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Monolith

Recensione

Monolith – Recensione: Uomo vs. Macchina

Monolith scena film

Quella di “Monolith” è una particolare ed innovativa interpretazione della classica lotta rappresentata dalla fantascienza, quella tra l’uomo e la tecnologia, il cui legame oscilla sul filo tra progresso e distruzione.
La Monolith è un’avanzatissima macchina dalle mille funzioni, progettata per proteggere i suoi occupanti da qualsiasi tipo di minaccia esterna. Questo gioiello della tecnologia però non è, sfortunatamente, in grado di riconoscere la propria proprietaria quando questa rimane chiusa fuori, con la modalità lockdown totale del veicolo attivata. Inizia quindi una disperata lotta della donna per raggiungere il figlioletto di due anni intrappolato dentro questa macchina fin troppo efficiente.

“Monolith” è un thriller adrenalinico e angosciante, che ribalta le carte ‘già viste’ del suo genere: non è la vita della protagonista ad essere in pericolo, ma quella del figlio, che è anche peggio; e non c’è l’opzione per questa povera madre di salvarlo con un sacrificio; in una situazione incredibilmente disperata, può contare solo sulle proprie capacità e sulla sua intelligenza, strumento chiave per poter escogitare un piano che funzioni.

Sandra/Katrina Bowden le pensa tutte, non lascia nulla di intentato, ed è proprio in questo il pinnacolo dell’angoscia di “Monolith”. Spesso nei film i personaggi non ragionano su certe soluzioni (più o meno ovvie) per esigenze di copione, cosa che rafforza il senso di ‘finzione’; in questo caso, invece, lo spettatore è portato a scervellarsi assieme alla protagonista, disperandosi con leimano a mano che le (poche) opzioni si esauriscono.

Monolith: il cinema italiano alla ribalta?

Monolith Katrina Bowden

L’idea della pellicola porta la firma di Sergio Bonelli Editore e di una nuova casa di produzione, la Vision Distribution, nata con l’intento di risollevare il cinema italiano. Si tratta infatti di un prodotto nostrano, che ricorda per certi versi un altro thriller sperimentale della penisola, “Mine” (2016) di Fabio Guaglione e Fabio Resinaro.

“Monolith” sembra un grande esordio: un film ben fatto, che funziona dall’inizio alla fine e che ha una sua originalità. Aspettative e speranze nei confronti della Vision si alzano, dunque, e questa collaborazione sembra promettere in futuro il tanto atteso adattamento cinematografico dello storico fumetto Dylan Dog.

Certamente questi impavidi cineasti hanno dimostrato che non serve necessariamente un grande cast o milioni di effetti speciali per realizzare un film accattivante, originale e dalla morale fantascientifica: se gli androidi di “Blade Runner” sembrano ancora una realtà troppo lontana per preoccuparsene, infatti, è inquietante invece vedere come anche una semplice macchina possa rappresentare un pericolo quando il progresso tecnologico sfugge di mano.

Valeria Brunori

Trama

  • Regia: Ivan Silvestrini
  • Cast: Katrina Bowden, Brandon W. Jones, Justine Wachsberger, Damon Dayoub, Andrea Ellsworth, Sila Agavale, Demetrius Daniels, Jay Hayden, Katherine Kelly Lang
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 83 minuti
  • Produzione: Italia, USA,  2017
  • Produzione: Vision Distribution
  • Data di uscita: 12 agosto 2017

Monolith Locandina

Nato da un’idea originale di Roberto Recchioni, il film “Monolith”, diretto da Ivan Silvestrini, è la trasposizione cinematografica di una graphic novel illustrata da Lorenzo Ceccotti. Protagonisti della vicenda sono una giovane madre molto ansiosa, suo figlio di due anni, la macchina più sicura al mondo e il deserto.

Sandra (interpretata da Katrina Bowden), assieme al piccolo David, si mette in viaggio per raggiungere i genitori del marito – momentaneamente assente per motivi di lavoro, a bordo della sua super tecnologicamente avanzata Monolith, un Suv di ultima generazione dotato di massimi confort e imbattibile sicurezza sulla strada; ma l’itinerario non va proprio come previsto e i due si ritrovano a fare i conti con l’essersi persi in mezzo al deserto.

Il tema principale su cui verte tutta quanta la vicenda è quello della “sicurezza”. Che cosa siamo disposti a sacrificare per averla? Da questo punto di vista, l’enorme automobile non costituisce parte antagonista nella pellicola, ma neutrale e diventa oggetto su cui si riversano timori e insicurezze della protagonista, lasciata da sola ad affrontare e cercare di conciliare il suo uso superficiale della tecnologia – alla quale ha affidato la sua vita e quella del bambino – e il suo fortissimo istinto di madre.

Monolith: un film e un fumetto

A differenza di come spesso accade per un film tratto da una novella a fumetti, “Monolith” non nasce in seguito alla realizzazione del comics – o viceversa – ma contemporaneamente. I due progetti, infatti, sono venuti alla luce parallelamente. Come dichiara lo stesso Recchioni, l’idea iniziale era pensata per il grande schermo ma, dopo due anni, la sceneggiatura non aveva trovato ancora una produzione disposta a metterla in scena; così l’autore si è dedicato alla narrazione illustrata. Poco dopo, grazie alla casa cinematografica Lock & Valentine, si è realmente aperta la possibilità che il lavoro diventasse un film e i due progetti hanno proseguito l’uno di fianco all’altro.

Trailer

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