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Rendez-Vous 2016: due grandi film per il terzo giorno del festival

Al Rendez-Vous 2016, vetrina del nuovo cinema francese, è di scena la commedia nelle sue diverse venature

Rendez-Vous 2016

Giornata all’insegna della leggerezza quella del terzo giorno romano del Rendez-Vous: due ottime commedie hanno deliziato ieri il pubblico del Cinema Fiamma. La prima, insignita quest’anno del Premio Reset Dialogues 2016 in collaborazione con l’omonima associazione umanitaria, è “Nous trois ou rien” del comico e regista francese Kheiron. Nella sua opera prima, il cineasta ha raccontato la storia della sua famiglia in fuga dall’Iran; lui stesso ha interpretato il padre, attivista politico che ha pagato con sette anni di prigione in Iran la sua lotta per la libertà.

Il film è un inno al diritto di essere liberi che dovrebbe appartenere ad ogni uomo, pervaso di umorismo misto a commozione. Si ride molto durante la proiezione, per passare dopo poco all’indignazione per tutte le giovani vite spezzate dal regime iraniano, prima dello Scia e poi di Komeini. “Nous trois ou rien”è un ritratto vivace di un paese dove ora la musica è vietata e le donne umiliate, che il cinema racconta con molta fatica visti i vincoli stringenti della censura governativa. Purtroppo la pellicola non ha ancora trovato un distributore italiano; peccato perchè l’uscita delle sale se la merita tutta.

Toni agrodolci anche per il film manifesto del Rendez-Vous 2016 “Saint Amour” del premiato duo Gustave Kerlvern e Benoit Delèphine

Rendez-Vous 2016

I due registi, arrivati al loro settimo film insieme, hanno incontrato il pubblico dopo la proiezione, accolta da molti applausi. Un padre e un figlio, interpretati rispettivamente dai geniali Gérard Depardieu e Benoit Poelvoorde, fanno un giro sulla strada del vino accompagnati da un giovane tassista. Il viaggio è un susseguirsi di incontri all’insegna della non sobrietà, sia alcolica che umana, e sono tanti i personaggi stravaganti che faranno capolino sullo schermo. Come raccontano gli scatenati registi, si tratta di tutte persone vere che loro hanno conosciuto nel corso della vita; sono stati loro stessi a scegliere il cast, che nel parlare hanno paragonato ad una sorta di ‘Corte dei Miracoli’. Tutto questo fa parte del loro voler fare cinema contro l’omologazione imperante e il risultato è un film venato di malinconia e surreale, da cui si esce divertiti, ma anche spinti alla riflessione. “Saint Amour” uscirà presto in Italia, dopo aver avuto molto successo in patria.

Ivana Faranda

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