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Perfetti Sconosciuti: Paolo Genovese incontra la stampa e racconta il film

Perfetti Sconosciuti: “Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata ed una segreta”

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“Perfetti sconosciuti”, il nuovo film diretto da Paolo Genovese, è stato presentato questa mattina al cinema Adriano di Roma.
Alla Conferenza stampa, seguita alla proiezione del film, erano presenti il cast al completo, il regista ed il produttore, Marco Belardi, che hanno risposto con intelligenza e simpatica ironia alle domande dei giornalisti.

Ha aperto la conferenza il regista, che ha raccontato come l’idea del film sia nata da una frase di Gabriel Garcia Marquez per cui ognuno di noi, accanto ad un profilo privato ed uno pubblico, ne ha anche un terzo, quello segreto, spesso nascosto nelle Sim dei cellulari. L’idea di raccontare la vita segreta delle persone, ha dichiarato Genovese, era interessante, anche se non facile. Nel cinema contemporaneo è diventato difficile essere originali nelle idee: occorre quindi cercare di esserlo nel modo di raccontarle.
Inizialmente doveva esserci solo una scena imperniata sul telefono cellulare, ma poi, procedendo nella sceneggiatura, le idee sono venute di getto.

Sul set, ha continuato il regista, si è poi instaurata un’atmosfera di collaborazione tra gli attori, che hanno saputo interpretare al meglio tutti i personaggi, con un risultato finale molto soddisfacente.

Perfetti sconosciuti: “Siamo tutti frangibili”

La discussione è continuata sul tema della vulnerabilità a cui tutti – chi più chi meno – siamo esposti nel momento in cui affidiamo ad un oggetto i nostri segreti.
Ci troviamo quindi ad avere un tallone d’Achille che ci rende fragili. Il film dovrebbe essere, come ha aggiunto Anna Foglietta, anche un invito ad un uso più consapevole della tecnologia e dei social, il cui utilizzo sconsiderato può diventare molto pericoloso. La lettura dei messaggi e delle mail altrui è scottante, perché è quasi scontato che vi si trovi qualcosa di segreto, a cui si accede senza filtri, ed è facile che si creino malintesi.
Interpellata a questo proposito anche la più giovane nel cast, Benedetta Porcaroli, che interpreta il ruolo di Sofia, ha confermato che il tema è molto attuale soprattutto per le giovani generazioni che quotidianamente si trovano a doversi confrontare con queste problematiche.
Il film non vuole però essere accusatorio nei confronti dei social, ha precisato Genovese, ma solo dell’uso sconsiderato che a volte ne viene fatto.

Perfetti sconosciuti: una molteplicità di temi di grande attualità

“Perfetti sconosciuti” sviscera con intelligente ironia molteplici temi molto attuali, come il rapporto con la tecnologia, i rapporti di coppia, l’amicizia, il tradimento, i rapporti genitori-figli, ma anche l’omosessualità e i pregiudizi che la accompagnano. Anche in questo senso il film è molto attuale. Genovese ha dichiarato di non aver voluto citare esplicitamente il tema delle unioni civili, d’accordo con Mastrandrea, il cui personaggio, con una frase molto significativa, (“Sono stato frocio per due ore e mi è bastato”), esprime tutto l’alone di pregiudizio che ancora circonda gli omosessuali, facendo comunque passare un messaggio molto chiaro.

Perfetti sconosciuti: una commedia amara alla Ettore Scola

Alla domanda su quanto di Ettore Scola sia presente nel film, Genovese ha risposto che “Perfetti sconosciuti” è una commedia, genere che non va confuso con il comico, come a volte accade.
La commedia è un genere complesso, spesso drammatico, che fa ridere ma racchiude in sé anche riflessioni amare, momenti commoventi. Nella commedia in un’ora e mezza si alternano generi diversi, così come nei film di Scola.
In “Perfetti sconosciuti” il pubblico partecipa al dramma dei protagonisti, quasi fosse l’ottavo commensale e, in questo senso, l’opera è teatrale, anche perché si svolge in sequenza, con un’unità di luogo. Il finale a sorpresa, poi, rende lo spettatore ancora più partecipe, facendolo sentire molto vulnerabile nella sua normalità.

Il cinema dovrebbe preoccuparsi solo di fare bei film

La discussione sui generi e sulla commedia è poi continuata, con gli interventi di Genovese e di Leo, che hanno ricordato come in Italia ci siano grandi registi, quali Virzì o Salvatores, che ultimamente non fanno più commedie, perchè il cinema cerca di produrre ciò che incontra il favore del botteghino. Si assiste quindi ad un aumento dei film comici, che hanno tolto interesse e mercato alla commedia sofisticata. Spesso, ha continuato Mastrandrea, si studia ciò che piace al pubblico, ma ci si dimentica che il pubblico poi studia quello che gli viene proposto. Il cinema dovrebbe quindi preoccuparsi di fare bei film, di livello, indipendentemente dal genere.

Il film uscirà in circa 500 copie e ci sono già vari Paesi stranieri che hanno manifestato il loro interesse per un remake. Seguirà anche uno spettacolo teatrale.

Isabella Gasparutti

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