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Rabbia Furiosa – Er Canaro (2018)

Recensione

Rabbia Furiosa – Er Canaro: il Mandrione di Sergio Stivaletti

Rabbia Furiosa - Er Canaro

Sergio Stivaletti, noto effettista italiano e collaboratore di Dario Argento e Lamberto Bava, dirige il suo terzo film “Rabbia Furiosa – Er Canaro”, tratto dai reali fatti di cronaca avvenuti a Roma nel 1988 che videro coinvolto Pietro De Negri in quello che venne chiamato “il delitto del canaro”, un efferato omicidio la cui vittima fu l’ex pugile Giancarlo Ricci. Quest’ultimo, secondo le dichiarazioni del suo carnefice, venne mutilato e torturato a lungo prima di essere ucciso (fatti che vennero successivamente smentiti dall’autopsia).

Il film ruota intorno a tali dichiarazioni – che all’epoca vennero pubblicate sui giornali e oggi facilmente reperibili – e alla figura di De Negri che nella storia di Stivaletti diventa Fabio “Er Canaro”, un uomo appena uscito di galera che tenta di riprendersi la sua vita. Il personaggio, interpretato da Riccardo De Filippis, è un piccolo delinquente di quartiere che da anni subisce i soprusi e le violenze da parte di Claudio (Virgilio Olivari), ex pugile bipolare con cui Fabio intrattiene un’amicizia malata che lo condurrà all’esasperazione e soprattutto a compiere l’estremo gesto nei confronti di colui che di fatto è il suo carceriere psicologico e fisico in un ribaltamento di ruoli.

Rabbia Furiosa – Er Canaro: splatter per un terzo

Per comprendere un film come “Rabbia Furiosa – Er Canaro” bisogna prima di tutto inserirlo in un genere ben preciso ossia quello del thriller e del fanta-horror all’italiana, che ha caratterizzato la produzione nostrana tra gli anni ’60 e ’80 e di cui i maggiori esponenti furono Mario Bava, il figlio Lamberto, Dario Argento, Umberto Lenzi, Sergio Martino e molti altri.

Stivaletti è figlio di quella generazione e ha lavorato negli anni con coloro che hanno portato avanti, in maniera indipendente, tale tradizione del b-movie horror (termine che va inteso come un’utilizzo di stilemi registici, narrativi e scenografici caratteristici di un genere e non come un giudizio di qualità). Premesso ciò “Rabbia furiosa – Er Canaro” acquista una sua identità, in quanto se paragonato alle produzioni contemporanee di genere di stampo americano si avrebbe un giudizio totalmente diverso che non prenderebbe in esame la sua vera natura.

“Rabbia Furiosa – Er Canaro” non si colloca dunque nel filone dell’horror così come viene realizzato a livello internazionale, si possono riscontrare diversi elementi fantascientifici, ma in realtà si tratta di un thriller splatter. Il regista inoltre fa un scelta ben precisa, ossia quella di non mostrare la “vera violenza” se non verso la fine, creando così uno splatter solo per un terzo. Tutto ciò che avviene prima di tale momento di pura follia omicida è un portare il protagonista allo sfinimento, all’esasperazione, al dolore e alla frustrazione che saranno i motivi del suo gesto estremo.

La durata non gioca a favore di tale connubio tra motivazione e azione, e si nota una certa disparità tra una e l’altra a discapito appunto di quelle scene che lo spettatore attende con trepidazione: tale momento arriverà dirompente, violento e con un forte impatto visivo che però non crea il giusto feeling emotivo.

Rabbia Furiosa – Er Canaro: venti minuti che valgono tutto il film

L’intero cast, comprese le comparse, sfoggiano una romanità quasi parodistica che fa da contrappunto alle ambientazioni girate nel vero Mandrione romano. I protagonisti dal canto loro portano in scena dei personaggi credibili fino a un certo punto, poiché alcune movenze ed espressioni non risultano naturali creando così delle macchiette che si muovono a suon di musica e parolacce. La colonna sonora, fin troppo presente, smorza il carattere tragico di alcune scene, presentandosi come un anacronismo – che se utilizzato nel modo appropriato è di forte impatto, ma non è questo il caso – che spezza la tragicità della storia e strappa risate al posto delle lacrime.

Gli ultimi venti minuti però valgono tutto il film, che in un’impennata di violenza e sangue, riscopre la sua vera natura e fa sì che tutto ciò che è successo prima abbia un suo senso e ogni pezzo rientri al suo posto.

Riccardo Careddu

Trama

  • Regia: Sergio Stivaletti
  • Cast: Riccardo De Filippis, Romina Mondello, Virgilio Olivari, Romuald Klos, Rosario Petix, Ottaviano Dell’Acqua, Luis Molteni, Giovanni Lombardo Radice, Gianni Franco, Eugen Neagu, Marco Felli, Emanuele Marchetti, Eleonora Gentileschi
  • Genere: Thriller, noir, colore
  • Durata: 116 minuti
  • Produzione: Italia, 2018
  • Distribuzione: Apocalypsis
  • Data di uscita: 7 Giugno 2018

Rabbia Furiosa Poster

“Rabbia furiosa – Er Canaro” è un thriller noir ispirato ad uno dei crimini più efferati d’Italia, accaduto a Roma negli anni ’80. La storia racconta di Fabio “Er Canaro“, un piccolo delinquente di quartiere che da anni subisce i soprusi e le violenze da parte di Claudio, un ex pugile bipolare la cui ambizione è quella di diventare il boss del Mandrione.

Tra i vari traffici illegali di Claudio c’è la lotta fra cani e ogni qualvolta uno degli animali viene ferito tocca a Fabio occuparsene nel retrobottega della sua Toeletta per cani. Il rapporto tra i due è complicato e malato e porterà Fabio all’esasperazione, tanto da decidere un giorno di attuare la sua terribile vendetta.

Rabbia Furiosa: il “delitto del canaro”

“Rabbia furiosa” è stato diretto da Sergio Stivaletti, noto effettista, regista e sceneggiatore italiano che ha collaborato con registi come Dario Argento, Michele Soavi, Lamberto Bava e Gabriele Salvatores. La sceneggiatura è stata scritta dal regista insieme ad Antonio Lusci e Antonio Tentori. Stivaletti ha anche progettato le scenografie del suo film, realizzate poi da Tonino Di Giovanni.

Le musiche sono state curate da Maurizio Abeni e come direttore della fotografia è stato scelto Francesco Ciccone. Il montaggio invece è stato affidato ad Alfredo Orlandi e Crescenzo Mazza. I costumi sono stati realizzati da Francesco Bureca e il make-up e gli effetti speciali sono della Fantastic Forge. La Cane Cane ha curato gli effetti visivi.

 

Trailer

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