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Romanzo Famigliare 1×01 & 1×02 – Recensione

Romanzo famigliare: una nuova saga familiare su Rai 1

francesca archibugi

Francesca Archibugi, regista di cinema famosa soprattutto per i film “Il grande cocomero”, “Lezioni di volo” e “Gli sdraiati” (uscito quest’anno), si è cimentata per la prima volta con la fiction Rai con “Romanzo famigliare”, ambizioso family drama prodotto da Rai Cinema e Wildside.

La serie racconta, nel corso dei suoi sei episodi, la storia di Emma, una madre che all’improvviso si ritrova a dover affrontare la gravidanza inaspettata di sua figlia Micol, appena sedicenne. Emma decide di aiutarla perchè comprende molto bene le difficoltà della situazione, avendola vissuta a sua volta negli anni di gioventù, e nell’assistere a Micol affronta un percorso di maturazione: da donna distratta e incline all’autocommiserazione finisce per diventare una donna forte e responsabile.

Tutto questo accade nello stesso momento in cui la famiglia affronta un trasloco da Roma a Livorno, dovuto al fatto che l’uomo di famiglia, Agostino (Guido Caprino), è un capitano della Marina che deve trasferirsi nella città toscana per via di una promozione. Livorno è la città dove Emma è nata, e dove lei e Agostino si sono conosciuti, ma tornare qui per lei significa tornare ad affrontare i demoni del passato, incarnati soprattutto dal dispotico padre Gian Pietro (Giancarlo Giannini), capo di una grande holding di assicurazioni.

Romanzo famigliare: un ambizioso feuilleton moderno

I primi due episodi della serie gettano le basi per questa storia vasta e ambiziosa che coinvolge vari personaggi, intrecciati su più linee narrative.

Nel primo episodio “Capitolo I” si presentano approfonditamente tutti i personaggi principali: la vivace Micol, che si contrappone a una madre insoddisfatta come Emma, legate da un rapporto che più che di parentela è di amicizia; il rigido Agostino, più dedito al lavoro e alla carriera che alla famiglia; il dispotico (ma in fondo simpatico) Gian Pietro, sempre preso dagli affari.

Tornato da un lungo periodo di navigazioni, Agostino tornato a casa annuncia ai suoi familiari che, ottenuta una promozione come capitano di Marina, lui e la sua famiglia si dovranno trasferire a Livorno, dove Agostino curerà l’addestramento delle giovani reclute. Questo provoca delle reazioni contrastanti in famiglia: da una parte Emma è contraria alla scelta ma non può che accettare per amore del marito; dall’altra Micol reagisce con un forte rifiuto, che la porta a cercare l’affetto del suo insegnante di clarinetto Federico, a cui mente sull’età dicendo di essere maggiorenne.

Trasferitisi tutti a Livorno, la serie nel secondo episodio, “Capitolo II”, si concentra sui tentativi di Emma di adattarsi alla nuova vita a Livorno, e soprattutto alla scoperta di Micol di essere incinta di Federico, al terzo mese, ormai troppo tardi per poter pensare a un aborto.

Questo porta varie conseguenze sulla sua vita: decide di non rivelare subito la sua condizione alla famiglia, e anzi casualmente la prima persona a venire a saperlo sarà proprio il nonno mai conosciuto Gian Pietro. Federico tra l’altro, ignaro di tutto ma venuto a conoscenza della vera età di Micol, la lascia senza aggiungere altro. La situazione diventa sempre più ingarbugliata e alla fine la giovane è costretta a rivelare la verità ai genitori, che non possono fare altro che accettare la situazione.

In questi primi due episodi “Romanzo famigliare” si presenterebbe come la classica fiction da prima serata della Rai, ma ha dalla sua alcune caratteristiche da non sottovalutare, che la elevano rispetto alla media. Innanzitutto si avvale di una scrittura della storia veramente sapiente, complessa e strutturata su più livelli, curata da Elena Boccacci e dalla stessa Archibugi con grande mestiere, e con una certa dose di verità nello studio dei rapporti interpersonali. Non è da meno nemmeno la messa in scena, variegata nelle ambientazioni e negli angoli di ripresa, e curata nei minimi dettagli.

Ma a colpire sopra ogni cosa sono le interpretazioni: ogni attore da’ spessore al suo personaggio regalando una performance efficace. I migliori forse sono proprio gli attori giovani, su tutti la Micol di Fotinì Peluso: l’attrice riesce a conferire un certo carisma al personaggio, rendendolo umano e simpatico, spingendoti a tifare per lei e a condividere le sue pene di giovane donna.

Da parte sua la serie rimane comunque una fiction per il grande pubblico e, pur osando abbastanza nei temi, non brilla certo per dinamismo o per potenza visiva. Rimane sempre diligentemente attaccata ai personaggi e alla storia che racconta: e se la storia non piace, allora non è la serie che fa per voi.

Francesca Archibugi è coerente alla meta che si era prefissata, costruire un grandioso feuilleton moderno, che racconti i drammi di una famiglia dal suo interno, cercando allo stesso tempo di raccontare una società imprevedibile come quella in cui viviamo. Se poi sia riuscita a mantenere fermo l’obiettivo fino all’ultimo capitolo, lo scopriremo vedendo i successivi episodi in televisione.

Nicolò Piccioni

20/12/2017

 

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