Eco Del Cinema

Renato Salvatori

Biografia

Renato Salvatori è stato un attore italiano che ha lavorato con tutti i più grandi registi degli anni ’50-’70, collaborando sul set con icone del cinema italiano quali Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Totò, Alberto Sordi, Marlon Brando. Il film più famoso a cui ha preso parte è “I soliti ignoti” di Mario Monicelli.

Renato Salvatori: da Forte dei Marmi a Roma, solo andata

(Saravezza, 20 marzo 1934 – Roma, 27 Marzo 1988)

renato_salvatoriDa quando Luciano Emmer lo nota su una spiaggia della Versilia dove fa il bagnino, per Renato Salvatori inizia una carriera cinematografica strepitosa: in vent’anni ricopre ruoli da protagonista in circa 70 film diretti dai registi più prestigiosi: Soldati, Risi, Bolognini, Comencini, Monicelli, Rosi, Loy, Visconti, De Sica, insomma davvero tutti quelli che hanno fatto la storia del cinema italiano.

Renato Salvatori non ha mai studiato per diventare attore, né forse lo ha mai desiderato ma da quando viene catapultato dalla spiaggia al set, rivela un talento innato, sorprendente: è credibile e naturalissimo in quei personaggi – dapprima belli e bulli, poi drammatici e intensi – che i maestri della regia che lo dirigono sanno ritagliare per lui, esaltandone l’attorialità spontanea.

All’inizio degli anni ‘70 inizia il declino; le chiamate si diradano, si affermano nuovi registi che lo relegano a ruoli secondari di caratterista – nei quali peraltro eccelle – e con il declino della carriera inizia quello della sua vita: comincia a bere, negli anni ’80 cerca di impegnarsi in politica ma senza particolare entusiasmo e muore di cirrosi epatica il 27 marzo 1988, a Roma, appena cinquantaquattrenne.

Alcuni tratti biografici

Renato Salvatori, il cui vero nome è Giuseppe, nasce a Saravezza, in provincia di Lucca, il 20 marzo 1934.

Luciano Emmer, nel 1952, nota questo bagnino dalla fisicità spavalda e lo chiama per una parte nel suo film “Le ragazze di Piazza di Spagna”; non passa inosservato e, nel medesimo anno, Mario Soldati lo sceglie come protagonista in “Jolanda la figlia del Corsaro Nero”.

Il successo arriva, nel 1956, con “Poveri ma belli” di Dino Risi, con Maurizio Arena e Marisa Allasio, in cui interpreta Salvatore, bagnino in uno stabilimento sulle rive del Tevere. Il film – come d’altronde i due seguenti della trilogia “Belle ma povere” (1957) e “Poveri Milionari” (1958) – piace moltissimo al pubblico che viene intrattenuto e consolato da personaggi allegri, divertenti, positivi e di buoni sentimenti che allontanano sempre di più il tragico ricordo della guerra e conducono alla speranza del boom economico.

La collaborazione con Monicelli

Renato Salvatori interpreta poi Tiberio, fotografo e ladro, nel capolavoro di Mario Monicelli “I soliti ignoti” del 1958 al fianco di attori strepitosi: Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Totò e Claudia Cardinale. La pellicola inaugura un nuovo genere denominato ‘commedia all’italiana’ che, abbandonati i cliché dell’avanspettacolo, riceve impulso dal neorealismo ponendo la gente comune e le sue storie al centro della scena. Il successo è epocale, il film è distribuito in tutto il mondo e realizza incassi favolosi.

Nel 1960 il seguito “Audace colpo dei soliti ignoti” diretto da Nanni Loy, con il medesimo cast del precedente a eccezione di Mastroianni e con l’aggiunta di Nino Manfredi, realizza un ulteriore successo anche se di minori dimensioni.

Salvatori comincia, in quegli anni, a essere chiamato a interpretare anche ruoli drammatici nei quali rivela la vis tragica celata dalla sua maschera strafottente. Da segnalare “I Magliari” di Francesco Rosi nel 1959 a fianco di Alberto Sordi e “Era notte a Roma” di Roberto Rossellini, nel 1960 con Giovanna Ralli e Paolo Stoppa.

Ancora collaborazioni importanti: Salvatori e Visconti

Indubbiamente il ruolo drammatico più bello e più intenso interpretato da Salvatori è, nel 1962, quello di Simone, il pugile sedotto dai facili guadagni, in “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti. Sul set conosce la bravissima e intensa Annie Girardot, che sposa poco dopo, e Alain Delon con il quale stringe una solida amicizia; Delon lo chiamerà, negli anni del declino, a interpretare con lui alcuni polizieschi.

Nel 1962 è anche protagonista del coraggioso film di Florestano Vancini “La banda Casaroli”, nel 1963 di “Omicron” di Ugo Gregoretti e nel 1964 di “Una bella grinta” di Giuliano Montaldo.

Gli ultimi ruoli, seppure non da protagonista, ma comunque di rilievo li interpreta in “Queimada”(1969, Gillo Pontecorvo) con Marlon Brando e in “La prima notte di quiete” (1972, Valerio Zurlini) di nuovo con Delon.

Gli ultimi successi sul grande schermo

Poi, appunto, solo parti  secondarie, sia pure con eccellenti registi; è infatti nel cast di “Cadaveri eccellenti” (1976) di Francesco Rosi, “Todo modo” (1976) di Elio Petri, “L’ultima donna” (1976) di Marco Ferreri, “Ernesto” (1978) di Salvatore Samperi, “La luna” (1979) e “La tragedia di un uomo ridicolo” (1981) entrambi di Bernardo Bertolucci e “La Cicala” (1980) di Alberto Lattuada.

Si tratta di film importanti e di partecipazioni quindi prestigiose e, invero, Salvatori continua a lavorare molto come numero di pellicole, ma a lui non basta: si era trovato per caso a essere una star e non riesce più a farne a meno, continua a bere, è depresso; muore senza interpretare, né nel cinema né nella vita, il ruolo del ‘vecchio’.

Claudio Di Paola

Filmografia

Renato Salvatori Filmografia – Cinema

Renato Salvatori film

Renato Salvatori insieme a Marisa Allasio nel film “Marisa la civetta” (1957), commedia di Mauro Bolognini.

  • Le ragazze di Piazza di Spagna, regia di Luciano Emmer (1952)
  • I tre corsari, regia di Mario Soldati (1952)
  • Jolanda, la figlia del Corsaro Nero, regia di Mario Soldati (1952)
  • Gli uomini, che mascalzoni!, regia di Glauco Pellegrini (1953)
  • La domenica della buona gente, regia di Anton Giulio Majano (1953)
  • Opinione pubblica, regia di Maurizio Corgnati e Goffredo Alessandrini (1954)
  • Poveri ma belli, regia di Dino Risi (1956)
  • Era di venerdì 17, regia di Mario Soldati (1956)
  • La nonna Sabella, regia di Dino Risi (1957)
  • Classe di ferro, regia di Turi Vasile (1957)
  • Marisa la civetta, regia di Mauro Bolognini (1957)
  • Mariti in città, regia di Luigi Comencini (1957)
  • Belle ma povere, regia di Dino Risi (1957)
  • Io, mammeta e tu, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1958)
  • I soliti ignoti, regia di Mario Monicelli (1958)
  • Promesse di marinaio, regia di Turi Vasile (1958)
  • La nipote Sabella, regia di Giorgio Bianchi (1958)
  • Mogli pericolose, regia di Luigi Comencini (1958)
  • Nella città l’inferno, regia di Renato Castellani (1959)
  • Policarpo, ufficiale di scrittura, regia di Mario Soldati (1959)
  • Poveri milionari, regia di Dino Risi (1959)
  • Vacanze d’inverno, regia di Camillo Mastrocinque e Giuliano Carnimeo (1959)
  • I magliari, regia di Francesco Rosi (1959)
  • Audace colpo dei soliti ignoti, regia di Nanni Loy (1959)
  • Vento del Sud, regia di Enzo Provenzale (1959)
  • Era notte a Roma, regia di Roberto Rossellini (1960)
  • Rocco e i suoi fratelli, regia di Luchino Visconti (1960)
  • La ciociara, non accreditato, regia di Vittorio De Sica (1960)
  • Un giorno da leoni, regia di Nanni Loy (1961)
  • Il disordine, regia di Franco Brusati (1962)
  • Smog, regia di Franco Rossi (1962)
  • La banda Casaroli, regia di Florestano Vancini (1962)
  • Uno dei tre, regia di André Cayatte (1962)
  • Il giorno più corto, regia di Sergio Corbucci (1963)
  • I compagni, regia di Mario Monicelli (1963)
  • Omicron, regia di Ugo Gregoretti (1963)
  • Il baro, regia di Christian Marquand (1964)
  • Tre notti d’amore, episodio La vedova, regia di Renato Castellani (1964)
  • Extraconiugale, episodio La moglie svedese, regia di Giuliano Montaldo (1964)
  • Una bella grinta, regia di Giuliano Montaldo (1965)
  • La ragazza del bersagliere, regia di Alessandro Blasetti (1967)
  • 100 ragazze per un playboy, regia di Michael Pfleghar (1967)
  • L’harem, regia di Marco Ferreri (1967)
  • Z, l’orgia del potere, regia di Costa-Gavras (1969)
  • Los recuerdos del porvenir, regia di Arturo Ripstein (1969)
  • Queimada, regia di Gillo Pontecorvo (1969)
  • Il faro in capo al mondo, regia di Kevin Billington (1971)
  • Gli scassinatori, regia di Henri Verneuil (1971)
  • La prima notte di quiete, regia di Valerio Zurlini (1972)
  • Au rendez-vous de la mort joyeuse, regia di Juan Luis Buñuel (1973)
  • L’amerikano, regia di Costa-Gavras (1973)
  • Una breve vacanza, regia di Vittorio De Sica (1973)
  • La mia legge, regia di Jean Chapot (1973)
  • Il sospetto, regia di Francesco Maselli (1975)
  • Flic Story, regia di Jacques Deray (1975)
  • Lo zingaro, regia di José Giovanni (1976)
  • Cadaveri eccellenti, regia di Francesco Rosi (1976)
  • Uomini si nasce poliziotti si muore, regia di Ruggero Deodato (1976)
  • Todo modo, regia di Elio Petri (1976)
  • L’ultima donna, regia di Marco Ferreri (1976)
  • Quel giorno il mondo tremerà, regia di Alain Jessua (1977)
  • Ernesto, regia di Salvatore Samperi (1978)
  • La luna, regia di Bernardo Bertolucci (1979)
  • Oggetti smarriti, regia di Giuseppe Bertolucci (1980)
  • La cicala, regia di Alberto Lattuada (1980)
  • Asso, regia di Castellano e Pipolo (1981)
  • La tragedia di un uomo ridicolo, regia di Bernardo Bertolucci (1981)

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