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Nymphomaniac – Volume 1 – Recensione

Nymphomaniac – Volume 1: prima parte dello scandaloso film nato dal genio di Lars Von Trier

(Nymphomaniac) Regia: Lars Von Trier – Cast: Stellan Skarsgård, Willem Dafoe, Charlotte Gainsbourg, Shia LaBeouf, Uma Thurman – Genere: Drammatico, Erotico, colore, 118 minuti – Produzione: Danimarca, 2013 – Distribuzione: Good Films – Data di uscita: 3 aprile 2014.

nymphmaniac-volume1In una fredda notte d’inverno, una donna, Joe, è riversa in un vicolo quasi priva di sensi e con il volto sanguinante. La trova Saligman, un uomo che le dà ospitalità nel suo appartamento per curare le ferite e darle conforto. Incalzata dalle domande di Saligman, Joe inizia il racconto della sua vita serrata intorno ad un irrefrenabile istinto sessuale.

L’orchestra diretta dal maestro Lars Von Trier anche questa volta suona alla perfezione. Si esibisce in un avvicendamento continuo di velocità d’esecuzione. Andante, allegro e adagio. In alcuni casi si sofferma troppo sull’adagio, ma l’opera d’arte si ascolta tutta, anche nei momenti più lenti.

“Nymphomaniac” ci trascina nelle spire del peccato e del senso di colpa con la naturalezza e la disinvoltura che solo il cinema di Lars Von Trier sa offrire. La protagonista, schiacciata dalla morale comune, si percepisce come un essere umano orribile. Schiava dei suoi appetiti inappagabili, disorientata da un cronico senso di solitudine e terrorizzata dal sentimento dell’amore, Joe trova in Saligman un interlocutore che le offre, invece,  un’analisi razionalistica degli episodi che hanno scadenzato il suo vissuto.

Nasce così un contrasto tra due forze dal quale il film trae la sua linfa vitale. Una spinta apparentemente irrazionale e distruttrice, rappresentata dalla ninfomania di una donna e lo spirito pacatamente esplicativo incarnato da un uomo maturo. Femmineo e mascolino si rincorrono e si azzuffano di continuo, non solo, come si potrebbe facilmente pensare, nelle scene di sesso esplicito, ma in modo più eclatante nei piccoli gesti e nei desideri di cose banali.

Ribaltando le aspettative, si esprime il genio del cineasta danese. Le scandalose sequenze con genitali in primo piano sono parte integrante del racconto, ma a confronto con gli accenti e i contrappunti della trama risultano solo un piccante contorno. Il regista sembra quasi compiacersi nel riempire quel vuoto lasciato dal pudore artistico dei suoi colleghi, mostrando quello che altri non osano far vedere.

“Nymphomaniac – Volume 1” però non sorprende. Non lascia quella sensazione destabilizzante tipica dei film di Lars Von Trier. Proprio questa mancanza potrebbe essere l’astuta operazione di marketing per farci sospirare la seconda parte con la speranza, infine, di essere appagati.

Riccardo Muzi

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