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Riccardo va all’inferno

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Riccardo va all’inferno: Roberta Torre tenta ancora la strada di un musical contemporaneo ispirandosi questa volta ad un dramma scespiriano

Riccardo va all'inferno still

Un progetto cinematografico come “Riccardo va all’inferno” presuppone un concerto di talenti artistici come se ne vorrebbero vedere spesso nel mondo dello spettacolo. Il talento della regista è in primis la sua curiosità per la letteratura classica, naturalmente la pellicola è una rivisitazione del Riccardo III di Shakespeare; ma anche la sua curiosità per le realtà contemporanee, soprattutto urbane e suburbane. L’idea di adattare l’opera all’interno di una casta familiare malavitosa nel tiburtino terzo nasce da qui.

In un fatiscente castello nella periferia di Roma la famiglia Mancini è assurta a stirpe nobile per la sua tradizione di gestire lo spaccio della droga da molteplici generazioni. Abbiamo una capostipite, Regina di nome e di fatto, mirabilmente interpretata da Sonia Bergamasco, e abbiamo una stirpe di figli e nipoti e, come non poteva mancare, il matto, lo storpio, a questi ruoli condannato da molteplici e reiterate azioni malevole di sua madre e dei suoi fratelli. Si tratta di Riccardo, in un interpretazione esemplare di Massimo Ranieri che occhi fortemente bistrati e testa rasata trasformano in un individuo luciferino e pieno di fascino al tempo stesso.

Riccardo va all’inferno: un musical congegnato con la collaborazione di un notevole cast tecnico

Se l’idea di un musical dark e psichedelico non è poi così originale, originale è però questa ambientazione. Scene, costumi e trucco e anche l’uso delle luci ci proiettano in una serie di contesti fortemente evocativi. Come lo stesso costumista, Massimo Cantini Parrini ammette, grande inspirazione gli è venuta dai costumi di David Bowie, pop anni ‘60 mischiato con influenze Dandy-Vittoriane. I gioielli sono un mélange di elementi regali in cui si alternano pietre Swarovski ad inserti di ossa e teschi. Le inquadrature ferme su una scena o in rapido movimento, suggeriscono ambientazioni che rimandano ad “Alice nel paese delle meraviglie”, opere fotografiche di David LaChapelle, ma anche all’iconografia della morte di Marat nell’esecuzione di Giò, uno dei fratelli di Riccardo.

Mauro Pagani compone organicamente le musiche e i testi: in un film dark privilegia il blues, il rock, il punk, fino a lasciarsi influenzare da ballate popolari rumene nelle scene corali. La famiglia Mancini contrae rapporti con affiliati zingari e questi vengono coinvolti nella scena di incoronazione di Riccardo. Si tratta in realtà di poche canzoni per un musical, ma la voce melodica di Massimo Ranieri finalmente si incrina un poco prestandosi al blues, e assume connotati rochi, graffianti che confermano la grandiosità di questo artista. Il duetto “Fidati di me”, cantato in coppia con Antonella Lo Coco, che interpreta Lady Anna, meriterebbe da solo la visione del film.

“Riccardo va all’inferno” e il tema della vendetta

Riccardo va all'inferno musical

“Riccardo va all’inferno” è percorso dal tema dominante della rivendicazione o vendetta. Riccardo commette o commissiona efferati omicidi, ma verso coloro che avevano generato le sue mostruosità fisiche e mentali, o verso altri individui malavitosi. Si scivola in un clichè filmico un po’ troppo abusato, il gusto dello spettatore per la scena pulp è autorizzato se si tratta di un atto di giustizia anche se da sè praticata e alquanto sommaria. La regista non fa mistero di aver preso in prestito da Marta Marzotto la frase : “L’unico perdono possibile resta sempre la vendetta”, e di averla fatta pronunciare a Regina Madre in una scena del film. A parte questo pochi altri significati emergono dalla sceneggiatura rendendola un’opera eccellente soprattutto dal punto di vista grafico e musicale.

Le scene si svolgono quasi tutte in interni, tranne quando Riccardo canta “Specchi” in una cavea in moderno cemento in un qualche condominio suburbano. Forse qui si doveva osare di più. Una periferia come quella di Roma Est offre tutta una serie di scenari. Gli acquedotti, la via del mandrione, le cave della Caffarella si sarebbero adattate perfettamente a una scena come quella dell’inconorazione di Riccardo, realizzata invece in visibilissimo studio cinematografico.

Con qualche attenzione in più sulle scelte tecniche e con una ricerca di un significato più profondo nel quale inserire l’opera scespiriana in un contesto contemporaneo Roberta Torre avrebbe potuto sfiorare un piccolo capolavoro.

Marco Marchetti

Trama

  • Regia: Roberta Torre
  • Cast: Massimo Ranieri, Sonia Bergamasco, Silvia Gallerano, Silvia Calderoni, Teodoro Giambanco, Michelangelo Dalisi, Ivan Franek, Matilde Diana, Tommaso Ragno
  • Genere: Musical, colore
  • Durata: 91 minuti
  • Produzione: Italia, 2017
  • Distribuzione: Medusa
  • Data di uscita: 30 Novembre 2017

Riccardo va all'inferno locandinaDopo aver trascorso lunghi anni all’interno di un ospedale psichiatrico per un delitto ancora avvolto nel mistero, Riccardo Mancini è deciso a vendicarsi e a riconquistare un posto nella sua famiglia malavitosa, a costo di sbarazzarsi dei fratelli. L’uomo, però, non ha fatto i conti con la vera anima nera della famiglia: la potente Regina Madre.

“Riccardo va all’inferno” è un musical a tinte noir e psichedelico, dalle atmosfere  shakespeariane che attraversano una Roma mai vista prima, lugubre e pop.

Riccardo va all’inferno: un musical per Massimo Ranieri e Sonia Bergamasco

“Riccardo va all’inferno” è una rilettura in chiave musical del “Riccardo III” di William Shakespeare, ultima di quattro opere teatrali sulla storia inglese e tra le sue opere più lunghe. “Riccardo III” è una drammatizzazione degli eventi storici più vicini all’autore, risalenti al 1485, dopo la guerra tra la famiglia degli York e quella dei Lancaster e la presa definitiva dei Tudor. Dall’opera emerge una figura al quanto negativa del monarca.

Protagonista assoluto della pellicola è Massimo Ranieri, qui anche  in veste di cantante e ballerino, sulle note della musica di Mauro Pagani, celebre per aver curato le colonne sonore di “Sogno di una notte d’estate”, “Nirvana” ed “Educazione Siberiana”, film di Gabriele Salvatores.

“Riccardo va all’inferno” è diretto da Roberta Torre, sceneggiatrice e regista, vincitrice di un David di Donatello e del Premio Venezia Opera Prima per “Tano da morire”.

Ecco le sue parole: “Ho immaginato un Riccardo III che fosse maschera tragica e comica al tempo stesso, così Massimo Ranieri per interpretarlo attinge alla commedia dell’arte ma anche ai supereroi Marvel. Per diventare Regina Madre, Sonia Bergamasco si è sottoposta a una lunga trasformazione per invecchiare di 30 anni: lavorando sulla voce, la postura, su alcuni tic, abbiamo creato un personaggio mostruoso e attraente”.

Trailer

 

 

 

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