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Petit Paysan – Un eroe singolare (2017)

Recensione

Petit Paysan – Un eroe singolare – Recensione: magnifico esordio di Hubert Charuel

"Petit Paysan - un eroe singolare"

Il regista trentatreenne Hubert Charuel realizza, con “Petit Paysan – Un eroe singolare”, il suo primo lungometraggio. È difficile mettersi alla prova con un’opera prima, sia da un punto di vista produttivo che da un punto di vista di scrittura e regia, ma il giovane Charuel ci è riuscito, ed anche in modo egregio. Grazie a un’impeccabile sceneggiatura, ha convinto la Domino Film a produrre un lavoro la cui storia è incentrata sull’amore di un allevatore per le sue vacche, e secondo a creare una pellicola pura, elegante, tagliente e intima.

Da un regista in erba ci si aspetterebbe un prodotto ancora acerbo, e invece Charuel si dimostra molto più maturo di molti suoi colleghi più navigati. Swann Arlaud entra perfettamente nei panni del protagonista Pierre, e lo fa con un’ interpretazione tale da restituire al pubblico un protagonista umano, vero. Raramente al cinema, e in televisione, si assiste ad una tale costruzione del personaggio, che parte prima di tutto da una riuscita sceneggiatura fino all’ottima recitazione dell’attore francese.

Accantonate la macchiette e i “pupazzoni” di molto cinema, ci si trova davanti a un uomo e alla sua storia, che non ha la pretesa di ingraziarsi il pubblico toccando argomenti complessi, e intricati esistenzialismi. Pierre, nella sua veridicità ricorda il Walter White di Bryan Cranston, per quanto proseguano destini totalmente diversi.

“Petit Paysan – Un eroe singolare” segue le vicende di Pierre, un trentacinquenne che vive ancora con la famiglia, di cui gestisce la fattoria e che rappresenta tutta la sua vita. Noto in paese come il Principe delle vacche, Pierre tiene a tal punto ai suoi animali da tentare l’impossibile pur di salvarli da una grave epidemia che sta colpendo gli allevamenti della Francia.

Petit Paysan – Un eroe singolare: un racconto forte e personale

Hubert Charuel costruisce una storia che spazia dal thriller al drammatico, dalla commedia al grottesco il tutto racchiuso nella cornice del contesto rurale e agricolo. Un film moderno che sa attingere il giusto da ogni genere e che dimostra una certa conoscenza del cinema da parte del regista. Quest’ultimo realizza un’opera personale, partendo dalla storia della sua infanzia: cresciuto in una fattoria (la stessa in cui è girato il film), Charuel ha imparato sulla sua pelle cosa voglia dire lavorare a stretto contatto con gli animali, e tutto ciò lo ha trasmesso nel suo lavoro.

Le immagini si fanno portavoce delle emozioni, dei risentimenti e delle paure del regista che ci lascia intendere una vera passione verso il cinema e soprattutto ciò che viene rappresentato al suo interno: la vita animale e la dedizione al lavoro.

“Petit Paysan – Un eroe singolare” regala al pubblico uno spaccato quasi sconosciuto al grande schermo, fatto sopratutto da quei piccoli gesti quotidiani d’amore, passione e dedizione con cui Pierre accudisce le sue mucche, per cui lotterà fino all’esaurimento pur di salvarle. Ma non solo, lotterà per salvare la sua identità, messa a rischio, perché Pierre è un tutt’uno con il suo mestiere, su cui ha costruito la sua esistenza e il suo futuro, e una volta che il terreno inizia a sgretolarsi sotto i suoi piedi si domanda se ci sia salvezza oltre il baratro.

L’amicizia, il divertimento e l’amore passano in secondo piano per il protagonista, il cui unico scopo ormai è riaffermare se stesso ogni giorno, davanti agli occhi di tutti e sopratutto i suoi. Le immagini ci fanno intendere una certa complicità con le sue mucche, che sembrano essere le sole a restituirgli uno sguardo complice.

Si nota un netto stacco tra le scene nella fattoria, immerse nella natura, e quella emblematica del bowling, in cui le luci colorate dei neon fanno da contrasto alla vera essenza del protagonista. Charuel gioca con gli spazi e le luci, per creare lo straniamento che il protagonista prova in quei luoghi che non gli appartengono più.

Oltretutto, i momenti in cui il suono delle macchine della fattoria, sopratutto quelle per la mungitura, fanno da contrasto ai silenzi di Pierre ricordano quelli magnifici de “Il petroliere” di Paul Thomas Anderson, a dimostrazione ulteriore di come si sia attinto nel modo giusto da tutto il cinema.

“Petit Paysan – Un eroe singolare” si dimostra un piccolo capolavoro che per novanta minuti non annoia mai, ed anzi, in un crescendo di tensione tiene incollati allo schermo.

 

Riccardo Careddu

 

Trama

 

  • Titolo originale: Petit Paysan
  • Regia: Hubert Charuel
  • Cast: Swann Arlaud, Sara Giraudeau, Bouli Lanners, Isabelle Candelier, Valentin Lespinasse
  • Genere: Drammatico, Colore
  • Durata: 90 minuti
  • Produzione: Francia, 2017
  • Distribuzione: No.Mad Entertainment
  • Data di uscita: 22 marzo 2018

Petit Paysan locandina itaPierre è un uomo di trent’anni, gestore di una fattoria che rappresenta tutta la sua vita. Dopo un’epidemia che mette a rischio la salute dei suoi animali, farà di tutto pur di salvarli e salvare la sua posizione.

Charuel e la rappresentazione di una Francia nascosta

Hubert Charuel, rivelazione del cinema francese dell’ultimo decennio, torna al cinema con un nuovo film, dopo il successo di “K-nada” (2015). Ancora una volta il regista decide di indagare la parte più nascosta della Francia: non la realtà delle grandi città e metropoli, ma le vicende di un’azienda agricola gestita da un trentenne determinato, che ha a cuore i suoi animali più di qualsiasi altra cosa.

La vicenda non è sconosciuta a Charuel, crescito nella fattoria dei genitori fin da piccolo. Il regista è, quindi, esperto del tema. Ciò appare evidente allo spettatore, che nota fin dall’inizio della pellicola che la macchina da presa racconta una vicenda in un modo particolarmente consapevole e sicuro. E questo non è tutto. Si aggiungono anche i problemi derivati dalla poca preoccupazione delle istituzioni francesi rispetto alle problematiche degli animali e della campagna in generale. Accanto alla determinazione di Pierre, infatti, notiamo anche la sua frustrazione nel sentirsi talvolta impotente verso il destino dei suoi amati animali. “Petit Paysan – Un eroe singolare” riesce dunque a toccare la sensibilità dello spettatore.

Trailer

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