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Sconnessi: il nuovo film con Fabrizio Bentivoglio presentato in conferenza stampa

Christian Marazziti ha presentato oggi in conferenza stampa, alla Casa del Cinema di Roma, il suo ultimo film, “Sconnessi”. Con lui gli attori Fabrizio Bentivoglio, Ricky Memphis, Stefano Fresi, Antonia Liskova, Maurizio Mattioli, Eugenio Franceschini, Giulia Elettra Gorietti, Lorenzo Zurzolo e Benedetta Porcaroli, oltre la produzione e gli sceneggiatori.

Sconnessi: il nuovo film con Fabrizio Bentivoglio presentato in conferenza stampa

Sconnessi conferenza stampa

Sconnessi: il mondo social

La relatrice ha iniziato ricordando che il film si collega ad un esperimento sociale che si terrà il 22 febbraio, stessa data dell’uscita nelle sale di “Sconnessi“, si tratta dello #sconnessiday. Dovremmo tutti vivere un giorno senza wi-fi per cercare di riappriopriarci di rapporti e relazioni umane e soprattutto per coloro che ne soffrono, esorcizzare la nomofobia, ossia la paura di rimanere sconnessi dallo smartphone. La relatrice stessa ha fatto molteplici domande a regista e attori sui temi trattati nel film.

Ha esordito chiedendo loro se soffrissero di nomofobia per poi approfondire su varie questioni collegate, le dipendenze in generale, la ludopatia e la ludopatia on-line, la diffusione dei social media e la loro ingerenza e/o necessità nel mondo lavorativo in generale e in particolare in quello dello spettacolo, per finire chiedendo se questo dipenda o no da una crisi dei valori nelle società contemporanee.

Ha cominciato a rispondere Fabrizio Bentivoglio. L’attore ha riferito che non ha profili social, li considera quasi pericolosi e li sconsiglia agli altri, proprio non condivide la mania di condividere. Le sue uniche dipendenze sono per il caffè e le sigarette.

Il regista ha, invece, iniziato raccontando un aneddoto, nel giorno di un suo compleanno passato, poco dopo aver ricevuto un gran numero di messaggi di auguri, è rimasto sconnesso dal suo smartphone. Si è sentito perso, un vero attacco di nomofobia, non poteva rispondere, gli sembrava di essere in una scena dei film del goffo Mr. Bean. Anche questo lo ha spinto a ideare e realizzare “Sconnessi”. Al presente riconosce come unica sua dipendenza quella per il cinema, vi si reca fino a cinque volte a settimana, anche solo, e potreste incontrarlo spesso al Parco Leonardo, multisala nella periferia di Roma. “I social ci bombardano”, ha affermato, “la mania per i selfie non ci fa vivere le emozioni del momento, le si rimanda a qualcuno che osserverà la foto, ma con minor impatto”. Ovviamente è qualcosa che investe soprattutto i giovani e giovanissimi, secondo lui, genitori ed educatori dovrebbero collaborare per riportarli verso un contesto di maggior equilibrio e ripristinare un sano dialogo.

Stefano Fresi ha subito espresso che non soffre di nomofobia, quando si scorda il cellulare vive bene e forse meglio. Certo avendo moglie e figli, la reperibilità reciproca gli dona sicurezza. Dopo lo #sconnesiday del 22 febbraio, ne vuole organizzare un altro per i genitori il 23. La sua dipendenza è evidentemente, ha detto ridendo, l’acqua minerale…

Sull’uso distorto di internet, ha affermato, che all’inizio succedeva anche per il frigorifero, le mamme surgelavano tutto e facevano grandi scorte, oggi se ne fa un uso più sapiente, si privilegiano i prodotti freschi e lo si usa solo per le emergenze. Succederà anche per i social, ma ha previsto che si peggiorerà ancora in un immediato futuro per poi arrivare ad un uso sapiente in non meno di 50 anni.

Sconnessi: la nomofobia

Ricky Memphis ha subito dichiarato che non soffre di nomofobia, ha fobie e dipendenze, ma non quella, pur usando smartphone e connettendosi in rete, lo fa in modo sano, i social gli mettono paura, dice che è come lasciare aperta una finestra di casa. Ha affermato che pensa di sapere come insegnare ai suoi figli a relazionarsi in modo intelligente a internet, sia spiegandoglielo che dando loro l’esempio. Suo figlio ancora  si entusiasma più per un pallone di calcio che per un iPad, ha sottolineato l’importanza del creare un tessuto sociale e sentimenti umani nella gente più che demonizzare le connessione in rete. Poi scherzando ha detto: “non sono un sociologo io, io magno e bevo…”.

Antonia Liskova ha subito accusato Fresi di mentire sull’uso di internet, lei ha imparato a fare il pane in casa dal  suo profilo Instagram. Ha poi aggiunto che lei utilizza la rete ma ne prende il meglio, non vuole perdersi i momenti migliori della vita, preferisce concentrarsi sul presente e su quello che le offre.

Benedetta Porcaroli è l’unica che ha affermato di aver sofferto di nomofobia, tra i 14 e i 15 anni, stava fino a 7 ore al giorno collegata a internet. Poi ha capito i pericoli delle chat, ha sentito molteplici storie di amici e amiche incappate in situazioni pericolose ed è cambiata. Oggi si collega una mezz’oretta al giorno, parla con gli amici, si diverte.

Il giovane Lorenzo Zurzolo invece ha affermato di non avere dipendenza dallo smartphone, ha passato due mesi senza usarlo, per una punizione ricevuta dai genitori, e dopo una brevissima fase iniziale ha apprezzato la sua qualità della vita migliorata. Oggi lo usa poco, più che altro lo tiene in mano. Affermazione subito seguita da una battuta di Fresi che ha detto: “quello si tratta di onanismo digitale”. Poi sotto richiesta del regista ha spiegato il suo uso del “like tattico”: se vede una ragazza che desta il suo interesse su Instagram, pone un like su una sua foto, ma non una recente da lei postata, una un po’ più vecchia, in maniera che lei capisca che lui sta indagando con un certo interesse.

Eugenio Franceschini ha rivelato di non avere uno smartphone, usa i social per lavoro con fatica e sofferenza. Le sue dipendenze, da buon veneto, sono grappa e vino, soprattutto amarone e  valpolicella.

Maurizio Mattioli si è presentato subito come il meno social del cast: il telefono lo sa usare poco, sa leggere i messaggi ma non sa inviarli, vive bene comunque. L’unica sua dipendenza, ha detto, è quella per il farinaceo (per poi sottolineare che era quasi l’una meno un quarto e si stava avvicinando l’ora del pranzo). Alla platea ha suggerito: “se il film vi è piaciuto, spargete la voce, se no fatevi i c…. vostri!!”. Anche qui si è inserito Fresi con una battuta, promettendo a Mattioli che gli avrebbe spiegato come funziona trip(pa) advisor, e che poi saranno affari suoi…

Sconnessi: i temi all’interno del film

Sono poi seguite le domande della stampa. La prima è per Bentivoglio, a cui è stato chiesto come abbia costruito il suo personaggio. L’attore ha risposto che “è stato facile immedesimarsi nel ruolo di un capo di famiglia, un po’ ingenuo, che vuole riconnettersi con la sua famiglia”. Interviene la sceneggiatrice Michela Andreozzi affermando che il film è stato concepito per toccare temi emotivi profondi, scrivendo il testo insieme al regista, al quale stanno cari argomenti come la poetica della famiglia e i valori umani. Si è voluto costruire anche un film umoristico, per cui riso e emozioni sono stai bilanciati senza prediligere uno dei due aspetti.

Un ‘altra domanda sempre a Bentivoglio indagava sulla scena in cui il protagonista brucia dei libri nel camino per scaldare l’ambiente nel quale la moglie stava partorendo. La giornalista ha inoltre fatto riferimento a “Fahrenheit 451”. Attore e regista hanno risposto che quella scena ha rappresentato solamente l’amore provato dal personaggio, letterato e scrittore. Sacrifica un aspetto importante della sua vita per permettere la nascita di un’altra: “ancora una volta i valori umani emergono al posto di altri“.

La conferenza termina con la relatrice che coinvolge Riccardo Luna, seduto in prima fila, studioso ed esperto di internet fin dagli esordi. Il giornalista ha riferito che proprio oggi il New York Time dedica la prima pagina alle relazioni tra internet ed utenti. Ha esposto poi come sia emerso negli ultimi tempi il diritto ad essere connessi in rete, sancito dalle Nazioni Unite, contemporaneamente si diffonde anche l’idea del diritto ad essere sconnessi, già alcune leggi sono state varate in Francia ed in Germania. Tutte le scoperte scientifiche sono state parzialmente mal utilizzate, per poi procedere ad un uso più sapiente e consapevole con la loro evoluzione, ha detto, citando telefoni, automobili e treni… prontamente seguito da una battuta di Mattioli che ha detto: “i treni non si sono tanto evoluti, perlomeno non in Italia”.

Quasi come nel film in conferenza stampa si è realizzato un connubio equilibrato tra momenti esilaranti e temi profondi e attuali.

 

Marco Marchetti

19/2/2018

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