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Medianeras – Innamorarsi a Buenos Aires – Recensione

“Medianeras – Innamorarsi a Buenos Aires”, un film agrodolce sulla solitudine urbana

(Medianeras) Regia: Gustavo Taretto – Cast: Pilar López de Ayala, Javier Drolas, Inés Efron, Carla Peterson, Rafael Ferro – Genere: Commedia, colore, 95 minuti – Produzione: Argentina, Spagna, Germania, 2011 – Distribuzione: Bolero – Data di uscita: 2 ottobre 2014.

medianerasCon “ Medianeras – Innamorarsi a Buenos Aires”, Gustavo Taretto dirige una favola romantica in una città urbanisticamente illogica, strettamente legata alla psicologia dei suoi abitanti.

Il film si apre con una serie di foto panoramiche della capitale argentina, cresciuta negli ultimi anni in modo assolutamente caotico; la stessa confusione permea i due protagonisti, trentenni in crisi di nervi. Lui è un webmaster di successo in via di guarigione da una serie di turbe psichiche, lei è un architetto fallito che per vivere fa la vetrinista. Le loro esistenze si sfiorano senza mai toccarsi.

La pellicola d’esordio del giovane regista argentino Gustavo Taretto è un ritratto della solitudine urbana dai toni agrodolci. Persone chiuse nei loro monolocali, chiamati scatole da scarpe, vivono un surrogato di vita, all’apparenza neanche tanto male.

Si ride a denti stretti quando si vede questo piccolo gioiellino, in cui le animazioni si alternano a un tour virtuale fotografico di Buenos Aires. Tra incontri sentimentali falliti e vasche in piscina contate nevroticamente, la vita va avanti. Martin porta a spasso il barboncino bianco della sua ex ragazza e Mariana fa la doccia ai manichini che usa per il suo lavoro. Le loro case minuscole sono piene di oggetti inutili quasi quanto le loro vite sono vuote di affetti.

Una voce narrante accompagna lo spettatore in questo viaggio dentro un mondo impazzito. Diviso in quattro stagioni, il film di Taretto pesca nell’immaginario di Woody Allen, come in quello di Antonioni.

La solitudine urbana dipende dagli architetti, come afferma il regista in un’intervista, o da una realtà fagocitata dal virtuale? Sarà proprio una chat line a unire i due ragazzi, aprendo una finestra sulle pareti cieche che si affacciano sui loro palazzi: le medianeras del titolo.

Questo piccolo film è bello visivamente e molto ben scritto. Bravi e calibrati i due protagonisti Martin/Javier Drolas e Mariana/Pilar Lòpez de Ayala. Peccato per il finale che rovina un ottimo lavoro.

Roberta D’Amico

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