Eco Del Cinema

[Rec] 2 – Recensione

Dopo il primo episodio, il duo Jaume Balagueró-Paco Plaza torna a terrorizzare il pubblico, anche se con minore impatto, riproponendo lo stesso stile alla “Blair Witch Project”

Regia: Jaume Balagueró, Paco Plaza – Cast: Manuela Velasco, Leticia Dolera, Ferran Terraza, Juli Fàbregas, Ana Isabel Velásquez, Alejandro Casaseca, Pep Molina, Óscar Zafra – Genere: Horror, colore, 85 minuti – Produzione: Spagna, 2009 – Distribuzione: Sony Pictures Releasing Italia – Data di uscita: 5 gennaio 2010.

rec2Ritorna la coppia Balaguerò-Plaza che nel 2007 ha spaventato mezzo mondo con un piccolo horror girato in stile documentaristico esclusivamente con camera a mano. Il successo è stato tale che non solo ha ispirato l’ormai immancabile remake americano (“Quarantine”), ma ha anche spinto il duo, tra i principali portabandiera della new wave horror iberica, a confezionare la seconda parte, lasciando per di più un finale apertissimo che lascia presagire ulteriori capitoli.

Avevamo lasciato la giornalista Angela Vidal, il suo fido cameraman Pablo e una squadra di pompieri di Barcellona in balìa di un gruppo di infetti rabbiosi all’interno di un palazzo messo in quarantena nel centro della capitale catalana. Un manipolo di GEO (una sorta di SWAT della polizia spagnola) viene inviato per capire cosa stia succedendo in questo condominio infestato. Insieme a loro un prete esorcista e tre ragazzini riusciti non si sa come a infilarsi nell’edificio.

La riuscita del primo “REC” era dipesa dalla suspense creata da una situazione di partenza assolutamente possibile, con un reportage stile real tv in cui l’occhio dello spettatore era quello della telecamera, in una città europea, dentro un condominio che poteva essere il nostro e che solo a metà film diventava una mortale trappola chiusa dall’esterno. La possibile causa del contagio di questi pseudozombi (rabbiosi, veloci e infettanti come li avevamo conosciuti in “28 giorni dopo” di Danny Boyle e ancora prima in “Incubo sulla città contaminata” di Umberto Lenzi), legata ad una faccenda di possessione diabolica, usciva solo nel finale e non ne comprometteva il senso di realismo.

In questo “REC 2” tutto viene invece esasperato a discapito della tensione: gli assalti degli infetti, continui e alla lunga prevedibili, tanto da richiamare alla mente qualche videogioco sparatutto, l’uso della videocamera sia da parte degli SWAT che dei ragazzi (senza tra l’altro una reale motivazione), la componente esorcistica troppo forzata, quasi a voler riempire il plot di ulteriore elemento orrorifico e in grado di permettere qualsiasi twist narrativo.

Rimane indubbiamente a favore del film la capacità tecnica di giocare con la ambiguità di regia reale/fittizia, le maschere degli infetti, effettivamente spaventose, e il senso di claustrofobia nelle molte scene illuminate solo dalla luce verdognola della night cam. Tutti elementi appena sufficienti però a consigliarne la visione solo ai veri estimatori del primo episodio.

Vassili Casula

Articoli correlati

Condividi