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Patria – Recensione

Un viaggio nella memoria storica e politica italiana

Regia Felice Farina – Cast: Francesco Pannofino, Roberto Citran, Carlo Giuseppe Gabardini – Genere: Drammatico, colore, 88 minuti – Produzione: Italia 2014 – Distribuzione: Istituto Luce – Cinecittà

PatriaLa disperazione per la chiusura della fabbrica e la conseguente perdita del lavoro spingono Salvo, un operaio siciliano trasferitosi a Torino proprio per lavorare, ad arrampicarsi sulla torre della fabbrica, minacciando di buttarsi giù se non gli viene ridato l’impiego. Il gesto dell’uomo è drastico e viene compiuto d’impeto, senza premeditazione, come reazione di protesta alla notizia della chiusura dello stabilimento e alla rassegnazione dei suoi colleghi. In seguito si uniranno a lui anche Giorgio, il rappresentante sindacale salito sulla torre per convincerlo a desistere, e Luca, il custode della fabbrica, autistico e ipovedente. I tre passeranno una nottata intera in cima alla torre, nella speranza di attirare l’attenzione dei giornalisti e della televisione, per far conoscere a tutti la loro storia.

L’episodio descritto nel film, tratto dall’omonimo libro di Enrico Deaglio, diventa il punto di partenza da cui il regista, Felice Farina, ricostruisce e ripercorre non solo la storia dei tre personaggi, ma anche quella dell’intero paese negli ultimi trent’anni, dagli atti criminali agli scandali che lo hanno colpito e che lasciano un’ombra sulla storia politica italiana.

Dai discorsi, dalle discussioni e dai ricordi dei protagonisti vengono rievocati gli episodi che hanno segnato la storia italiana, a partire dalle tragiche vicende che hanno sconvolto il paese negli Anni di Piombo, con i numerosi attentati e le stragi, passando per il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, e poi ancora la lotta alla mafia, con gli arresti e il maxiprocesso di Palermo, con l’uccisione di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

La narrazione del film si sviluppa quindi su due piani, da una parte il presente di Salvo, Giorgio e Luca, che parlano, discutono, si confrontano e talvolta anche litigano, innescando un tuffo temporale al’indietro, che viene rappresentato sullo schermo attraverso le immagini e l’audio di repertorio dei telegiornali, permettendo agli spettatori di rivivere la cronaca degli eventi, o di apprenderli attraverso gli occhi dei personaggi, assumendo in alcuni spezzoni la logica narrativa di un vero e proprio flusso di coscienza.

La storia della protesta dei tre operai sembra passare in secondo piano, sovrastata dagli episodi storici e politici, ma in realtà sono proprio quelle rievocazioni a dare un senso alla loro situazione, spiegando o tentando comunque di dare una spiegazione al perché i tre si trovino costretti alla protesta, a come sono arrivati a quel punto e a come ci sia arrivato anche il paese in cui vivono.

I tre protagonisti del film incarnano così la memoria collettiva di una generazione del popolo italiano, rappresentando anche il confronto tra personalità e ideologie completamente diverse, che vanno a scoprire pian piano ciò che le unisce, dai drammi sociali vissuti, alla sofferenza di tutt’altro tipo per il rigore sbagliato da Roberto Baggio ai mondiali di calcio del 1994. In particolare Salvo e Giorgio si scontreranno continuamente, a causa dei loro ideali di natura politica completamente opposta, ma proprio questo scontro continuo gli permetterà di avvicinarsi e conoscersi davvero, gettando le basi per un’amicizia profonda.

“Patria” è il percorso attraverso la storia e la memoria collettiva, sociale e politica di un popolo, che sono gli elementi che più hanno influenzato e contribuito a creare il paese che è oggi l’Italia.

Giorgia Persechini

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