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Motel Woodstock – Recensione

Una fresca commedia di Ang Lee sul mitico concerto Woodstock e su un ragazzo, Elliot, che nel suo piccolo contribuì ad organizzarlo

(Taking Woodstock) Regia: Ang Lee – Cast: Liev Schreiber, Jeffrey Dean Morgan, Emile Hirsch, Dan Fogler, Paul Dano, Eugene Levy, Kelli Garner, Imelda Staunton, Demetri Martin, Jonathan Groff, Henry Goodman – Genere: Commedia, colore, 120 minuti – Produzione: USA, 2009 – Distribuzione: BIM – Data di uscita. 9 ottobre 2009.

motel-woodstockPreparatevi per un viaggio nel tempo, un viaggio in cui vi cresceranno i capelli, avrete fiori sui vestiti e tanta voglia di sorridere. Questo “trip” vi porterà dritti dritti nel più famoso dei concerti della storia Americana: Woodstock. Ang Lee dirige questa commedia come un “Cicerone”, spiegando allo spettatore la storia e l’aria che si respirava prima e durante il grande evento, e lo fa avvalendosi di un giovane ragazzo, Elliot.

La storia di Elliot è quella dell’uomo che involontariamente ha contribuito a trasformare il leggendario Festival di Woodstock del 1969, nel grande evento che è diventato. La sua famiglia gestisce un fatiscente motel, “El Monaco” nei Catskills, un paesino vicino New York, dove Elliot li aiuta come può per salvarli dal fallimento. Venuto a sapere che la cittadina di Wallkill ha negato i permessi agli organizzatori di un festival musicale, si propone per ospitarli nel suo motel, sperando di risollevare le finanze familiari.

Detto fatto, Michael Lang e gli organizzatori della Woodstock Ventures piombano nella cittadina, con tanto di elicottero, per una ricognizione. L’unico inconveniente è il posto, infatti la terra di Elliot è un enorme palude. Ma il ragazzo ha un asso nella manica, presenta ai “Woodstockiani” il vicino di casa Max, che possiede una fattoria di 250 ettari di produzione di latte e il gioco è fatto. Tutto è pronto per organizzare la maratona musicale, “tre giorni di pace, amore e musica a White Lake”, a cui mezzo milione di persone prese parte. La pellicola si avvale di un cast eccezionale, con attori come Henry Goodman e Imelda Staunton, che sono i fantastici genitori di Elliot, Emile Hirsch, che interpreta un ragazzo reduce dal Vietnam, gli strampalati attori della compagnia teatrale che vive nel fienile di El Monaco, e Vilma, un travestito ex-marine, a cui dà volto il muscoloso Liev Schreiber.

Ognuno fa la sua parte magnificamente, proiettandoci l’idea e la realtà di un ambiente del tutto sconosciuto alla nostra generazione, fatto di droghe allucinogene, trip mentali, sogni, speranze e tanta voglia di ribellione, ci catapulta al centro di un evento generazionale che cambierà la cultura popolare per sempre, ci mostra il ’69 di Woodstock.

La colonna sonora non potrebbe essere delle migliori, affidata ai gruppi di allora come i Grateful Dead, i Jefferson Airplane, Country Joe and the Fish, i Doors, gli Who, Jimi Hendrix e chi più ne ha più ne metta.

Il premio Oscar Ang Lee torna alla commedia, proponendoci questo scanzonato viaggio nel tempo, che è una trasposizione cinematografica tratta dall’omonima biografia di Elliot Tiber, “Taking Woodstock” , dai toni rigorosamente accesi. Seppur Woodstock non sia un soggetto facile per una pellicola da grande schermo, nel film oltre alla comicità troviamo emozioni, riflessioni sulla difficoltà di crescere e cambiare, e la straordinaria sensazione che tutto era possibile.

Sonia Serafini

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