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Pixels – Recensione

  • Regia: Chris Columbus
  • Cast: Michelle Monaghan, Peter Dinklage, Adam Sandler, Ashley Benson, Josh Gad
  • Genere: Commedia, colore, 100 minuti
  • Produzione: USA, 2015
  • Distribuzione: Warner Bros
  • Data di uscita: 29 luglio 2015

Pixel, l’esercito dei videogiochi in azione

Pixels-bannerLe premesse di “Pixels”, pellicola della Warner Bros diretta da Chris Columbus, potrebbero far pensare a un film d’azione di stampo apocalittico; tale idea cambia, tuttavia, non appena personaggi e ambientazioni tipiche dei classici videogiochi – Pac-Man, Donkey Kong, Centipede, Galaga – pervadono lo schermo. Ed è proprio l’elemento del videogioco a dare un sapore originale oltre che una sfumatura di spirito e ironia all’opera cinematografica in 3D.

Quello che durante l’infanzia è etichettata come attività di ‘nullafacenza’, si trasforma nell’unica arma a disposizione per salvare il pianeta terra dall’attacco dei Pixels, una forma di vita aliena. I protagonisti diventano dei supereroi, una sorta di piccolo esercito vincente a servizio dell’umanità, che si rivelerà molto più adatto ad affrontare la battaglia rispetto a quello statunitense, che peraltro Brenner – Adam Sandler –  e Ludlow – Josh Gad –  hanno cercato inutilmente di addestrare.

Pixels, una partita entusiasmante ben realizzata

La storia nel suo procedere acquista le caratteristiche di una partita a più puntate in cui a ognuna di esse cambia il videogioco e attraverso di esso evolvono anche le relazioni tra i personaggi.

Personaggio curioso è il presidente Cooper, Kevin James, che, come i tre campioni dei videogiochi arcade, con il procedere della storia compie una sorta di riscatto “sociale”. I personaggi principali da una condizione di disdegno passano a una condizione di forte ammirazione.

Pixels, tra divertimento e satira politica leggera

In questo riscatto del Presidente degli Stati Uniti, palesato all’interno della conferenza stampa in cui il tentativo di un giornalista di metterlo in difficoltà attraverso una citazione culturalmente di rilievo non lo scalfisce, si legge, tra le righe, una sorta di satira politica.

La dimensione del videogioco ribalta e rimescola la griglia di valutazione valoriale con cui generalmente si guarda la società. Un processo che accompagna e si sviluppa gradualmente all’interno dell’intera storia riproducendo in un certo senso il superamento dei livelli di una partita.

“Pixels” è dunque un’opera filmica, per grandi e piccini, leggera, divertente e avvincente per la sua originalità.

Marianna Cifarelli

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