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Promised Land

Recensione

Promised Land –  Recensione: un viaggio in una Rolls-Royce del 1963

Promised Land recensione

“Promised Land” nasce come documentario, ma è anche, e soprattutto, un viaggio: a bordo della Rolls-Royce del 1963 del mitico Elvis Presley, viene raccontata la storia del Re, dagli albori  a Tupelo, alla prematura morte all’età di 42 anni; alla parabola della sua vita, viene affiancata quella degli Stati Uniti: il film infatti viene girato durante le elezioni presidenziali americane del 2016, vinte poi da Donald Trump. Mentre l’uomo divenuto icona va incontro al suo inesorabile declino, lo stesso destino tocca all’idea del sogno americano, che sembra sempre più lontano e irraggiungibile: l’America, la terra promessa, scivola in modo preoccupante ed inesorabile nell’incertezza.

Promised Land: una metafora d’impatto

“Promised Land”, quindi, non è solamente un racconto della vita di uno dei personaggi più iconici del Novecento, ma è anche una metafora della situazione politica americana nel 2016/2017: un accostamento senza dubbio particolare ed interessante quello tra il mito di Elvis e gi Stati Uniti che si apprestavano alla presidenza di Trump, ma di sicuro riuscito, da cui risulta un prodotto molto d’impatto: la Rolls-Royce macina chilometri in un viaggio che attraversa i luoghi cardine della carriera del Re, da Tupelo a Memphis, New York, Hollywood e Las Vegas, e nel mentre lui, da ragazzino prodigio, volto bianco che fa musica dalle sonorità prese in prestito dal mondo “black”, diventa prima idolo assoluto, amore impossibile di migliaia di ragazzine, poi militare e attore, percorrendo inconsapevolmente un sentiero che diventava sempre più una spirale distruttiva; intanto, la situazione politica dell’America, con tutti i suoi difetti, si palesa davanti allo spettatore, e mostra l’evoluzione di una nazione che era nata dal nulla, che era diventata Repubblica, poi Impero e che si sta drammaticamente trasformando in una sorta di monarchia: l’America non è in declino o in ascesa, è paralizzata.. così dicono ad un certo punto in “Promised Land”, ed è forse la definizione più veritiera che se ne possa dare.

Promised Land: che fine ha fatto il sogno americano?

Elvis Presley incarnava in tutto e per tutto il sogno americano: un ragazzino povero, di bell’aspetto ma senza soldi, cui piaceva cantare un tipo di musica che apparteneva alla cultura afroamericana, all’improvviso, ancora giovanissimo, è stato travolto dal successo ed è diventato una star e un’icona assoluta; e la promessa del sogno americano è proprio questa: se lavori duro, se ti dai da fare, andrai avanti; ma il viaggio della Rolls-Royce nell’America degli anni Duemila soffia via la polvere da quell’idea che appare tristemente obsoleta, e le persone, gli americani, sembrano sempre più sfiduciati verso quella promessa non mantenuta.

Le varie persone che si alternano sullo schermo e sulla Rolls-Royce raccontano di Elvis, dell’America, delle elezioni del 2016 che erano in pieno svolgimento mentre alcune scene venivano girate, e che alla fine hanno visto trionfare Donald Trump (come il documentario si preoccupa di mostrare), e disegnano la storia del Re e della loro grande nazione, che in “Promised Land” sembrano legate dalla triste similitudine di un cammino che dall’ascesa porta inesorabilmente al declino.

Il regista Eugene Jarecki si preoccupa di mostrare tutti gli sbagli di Elvis, senza idealizzarlo, e lo stesso fa con gli Stati Uniti, indugiando sui suoi errori e mostrando il futuro che appare sempre più incerto, con i princìpi fondamentali della loro grande nazioni che sembrano traballare sotto il peso delle scelte, a volte sbagliate, dei suoi cittadini.

Promised Land: un documentario di triste riflessione

“Promised Land” è un documentario intriso da una dolce e struggente malinconia, il quadro di un uomo che è lo specchio della sua nazione. Il montaggio è accattivante, mescola immagini d’epoca, sequenze girate sulla Rolls-Royce, che nel viaggio accoglie persone diverse sui suoi sedili (come Alec Baldwin, Ethan Hawke o Ashton Kutcher), e di tanto in tanto getta nel pentolone anche qualche inquadratura da film come “King Kong”; e quando il racconto sembra sul punto di cedere il passo alla noia, bastano uno stacco d’immagine, una canzone, una frase, che sembrano tendere una mano allo spettatore per trascinarlo nuovamente nella storia.

Un film, dunque, ben riuscito, che fa riflettere le persone e al tempo stesso le affascina con l’intramontabile storia del mito americano per eccellenza; ed Elvis Presley, alla fine, stanco e ingrassato, piegato dal peso di un successo che è arrivato forse troppo in fretta, che ad un certo punto prende il sopravvento e lo travolge, riesce comunque a farci scendere un brivido mentre suona il pianoforte e canta “Unchained Melody”, mentre lo spettatore inizia a prendere coscienza della drammaticità della metafora che gli è stata raccontata, con tutte le sue possibili implicazioni per il futuro.

Giada Aversa

Trama

  • Regia: Eugene Jarecki
  • Cast: Alec Baldwin, Ethan Hawke, Chuck D., James Carville, Nancy Rooks, John Hiatt
  • Genere: Documentario, Colore
  • Durata: 108 minuti
  • Produzione: USA, Germania, 2016
  • Data di uscita: n/d

Promised Land locandina“Promised Land” è un viaggio in Rolls-Royce alla scoperta del mito di Elvis Presley, Re del rock morto quando aveva da poco superato la soglia dei quarant’anni: alla sua storia, si affianca quella del suo Paese, gli Stati Uniti, in un momento davvero critico come le elezioni presidenziali del 2016, creando una metafora drammatica ma che stimola la riflessione; e mentre il Re si incammina verso il declino, il sogno americano sembra trasformarsi in cenere.

“Promised Land” un documentario da Selezione Ufficiale

“Promised Land”, con la regia di Eugene Jarecki, è uno dei film presentati in Selezione Ufficiale alla Festa del Cinema di Roma 2017.

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