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Michael Moore

Biografia

Regista, sceneggiatore, attore, produttore cinematografico, scrittore e autore televisivo statunitense, Michael Moore è stato il vincitore dell’Oscar al miglior documentario con “Bowling a Columbine” e della Palma d’oro al Festival di Cannes con “Fahrenheit 9/11”.

Michael Moore, il genio del documentario indipendente

(Flint, Michigan, 23 aprile 1954)

Michael Moore con il suo premio OscarIl regista americano Michael Moore, nato il 23 aprile 1954, è forse il più celebre documentarista indipendente del mondo e sicuramente quello di maggior successo. Moore nasce nella cosiddetta America profonda, la sterminata provincia che si estende in tutte le direzioni fuori dalle grandi città che tutti conosciamo, per la precisione a Flint, nel Michigan. Il piccolo paese è una delle sedi principali della General Motors e quasi tutti i residenti, compresi i genitori del piccolo Michael Moore, lavorano nella fabbricazione di automobili. Già da giovanissimo Michael è educato all’impegno civile e si occupa di politica fin dalle scuole superiori.

Il giornalismo impegnato e la passione per i documentari

Michael Moore negli anni ’80, dopo aver lasciato l’università, tenta l’avventura del giornalismo impegnato. Dapprima lavora nel Michigan, poi si trasferisce in California a lavorare presso la redazione della rivista politica “Mother Jones”, famosa per le sue scottanti inchieste. Persino nella redazione estremamente di sinistra di “Mother Jones” Moore si fa la fama di ribelle e di testa calda. Gli viene rifiutato il permesso di occuparsi di un’inchiesta sulla General Mothors, Moore si mette in polemica con i suoi colleghi e alla fine viene licenziato quando attacca l’articolo di un altro giornalista sulla rivoluzione Sandinista. Per tutta risposta ricorre in tribunale affermando che il licenziamento è illegale e i giudici gli accordano un risarcimento di quasi 60.000 dollari.

Con questi soldi il ragazzone di provincia decide di produrre un documentario d’inchiesta sulla General Motors, quello che diventerà la sua prima pellicola “Roger & Me” (1989). Il documentario si occupa della chiusura delle fabbriche di automobili di Flint che in quegli anni vengono spostate oltre il confine in Messico, causando la rovina di decine di famiglie che per anni avevano contato sul lavoro come operai per la grande azienda e di riflesso un disastro per l’intera città. Il Roger del titolo è Roger B. Smith, presidente della General Motors, che Michael tenta inutilmente di intervistare per tutto il film. “Roger & Me” è un grande successo di pubblico e critica, dando a Moore una certa fama come documentarista “alternativo”.

La critica alle multinazionali

Michael MooreMichael Moore nel 1995 gira il satirico “Operazione Canadian Bacon”, film nel quale gli USA dichiarano guerra al Canada per distrarre l’opinione pubblica dai problemi economici. La pellicola ha gravi problemi di realizzazione, fra l’altro il protagonista, l’attore John Candy, muore all’improvviso durante le riprese e alla fine è difficile trovare una distribuzione a un prodotto che sta a metà fra un documentario e un film comico. Moore però non demorde, scrive un libro in cui critica le grandi multinazionali americane e poi gira un documentario, “The Big One” (1998) nel quale mostra assurdi casi di sfruttamento dei lavoratori e dei consumatori da parte delle grandi industrie.

Negli anni ’90, il regista non trascura di proporre idee e documentari alle principali reti televisive americane, con le quali però continua ad avere rapporti burrascosi. Le elezioni del 2000 portano al potere tra mille polemiche George W. Bush. Moore reagisce all’ondata di destra e ai fatti dell’11 settembre scrivendo un libro contro il presidente e i suoi sostenitori: “Stupido uomo bianco”, che diventa ben presto un best-seller anche per le accese discussioni che provoca nei due schieramenti politici.

L’Oscar per “Bowling a Columbine”

NeMichael Moorel 2002, il regista di Flint torna al cinema con “Bowling a Columbine”, un’inchiesta che si occupa dell’abuso nella vendita delle armi negli USA, partendo dal disastroso massacro di Columbine che vede due studenti neonazisti massacrare a colpi di armi da guerra dodici loro compagni e un professore. “Bowling a Columbine” rimane un agghiacciante ritratto del culto della violenza tipico di larghi strati della società americana ed è accolto trionfalmente in Europa, vincendo fra gli applausi un premio a Cannes e successivamente un Oscar come Miglior Film. Durante la notte degli Oscar, Moore attacca apertamente Bush e la politica del suo governo.

Nel 2004, anno di elezioni, il regista gira “Fahrenheit 9/11”, nel quale analizza la vita di Bush e la guerra al terrorismo in maniera estremamente critica e radicale. Il film, presentato a Cannes con grandissima enfasi, vince la Palma d’Oro fra mille polemiche. In America si accusa apertamente il regista di voler influenzare le elezioni con una pellicola di propaganda. La Disney si rifiuta di distribuirlo per ragioni di “correttezza” e viene a sua volta accusata di censura. Alla fine “Fahrenheit 9/11” viene distribuito dai fratelli Weinstein, i fondatori della Miramax, che investono di tasca loro per permettergli l’accesso alle sale americane. Nonostante i tentativi di censura, o forse proprio grazie a questi, il film diventa un blockbuster e incassa 119 milioni di dollari, un record quasi assoluto per un documentario.

Grazie a questi successi, Moore è ormai consacrato come il genio del documentario indipendente ed ha anzi contribuito a rilanciare il successo del genere, che era ormai quasi sparito dalle sale cinematografiche. Le sue ultime fatiche “Sicko” (2007), che affronta i problemi del sistema sanitario privato negli USA, e “Capitalism: a Love Story” (2009), che denuncia le responsabilità delle banche nella gravissima crisi economica mondiale, non hanno forse lo stesso impatto di altre sue opere, ma certamente si sono conquistati una diffusione superiore a quella di qualsiasi altro film documentario. Nel 2015 si cimenta in “Where to Invade Next“, dove mette a paragone la società europea con quella americana, e nel 2016 “Michael Moore in TrumpLand“, dove analizza il retroscena del fenomeno Trump.

Fabio Benincasa

Filmografia

Michael Moore Filmografia

Michael Moore

  • Roger & Me (1989)
  • Bestioline da coccole o da macello: il ritorno a Flint (Film TV) (1992)
  • Operazione Canadian Bacon (1995)
  • The Big One (1998)
  • And Justice for All (Film TV) (1998)
  • Bowling a Columbine (2002)
  • Fahrenheit 9/11 (2004)
  • Captain Mike Across America (2007)
  • Sicko (2007)
  • Capitalism: A Love Story (2009)
  • Where to Invade Next (2015)
  • Michael Moore in TrumpLand (2016)

 

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