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Riddick – Recensione

Una storia paradossale e poco coinvolgente dagli scenari suggestivi

(The Chronicles of Riddick: Dead Man Stalking) Regia: David Twohy – Cast: Karl Urban, Vin Diesel, Katee Sackhoff, Matthew Nable, Dave Bautista,Jordi Mollà, Bokeem Woodbine, Nolan Gerard Funk, Raoul Trujillo, Antoinette Kalaj, Keri Hilson, Noah Danby, Neil Napier, Conrad Pla – Genere: Azione – Produzione: USA, 2012 – Distribuzione: Notorious – Data di uscita: 5 settembre 2013.

riddickVin Diesel torna, dopo quasi un decennio, nei panni dell’antieroe Riddick, ma dalla sua forma smagliante sembra non averne sentito nemmeno uno.

L’attore è esattamente come l’abbiamo lasciato, peccato che il film questa volta lasci davvero a desiderare.

Ingannato dalla civiltà, Riddick sceglie di ritrovare il suo lato animale. Quando si risveglia, vivo per miracolo, sul pianeta senza nome ma pieno di pericoli dove è stato spedito dagli stessi Necromongers che l’avevano incoronato Lord Marshal in “The Chronicles of Riddick”, Riddick non si dà certo per vinto, anzi impiega il tempo a scoprire punti deboli e forze della terra in cui si trova.

Almeno fin quando dei cacciatori di taglie arrivano sul pianeta reclamando la sua testa, apparendo a Riddick come pedine perfette per il suo piano di fuga verso il pianeta natale Furya.

Anche questo terzo episodio della saga conferma uno straordinario utilizzo della fotografia e della scenografia, veri punti di forza del film. Nonostante una trama poco avvincente, espressa in una sceneggiatura che troppo spesso fluisce nel paradosso, le ambientazioni sempre originali e affascinanti hanno il potere di catapultare lo spettatore in un luogo lontano, misterioso e alieno che non dà l’effetto (ormai sempre più comune nei film di fantascienza) di déjà vu.

Una bella cornice, però, non rende bello un dipinto. E così, anche per “Riddick” le suggestive scenografie non salvano il film dall’oblio.“Pitch Black” nel 2000 era stato un film innovativo perché era riuscito a proporre un personaggio nuovo che aveva catturato il pubblico con cinismo ed egoismo, anziché valori e buone maniere, e delle scene d’azioni coinvolgenti, immerse nel buio più pesto e terrificante.

“Riddick” ha perso completamente l’originalità del franchise in questo senso. Gli sceneggiatori, infatti, sembrano aver dimenticato che la caratteristica che contraddistingue Riddick è la sua capacità di vedere chiaramente al buio, troppo concentrati a cucirgli addosso le capacità di sopravvivenza di un Rambo spaziale. Nonostante il protagonista si confermi burbero, scostante e saccente, Vin Diesel appare più una caricatura di sé stesso che il vero antieroe creato tredici anni fa.

In più le troppe scene paradossali in cui è impossibile trattenere la risata fuori posto e il finale illogico e incoerente non aiutano certo la riuscita del film.

Un terzo episodio sinceramente evitabile, che aggiunge poco e niente al personaggio e alla storia della saga, e che si esaurisce in ottime ambientazioni, una buona fotografia e alcune ben girate scene d’azione.

Corinna Spirito

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