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Monuments Men – Recensione

George Clooney torna alla regia per raccontarci un’impresa tutta stelle e strisce: salva l’arte (da Hitler) e mettila da parte 

(The Monuments Men) Regia: George Clooney – Cast: George Clooney, Jean Dujardin, Bill Murray, Matt Damon, Cate Blanchett, John Goodman, Bob Balaban, Hugh Bonneville, Dimitri Leonidas – Genere: Drammatico, colore, 118 minuti – Produzione: USA, Germania, 2013 – Distribuzione: 20th Century Fox – Data di uscita: 13 febbraio 2014.

MONUMENTS_MEN_locandinaA cavallo tra il 1943 e 1944, per recuperare il patrimonio artistico trafugato dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti inviano nel martoriato vecchio continente un manipolo di uomini. Non sono militari addestrati ma studiosi e appassionati d’arte con una sola missione: sottrarre dalle grinfie di Hitler il maggior numero di dipinti e sculture dal valore inestimabile.

Il soggetto è alquanto attraente non solo per la particolare vicenda, ma anche perché basato su una storia vera. Clooney ci aggiunge perfino un cast stellare così che il risultato finale sembra sia già scontato. Invece si rimane sorpresi. Durante tutto il film l’ago della bilancia non oscilla tra il valore della vita umana e quello di un’opera d’arte ma pende decisamente verso quest’ultima, grazie ad una massiccia dose di retorica.

Il trionfalismo a stelle e strisce cosparge l’opera di una fastidiosa nebbiolina che ci impedisce di osservare con cura il significato della nobile azione dei Monuments Men. Le indiscutibili caratteristiche tecniche della pellicola, come sempre garantite dalle fastose produzioni americane, non riescono a esaltare la storia che scorre davanti ai nostri occhi. Clooney, malgrado abbia tra le mani un notevole materiale, ci restituisce un prodotto soprattutto d’intrattenimento.

Assi come Bill Murray e John Goodman vengono giocati per strappare il sorriso allo spettatore cercando giustamente di ammorbidire i connotati tragici della vicenda. I conti però non tornano se colpiscono più le battute dei due eccellenti attori che la drammatica missione alla quale sono chiamati i loro personaggi, rivelando come il tentativo di trovare il giusto equilibrio tra serio e faceto non produca i risultati attesi.

Il pubblico che salutò con entusiasmo “Good Night, and Good Luck” rimarrà deluso al cospetto di un film che stimola profonde riflessioni, ma le sciorina con leggerezza, consegnandoci momenti di pathos troppo rari. Se le opere artistiche devono essere tutelate a tutti i costi perché rappresentano la memoria di un popolo o di una civiltà, forse “Monuments Men” rimarrà tra quelle sacrificabili.

Riccardo Muzi

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