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La regola del gioco – Recensione

  • Titolo originale: Kill the Messenger
  • Regia: Michael Cuesta
  • Cast: Jeremy Renner, Michael Sheen, Andy Garcia, Ray Liotta, Barry Pepper, Mary Elizabeth Winstead, Rosemarie DeWitt, Paz Vega, Oliver Platt, Richard Schiff, Michael K. Williams
  • Genere: Drammatico, colore, 112 minuti
  • Produzione: USA, 2014
  • Distribuzione: BiM
  • Data di uscita: 18 giugno 2015

Fondato su fatti realmente accaduti e ispirato all’omonimo romanzo di Gary Webb, “La regola del gioco” è il racconto biografico di un giornalista incorruttibilmente devoto alla verità – anche la più scomoda – e conseguentemente osteggiato mediante la messa in moto di una “macchina del fango” di proporzioni enormi.

Il gioco della verità

laregoladelgioco-locandinaWebb, reporter di un piccolo giornale, il San Jose Mercury, scopre in modo più o meno fortunoso un legame esistente tra CIA, “Contras” – gruppo di ribelli avverso all’instaurazione di un sistema politico comunista in Nicaragua – e un immenso traffico di droga protetto dalle agenzie governative degli USA per finanziare il gruppo indigeno nicaraguense, con lo scopo di evitare la nascita di una nuova Cuba nel cuore del Centro America.

Le indagini conducono il giornalista a scoprire verità terribili e potenzialmente devastanti: tutelando lo spaccio di crack nei circuiti interni, la CIA sacrifica di fatto parte della stessa cittadinanza statunitense come vittima collaterale di una più ampia guerra al comunismo. Webb riesce a reggere alle prime intimidazioni e a pubblicare una serie di articoli che suscitano immediato scalpore in tutto il paese, portandolo anche ad essere insignito del premio di “giornalista dell’anno”. Ma il contrattacco non si fa attendere: isolamento progressivo, aggressioni da ogni angolo mediatico, testimoni costretti a ritrattare, negazionismo a oltranza. All’infamato reporter non resta che trovare rifugio nella famiglia, quella stessa famiglia che ha rischiato di perdere per dedicarsi anima e corpo alla sacra causa della verità. Il suo lavoro sarà rivalutato solo anni dopo il suo presunto suicidio, per mezzo di alcune ammissioni pubbliche della stessa CIA.

Le regole del gioco, una biografia romanzata

Il ritmo del film è spedito ma non frenetico, anzi a tratti piuttosto macchinoso nei ripiegamenti introspettivi del protagonista ridotto da eroe a vittima sacrificale. La consequenzialità lineare è però scossa in alcuni punti significativi – di svolta a livello narrativo – da scatti velocizzati nel montaggio, corroborati da un accompagnamento musicale di intensità enfatizzata. Il ruolo del reporter è affidato a un Jeremy Renner all’altezza, ma non sempre convincente nei momenti di maggiore drammaticità.

Una trovata positiva, dal punto di vista registico, è l’introduzione alternata di immagini di repertorio per restituire la progressione temporale delle vicende: servizi di telegiornali, discorsi dei maggiori esponenti politici del periodo, convegni di organizzazioni popolari e sindacali scosse dalle rivelazioni giornalistiche. Alla narrazione biografica in forma romanzata si affianca così un aspetto prettamente documentaristico, efficace nella ricostruzione della temperie socio-politica nella quale Webb si trova a svolgere la sua indagine.

“La regola del gioco” si fa forte del suo contenuto, legato a una vicenda realmente accaduta e permeato di un elevato carico di denuncia verso una verità prima salita alla ribalta e in seguito oscurata ed occultata. In una prospettiva formale, la costruzione registica – al di là del brillante inserimento di immagini di repertorio – è ordinata e priva di particolari sussulti, subordinata all’aspetto sostanziale della narrazione e a volte esagerata nei primi piani, non sempre capaci di valorizzare l’intensità di singole scene.

Marco Donati

 

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