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Segreti di famiglia

Recensione

Segreti di famiglia – Recensione: il viaggio a frammenti di Trier

Segreti di famiglia

Protagonista indiscussa di “Segreti di famiglia” di Joachim Trier è la memoria. Una memoria che funge da collante e da comun denominatore fra i tre personaggi principali in quanto strumento d’indagine di un vissuto comune risalente ai tre anni che precedono il tempo in cui è ambientato il film.
Il ricordo è eletto a mezzo di esplorazione dei personaggi, delle loro personalità, della loro storia, dei loro pensieri e del loro modo di affrontare e convivere con la morte della moglie/madre: Isabelle Reed. La celebre reporter fotografica di guerra è mancata tre anni prima, portando con sé una serie di ‘segreti’ attorno ai quali si dipanano le vite dei due figli, Jonah e Conrad, e quella del marito Gene.

“Segreti di famiglia” procede per frammenti, immagini, brevi tuffi nel passato privi di logica connessione; un modus narrandi ripreso anche dal testo ‘autobiografico’ elaborato da Conard e nel complesso dallo sguardo sulla vita dei personaggi.

Segreti di famiglia: una storia comune raccontata in modo originale

Sotto il profilo tematico-contenutistico sullo schermo non viene posto nulla di originale: la complessità della vita adolescenziale di Conrad, le difficoltà, gli errori e la forza di un padre adulto, l’incomunicabilità di Johan, l’elaborazione del lutto, gli aspetti non lineari di un vita devoluta alla carriera come quella di Isabelle, incapace di sentirsi a ”casa “in qualsiasi luogo.

Dall’altra parte ben riuscita quanto coraggiosa è la scelta del modo di trattare tematiche in un certo senso scontate. La lettura del racconto filmico è affidata interamente a ricostruzioni deduttive di immagini e frammenti memoriali. Poche le parole mentre le emozioni hanno difficoltà a trapelare dall’articolazione delle immagini. Una moltitudine di punti di vista impera lo schermo: ricostruzioni del passato, rielaborazione di attimi vissuti, sguardi diversi sul presente e sulle relazioni, interpretazioni opposte quanto mutevoli sulla realtà.

Identità in costruzione e in ricostruzione rappresentano il nucleo cardine della pellicola del regista del tanto celebrato Oslo. 31 Agosto la cui “penna” porta una chiara impronta norvegese.
Dunque, “Segreti di famiglia”, primo lungometraggio girato in inglese di Trier, è un viaggio all’interno del variegato quanto complesso mondo identitario.

Marianna Cifarelli

Trama

  • Titolo originale: Louder Than Bombs
  • Regia: Joachim Trier
  • Cast: Isabelle Huppert, Gabriel Byrne, Jesse Eisenberg, Devin Druid, Amy Ryan, Ruby Jerins, Megan Ketch, David Strathairn, Rachel Brosnahan, Peter Mark Kendall, Leslie Lyles, Venus Schultheis, Sean Cullen, Inna Muratova, Russell Posner, Frankie Verroca, Katrina E. Perkins, Harry Ford
  • Genere: Drammatico, colore
  • Durata: 105 minuti
  • Produzione: Norvegia, Francia, Danimarca, USA, 2015
  • Distribuzione: Teodora Film
  • Data di uscita: 23 Giugno 2016

Segreti di famigliaJonah (Jesse Eisenberg) e Conrad (Devin Druid) sono due fratelli che hanno recentemente perso la madre in un incidente stradale e cercano di superare il trama ognuno a modo suo. Il padre, Gene (Gabriel Byrne), è diviso tra il proprio dolore, la voglia di aiutare i figli e un pesantissimo segreto che non sa se e con chi condividere. Il segreto riguarda la morte della moglie, Isabelle (Isabelle Huppert), dietro il cui incidente stradale si nasconde molto di più.
Conrad, il più giovane dei fratelli, deve relazionarsi con i compagni di scuola tra i quali non riesce a trovare degli amici in grado di supportarlo e tra lui e Jonah c’è uno strano legame, fatto di forte affetto ma anche di distanza perché quest’ultimo, più grande di alcuni anni, si rende conto che il padre nasconde qualcosa e vuole proteggere il fratellino da ulteriori sofferenze.

“Segreti di famiglia” è stato presentato in Concorso al Festival di Cannes 2015, al quale il regista norvegese Joachim Trier aveva già partecipato nel 2011 con il suo precedente lavoro, “Oslo, 31. august”, preso anche in considerazione per l’Oscar come Miglior Film Straniero.

Trailer

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