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Non buttiamoci giù – Recensione

Una commedia nera inglese su un gruppo di aspiranti suicidi

(A Long Way Down) Regia: Pascal Chaumeil – Cast: Pierce Brosnan, Toni Collette, Aaron Paul, Imogen Poots, Rosamund Pike – Genere: Commedia, colore, 96 minuti – Produzione: Gran Bretagna, 2013 – Distribuzione: Notorious – Data di uscita: giovedì 20 marzo 2014.

non-buttiamoci-giuDal best seller di Nick Horby (“About a Boy”, “Alta Fedeltà”), la storia di quattro sconosciuti che, durante la note di Capodanno, si incontrano in cima al grattacielo più alto di Londra con lo stesso intento, ovvero quello di saltare giù. Questa coincidenza è talmente grottesca da farli desistere temporaneamente e stringere un patto: nessuno dei quattro si suiciderà per almeno sei settimane, ma la notte di San Valentino si ritroveranno sullo stesso grattacielo per fare il punto della situazione sulle loro vite.

Il film parte con tutti i migliori auspici: una incipit interessante, una sceneggiatura adattata dall’ottimo e divertentissimo libro di Nick Horby e un cast d’alto livello con star come Pierce Brosnan, Toni Collette e la giovane scoperta Aaron Paul, sempre più richiesto dopo il successo della serie “Breaking Bad”.

Purtroppo però dopo la prima parte, di cui la bellissima inquadratura iniziale con Brosnan sul cornicione del grattacielo fa da perno, il ritmo comincia a cambiare. Chi ha letto il libro da cui il film è tratto, o più in generale un’opera di Horby, sa che lo scrittore inglese riesce attraverso le sue parole a trasmettere, anche nelle situazioni più disparate, un senso di graffiante ironia che strappa violentemente e insistentemente sorrisi e risate al lettore. Non era certo facile per lo sceneggiatore Jack Thorne mantenere queste caratteristiche nella pellicola, ma di certo avrebbe potuto evitare di banalizzare in maniera significativa alcuni dei personaggi a partire da Martin, che da scostante star televisiva dall’irresistibile sarcasmo diventa un volto noto pieno di sé e di buoni sentimenti.

Sostanziali cambiamenti sono stati apportanti anche al personaggio di J.J., nonostante forse la sua insicurezza lo renda più realistico, ma anche con lui tanto divertimento va perso. Risultato della devastante scomparsa dello humor inglese, della tragicità di fondo di ogni personaggio e del ritmo incalzante proprio del romanzo sono la creazione di scene corali che relegano il film a una dimensione quasi adolescenziale con l’inserimento di storie d’amore che più che attrarre lo spettatore lo lasciano con in bocca il triste sapore del già visto.

Ad ogni modo da apprezzare sono la scelta di raccontare la storia secondo quattro capitoli separati con i nomi dei personaggi, che semplifica l’originale racconto sotto forma di diario con continui sbalzi temporali, consentendo all’occhio cinematografico di farsi sempre più profondo. Anche la regia di Pascal Chaumeil si sforza come meglio può di regalare ritmo e fluidità alle immagini. Riuscita, come sempre, è su tutti l’interpretazione di Toni Collette, che restituisce l’ingenua autenticità del suo personaggio grazie alla sua potenza espressiva.

Peccato dunque per i fan di Horby (e non) che vedranno inesorabilmente deluse le loro aspettative dopo la visione di “Non buttiamoci giù”, scoprendo che da una sferzante commedia nera si è passati ad un lungometraggio calderone di generi dei quali su tutti prevale quello dell’insipido e abusato “vogliamoci bene”.

Miriam Reale

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