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SMS – Sotto mentite spoglie – Recensione

Una commedia un po’ volgarotta e stereotipata, simile nella storia e nei personaggi ad altri lavori dello stesso Vincenzo Salemme

Regia: Vincenzo Salemme – Cast: Vincenzo Salemme, Giorgio Panariello, Luisa Ranieri, Lucrezia Lante Della Rovere, Enrico Brignano, Gabriela Bellisario, Teodoro Giambanco – Genere: Commedia, colore, 90 minuti – Produzione: Italia, 2008 – Distribuzione: Medusa – Data di uscita: 12 ottobre 2009.

smssottomentitespoglie“L’amore è mentitore, ma com’è bello il suo dolore, lo capisci se ce l’hai” si sentiva cantare in sottofondo dal grande Lucio Dalla nel film del comico napoletano Vincenzo Salemme, intitolato “SMS – Sotto mentite spoglie”. Sono, in effetti, l’amore e la menzogna gli ingredienti principali di questa spassosa commedia, all’insegna dell’equivoco e dai curiosi risvolti.

Già della prima scena sono protagonisti i membri della famiglia Lampedusa, composta dall’avvocato Tommaso, interpretato dallo stesso Salemme, la moglie Serena, il cui volto è quello di un’affascinante e ironica Lucrezia Lante della Rovere e i due figli, le cui avventure adolescenziali fatte di biscottini allucinogeni e scenette “mocciane”, ben s’intrecciano con le vicende dei due coniugi. A scatenare il susseguirsi degli eventi della trama, un sms d’amore, come richiamato nel titolo, erroneamente mandato da Tommaso alla compagna dell’amico di famiglia Gino, interpretato dal toscanaccio Panariello, inedito nelle vesti di sboccato donnaiolo.

Come nel primissimo “L’amico del cuore”, uscito nell’ormai lontano 1998, Salemme non può dirigere film in cui il suo personaggio non giaccia con la moglie del migliore amico e se per tutto il film lo si guarda come ad un impacciato e comunque spregevole fedifrago, il finale a sorpresa, ironico e forse amaro per i più sprovveduti, cambia decisamente la prospettiva da cui lo si guarda.

A penalizzare il film, il turpiloquio senza alcuna soluzione di continuità, perpetrato da tutto il cast, maggiordomo cingalese compreso, insieme alla continua sensazione che le doti di interpreti del calibro di Enrico Brignano, Lucrezia Lante della Rovere e Luisa Ranieri, nella parte della compagna di Gino, rimangano per la durata di tutto il film nascoste.

Anche le gag, non sono prive di luoghi comuni, cliché e frasi fatte, un esempio calzante, la scena dei panni che vengono tirati al di sotto della finestra dall’ira funesta e incontrollata della moglie tradita. Un film che comunque vale la pena vedere per chi ancora non l’avesse fatto, grazie alle belle inquadrature della capitale, alcune battute riuscite e al fascino partenopeo di Luisa Ranieri, che, a differenza delle bombastiche Victoria Silvestedt o Aida Yespica, ugualmente usate dai Vanzina per attirare il pubblico in commedie simili, sfoggia un sorriso e un corpo del tutto naturali, dinanzi ai quali ogni donna non può che alzare le mani ed evitare di arrabbiarsi se il marito capicolla!

Cecilia Sabelli

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