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Sotto una buona stella – Recensione

Risate, amare riflessioni e voglia d’affetto: il duo Verdone-Cortellesi non delude

Regia: Carlo Verdone – Cast: Paola Cortellesi, Tea Falco, Lorenzo Richelmy, Eleonora Sergio – Genere: Commedia, colore – Produzione: Italia, 2014 – Data di uscita: 13 febbraio 2014.

sottounabuonastellaCosa succederebbe se un uomo d’affari, divorziato, con una bella casa, una vita agiata, una ragazza mozzafiato, si trovasse improvvisamente costretto a fare il Mammo casalingo con due figli ventenni ed una nipotina a carico?

È questo il quesito che affronta Carlo Verdone con la sua ultima pellicola in cui interpreta Federico Picchioni, un uomo alla prese con scontri generazionali, sensi di colpa da assenza paterna e disoccupazione. Ad aiutarlo in questo caos che si dipana senza controllo nella sua casa, trasformatasi da tempio borghese del design a porto di mare, la sua nuova vicina Luisa, interpretata dalla sempre affidabile Paola Cortellesi. Il duo di attori, spontaneamente dotato di comicità e naturalezza, tiene in piedi una commedia in cui fin da subito si riconoscono dei colpi di amarezza. Con tinte drammatiche infatti è dipinto il mestiere di Luisa, tagliatrice di teste in tempo di crisi, e la situazione da sognatori disoccupati e via via sempre più insofferenti Niccolò (Lorenzo Richelmy) e Lia (Tea Falco), due giovani che come tanti non riescono a trovare posto nel nostro Paese.

La forza di questa commedia sta proprio nella sua maniera di porsi, leggiadra ma non superficiale; divertente e agrodolce, scorrendo in maniera semplice con gag godibili di vita quotidiana che mostrano l’evolversi dei personaggi in maniera sempre credibile. Perfetta quindi la scelta di Paola Cortellesi come coprotagonista, ma degna di lode anche quella dei due attori Richelmy e Falco che restituiscono entrambi genuina spontaneità e forza creativa alla storia.

La crisi, affrontata sia dal punto di vista dell’uomo in carriera che da quello dei giovani costretti a cercare miglior vita all’estero, avanza prepotentemente durante il corso del film, ponendosi come una dei protagonisti della vicenda accanto alle difficoltà di comunicazione tra genitori e figli e a una diffusa e malinconica solitudine dura da combattere.

Lo spettatore si trova dunque davanti ad un Verdone più riflessivo e amaro, ma anche spontaneo e misurato, capace di far ridere anche restando in silenzio e di lasciare il giusto spazio agli altri personaggi tornando alla commedia corale, prendendo ispirazione dal cult “Compagni di scuola”.

Risate dal retrogusto romano e riflessioni d’attualità: l’ultimo lavoro di Carlo Verdone tiene così compagnia allo spettatore, che non può non uscire dalla sala con un sorriso in volto.

Miriam Reale

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