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Project X – Una festa che spacca – Recensione

Trasgressione ed eccessi per i protagonisti di questa festa di compleanno che si propone sul grande schermo come una sorta di versione adolescenziale di “The Hangover”

(Project X) Regia: Nima Nourizadeh – Cast: Thomas Mann, Oliver Cooper, Jonathan Daniel Brown, Dax Flame, Kirby Bliss Blanton, Brady Hender, Nick Nervies, Alexis Knapp, Miles Teller, Peter Mackenzie, Caitlin Dulany, Rob Evors, Rick Shapiro, Martin Klebba, Pete Gardner, Nichole Bloom, Brendan Miller – Genere: Commedia, colore, 88 minuti – Produzione: USA, 2012 – Distribuzione: Warner Bros Italia – Data di uscita: 6 giugno 2012.

projectxunafestachespacca“Project X – Una festa che spacca”, lungometraggio d’esordio del londinese Nima Nourizadeh, è più di ogni altra cosa una creatura del produttore Todd Phillips, che ripropone una sorta di “Una notte da leoni” in versione adolescenziale, dove sostanzialmente la sbronza è la stessa, ma i protagonisti, anziché adulti immaturi, sono adolescenti repressi.

L’incipit è più che banale: Thomas, approfittando del fatto che i genitori sono fuori casa per il weekend, organizza per il suo diciassettesimo compleanno una festa che vuol essere memorabile, che permetta a lui e ai suoi due amici Costa e JB, di ritagliarsi il tanto agognato spazio di visibilità nel college, dove al momento i tre ragazzi riscuotono pochi consensi. Ovviamente nell’immaginario dei giovanotti assieme alla popolarità arriveranno ragazze disponibilissime a immolarsi sessualmente per loro e un divertimento esagerato.

Il film mostra come il tam-tam che accompagna i preparativi della festa sia importante quanto e più della festa stessa che, veicolata nei giusti canali, assurge ad attesissimo evento dell’anno, arrivando poi al tripudio della grande serata, dove il divertimento passa attraverso un’anarchia assoluta e devastatrice, che annienta completamente il buon senso. Il tutto raccontato in perfetto stile mockumentary, che sfrutta diversi punti di vista: oggigiorno chiunque abbia un cellulare può effettuare riprese video, e i partecipanti alla festa sono perfettamente in linea con la brama dell’apparire e dell’immortalare le proprie imprese, per sentirle più vere.

I protagonisti trovano appagato il loro desiderio di ‘far festa’ solo attraverso alcool, droghe e comportamenti eccessivi, dove le primarie regole di convivenza civile cedono il posto a disinibizioni prive di ogni regola morale, preludio dell’autodistruzione.

Quest’elogio del piacere fine a se stesso è portato sullo schermo da Nourizadeh con estrema naturalezza e umorismo, grazie anche a dialoghi scoppiettanti e ad un girato di grande impatto visivo.

Giudizi morali a parte, che hanno accompagnato la pellicola prima ancora della sua uscita, “Projet X” cinematograficamente funziona. Era necessario? Probabilmente no. E’ un cattivo esempio per il pubblico di giovanissimi ai quali si rivolge? C’è veramente il pericolo dell’emulazione? Quasi sicuramente si, ma riteniamo che non per questo sia passibile di censura.

E’ vero che non tutti gli adolescenti cercano lo sballo a tutti i costi, molti sanno divertirsi senza incendiare il proprio quartiere, e riescono a ritagliarsi un posto al sole senza per questo dover affrontare pendenze con la legge, ma Nourizadeh con questo film vuole solo far divertire il pubblico in sala, senza pretese sociologiche, senza veicolare il benché minimo messaggio.

Piuttosto il problema è un altro: Phillips e co. non si sono ancora stancati di riproporre dai tempi di “Road Trip” sempre e solamente lo stesso racconto base: esaltazione della sbronza, donne viste solo come oggetti sessuali, divertimento che vira in autodistruzione?

Daniele Battistoni

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