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Non c’è campo

 

Recensione

Non c’è campo – Recensione: La vita senza connessione secondo Federico Moccia

Non c'è campo scena

C’è una famigliola seduta a tavola, madre, padre e figlia mangiano un toast, nessuno dei tre parla, sono tutti concentrati sui loro telefoni: scrollano la loro bacheca di Facebook, rispondono a messaggi. È uno scenario assai famigliare, qualcosa che noi tutti conosciamo e abbiamo fatto, proprio questa familiarità ci aiuta ad entrare nel nuovo film di Moccia: “Non c’è campo“.

Non c’è campo: la familiarità delle ambientazioni rassicura lo spettatore

La famiglia, gli amici, la scuola, il paesino. In “Non c’è campo” la familiarità delle scene ci accompagna per tutto il film ed è uno dei suoi punti di forza: quella famiglia diventa la nostra famiglia, imperfetta ma che nessuno ha voglia di abbandonare ma di ricostruire nonostante tutto.

Gli amici sono i nostri amici, quelli che a volte ti abbandonano e ti tradiscono, ma anche quelli che ti accolgono nonostante tutto. La scuola, cosa c’è di più famigliare dell’istituzione per eccellenza? Luogo di crescita per antonomasia, rappresentato in gita dalle professoresse, sempre ligie al dovere e molto attente ai ragazzi, a tratti più attente a loro che al resto. Infine il paese, Scorrano, in Puglia. È il luogo dove i ragazzi non vogliono stare, dal quale vogliono scappare ma che ameranno e li legherà per sempre; rappresenta il ricongiungimento con la natura, il ritrovamento con se stessi, la scoperta dell’incontaminato. È lì che avviene la magia: che la classe si unisce, che i ragazzi riscoprono loro stessi e i valori morali persi nella grande città.

Non c’è campo: i punti deboli della sceneggiatura

“Non c’è campo” fa dell’imperfezione un tema importante, purtroppo non solo didascalico ma anche tecnico: infatti se la narrazione è buona ed è resa bene, dal punto di vista tecnico ci sono delle imperfezioni da aggiustare. Ad esempio il cast corale crea troppe sotto-trame che nella parte conclusiva diventano difficili da seguire, tutto si confonde. Anche se all’inizio è stata fatta una scelta consapevole, aprendo la sceneggiatura a certi caratteri piuttosto che ad altri, nel finale il film vuole dare un senso a così tante cose che vengono addirittura create delle narrazioni dal nulla a personaggi del tutto marginali. Nonostante questo, il personaggio che emerge, quello più divertente del film, è quello interpretato da Mirko Trovato.

Infine “Non c’è campo” sembra scritto da qualcuno che ha una certa idea sui giovani, ma che pare non aver parlato mai con uno di loro: è intriso di pregiudizi e li fa parlare come dei meme di Facebook. Così “mi viene l’ansia” è una delle frasi più frequenti del film, diventandone un tormentone detto dai personaggi non solo appena sparisce il campo dei telefonini, ma praticamente per ogni cosa. Secondo la logica della storia il vecchio è sempre meglio, dunque la vita in mezzo alla natura e non connessi è per forza di cose meglio di quella dei ragazzi d’oggi. Il rischio che si corre però è che questa prospettiva giudicante possa allontanare i giovani da questo film, di cui dovrebbero rappresentare il pubblico.

 

Martina Panniello

Trama

  • Regia: Federico Moccia
  • Cast: Vanessa Incontrada, Gianmarco Tognazzi, Corrado Fortuna, Claudia Potenza, Neva Leoni,Beatrice Arnera, Mirko Trovato, Eleonora Gaggero, Caterina Biasiol
  • Genere: Commedia sentimentale, colore
  • Durata:
  • Produzione: Italia, 2017
  • Distribuzione: Koch Media
  • Data di uscita: 2 novembre 2017

 

Non c'è campo locandina dedinitivaLaura (Vanessa Incontrada), professoressa di liceo amante del proprio lavoro e affezionata ai propri allievi, decide di organizzare una gita di una settimana in Puglia, dove il gruppo sarà ospitato da Gualtiero Martelli (Corrado Fortuna), apprezzato artista noto in tutto il mondo.
La sua partenza la costringe a lasciare a casa suo marito Andrea (Gian Marco Tognazzi) e la figlia Virginia (Eleonora Gaggero).

La professoressa Alessandra (Claudia Potenza) sarà la compagna di viaggio di Laura che trova un buon riscontro nei suoi studenti – in particolare Francesco (Mirko Trovato), Flavia (Beatrice Arnera) e Valentina (Caterina Biasiol) – già dal viaggio in pullman.

Unico imprevisto della gita è l’assenza di campo dei telefoni cellulari  nel piccolo paese, meta della classe: un vero e proprio “black out telematico” al quale il gruppo dovrà far fronte, facendo a meno dell’oggetto ormai divenuto per la maggior parte della gente indispensabile.

L’assenza dello smartphone fa cambiare le abitudini dei personaggi che si ritrovano a comportarsi in maniera meno costruita, con reazioni più dirette e immediate. Questo periodo fatto di rapporti senza filtri diventerà per tutti un momento di crescita personale.

Non c’è campo: Federico Moccia senza tecnologia

Dopo “Universitari”, film del 2013, Federico Moccia, apprezzato scrittore, sceneggiatore e regista, figlio del grande Pipolo, torna dietro la macchina da presa con “Non c’è campo”, le cui riprese sono state effettuate a Scorrano in provincia di Lecce. Il film interpretato, tra gli altri, da Vanessa Incontrada, pone l’accento sui danni della tecnologia quando se ne abusa, sul bisogno dell’umanità di ritrovarsi, superando le barriere create dai mezzi di comunicazione sempre più invasivi, attraverso cui la nostra società sembra isolarsi, perdendo la bellezza del contatto diretto.

Trailer

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