moglie e figlia.

Todd ritrova quella che un tempo era stata la sua casa e la sua bottega, e quella che era stata la padrona dell’alloggio, la diabolica Mrs. Lovett (Helena Bonham-Carter), la quale per amore si rende sua complice.

L’approccio stilistico porta senz’altro la firma del miglior Tim Burton, che per la trasposizione cinematografica di “Sweeney Todd” ha scelto un uso del colore assai scarno, preferendo rappresentare Londra, ed i suoi abitanti, nei toni del bianco e del nero, con una sfumatura di “livido” che rende il tutto, se possibile, ancora più grottesco. Si tratta, in effetti, di una traduzione per immagini del modo distorto in cui Sweeney Todd vede il mondo, o meglio Londra, un “pozzo nero in cui abita la feccia dell’umanità”: questo è, più o meno, il modo in cui il protagonista definisce la metropoli. Gli unici momenti in cui il colore si fa definito e brillante, sono quelli in cui è Mrs. Lovett a dare la sua visione del futuro che vorrebbe vivere insieme al suo inquilino, del quale è segretamente innamorata e per il quale farebbe di tutto. Peccato che lui non la veda, che non si accorga mai di lei ma che, in un certo senso, subisca le sue attenzioni.

Il cuore di Sweeney Todd è accecato dalla vendetta e dal desiderio di far male a chi ne aveva fatto a lui, e l’unico momento in cui si accorge di Nellie Lovett è quando lei gli propone un diabolico piano. Solamente Tim Burton poteva riuscire a rendere appetibile al pubblico una storia tanto grottesca e piena di sangue, che sembra essere il motore che da vita ad ogni situazione, tragica o tragicomica che sia, raccontata nel film.

Solo Burton poteva scegliere di cimentarsi con un “antimusical”, le cui canzoni sono tutt’altro che orecchiabili e quindi dall’imprevedibile gradimento nei confronti del pubblico. Ed ancora, solo Tim Burton poteva scegliere per questo film attori che, per la maggior parte, non avevano mai cantato prima. Johnny Depp, al quale Burton non avrebbe mai rinunciato e che, forte della sua capacità a mettersi in gioco, si è voluto cimentare in un ruolo così complesso.

Tanto di cappello a Mr. Burton, il cui protagonista ha addirittura rimediato una candidatura all’Oscar per questa interpretazione, e che sicuramente riuscirà a far presa, come sempre, sul suo affezionatissimo pubblico.

d.c.

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