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Pollo alle prugne – Recensione

Il genio di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud torna sul grande schermo, con una pellicola onirica e sognatrice sull’amore e sulla vita

(Poulet aux prunes) Regia: Vincent Paronnaud, Marjane Satrapi – Cast: Mathieu Amalric, Edouard Baer, Maria Medeiros, Golshifteh Farahani, Eric Caravaca, Chiara Mastroianni, Mathis Bour, Enna Balland, Didier Flamand, Serge Avedikian, Rona Haetner, Jamel Debbouze, Isabella Rossellini – Genere: Drammatico, colore, 91 minuti – Produzione: Francia, Germania, 2011 – Distribuzione: Officine Ubu – Data di uscita: 6 aprile 2012.

polloalleprugneEsistono film e film incantevoli, pellicole capaci di restituire al cinema tutto il suo splendore, il suo incanto e la sua funzionalità primaria: l’intrattenimento.

“Poulet aux prunes”, ovvero “Pollo alle prugne”, come il piatto preferito dal protagonista, è un esempio di quel cinema. Tratto dalla graphic novel di Marjane Satrapi, l’incredibile autrice che qualche anno fa ha incantato il mondo con “Persepolis”, il film racconta la storia del musicista Nasser Alì (Mathieu Almaric), che decide di lasciarsi morire dopo che la moglie ha distrutto il suo Stradivari in seguito ad una lite. Eppure la causa scatenante di tale scelta, è soltanto la goccia di un vaso già troppo pieno. Infatti Nasser Alì è un uomo rinchiuso in un matrimonio infelice che ha visto il suo grande amore di gioventù, Iran, perso per sempre.

La nuova pellicola dell’autrice iraniana è stata girata con attori in carne e ossa, a differenza del primo lavoro incentrato dalla tecnica d’animazione che portò su grande schermo il dramma dell’esilio post rivoluzionario della Satrapi stessa, raccontando una storia fondamentalmente drammatica, ma scanzonatamente narrata secondo lo stile onirico e favolistico che è un po’ il suo marchio di fabbrica.

Il film, infatti, oscilla continuamente fra passato, presente e futuro con sfondi disegnati e fiabeschi che ruotano intorno ai personaggi, lo stesso protagonista ci rivela i suoi perché, la sua personalità e la sua storia in un evolversi narrativo che va dal grottesco alla fiaba d’amore. Lo spettatore si ritrova così a gioire e dolere insieme a Nasser Alì, in una pellicola magica ed intensa, stilisticamente perfetta e dal punto di vista narrativo accattivante. Mathie Almaric ci regala un protagonista dinoccolato, buffo, con i suoi lunghi baffi e le sue sfaccettature, ma incredibilmente tenero ed innamorato. Anche nella decisione più estrema che si possa prendere nella vita, si percepisce in lui un cuore innamorato e dolorante. A fare da contorno al protagonista un cast degno di nota con Isabella Rossellini, Chiara Mastroianni, Golshifteh Farahani e Maria De Medeiros.

Il cuore pulsante della lotta politica della Satrapi non smette di battere, piccando qua e là con accentuate stilettate, tra una citazione Felliniana e un omaggio a Hitchcock, la favola termina senza lieto fine, o meglio con un lieto fine non convenzionale, ma pur sempre di tutto rispetto.

Sonia Serafini

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