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Matrimoni e altri disastri – Recensione

La vita di coppia e il matrimonio visti sotto la lente della regista Nina Di Majo

Regia: Nina Di Majo – Cast: Fabio Volo, Margherita Buy, Luciana Littizzetto, Francesca Inaudi, Marisa Berenson, Mohammed Bakri, Massimo De Francovich, Italo Dall’Orto, Gianna Giachetti, Elisabetta Piccolomini, Stefano Abbati, Jarkko Pajunen, Antonio Petrocelli, Sergio Forconi, Laura Pestellini, Mehmet Gunsur, Danilo Nigrelli, Nicoletta Boris, Lorenzo Caponetto – Genere: Commedia, colore, 102 minuti – Produzione: Italia, 2010 – Distribuzione: 01 Distribution – Data di uscita: 23 aprile 2010.

matrimoni-e-altri-disastriIl nuovo film di Nina Di Majo “Matrimoni e altri disastri” è una commedia apparentemente semplice, che riesce a divertire non con le gag o i siparietti comici, spesso avulsi dalla narrazione principale, alla quale ci hanno abituato ultimamente le commedie italiane, bensì grazie ad una sceneggiatura che privilegia la creazione di situazioni che scatenano in modo naturale la risata.

Il fulcro della narrazione è Nanà, il personaggio interpretato da Margherita Buy, donna single con un passato sentimentale al quale non vuol pensare, che si sente soddisfatta della sua solitudine e del suo lavoro in libreria. Il matrimonio di sua sorella Beatrice, una brava Francesca Inaudi, è lo spunto per raccontare l’universo umano che circonda Nanà, le vicissitudini sentimentali e le esperienze di vita.

La pellicola mostra con particolare leggerezza, mai sopra le righe, mai con volgarità, la quotidianità sentimentale dei nostri giorni, il modificarsi delle dinamiche familiari e di coppia, la paura della solitudine. La Di Maio ha il merito di aver affrontato il tema del “matrimonio e degli altri disastri”, con spirito e realismo, in alcuni momenti con un pizzico di sarcasmo, senza esprimere giudizi, limitandosi a mostrare uno spaccato sociale verosimile di una famiglia medio borghese dei nostri giorni.

Fabio Volo mostra meglio che in altre realizzazioni il suo talento recitativo, impersonando Alessandro, un po’ cafone, un po’ spaccone, decisamente poco colto e politicamente scorretto, ma in finale molto più schietto ed onesto di tanti altri, l’unico forse veramente trasparente.

L’ambientazione toscana della pellicola è un valore aggiunto che viene esaltato dall’ottima fotografia. Le campagne, i vigneti, gli scorci di una Firenze più che mai affascinante, aumentano la godibilità della visione. In un panorama cinematografico italiano che per anni ha solo saputo far piangere lo spettatore, e sente ora l’esigenza di un ritorno, forse troppo massiccio, alla commedia, il film della Di Maio trova la strada della mediazione, divertire senza banalizzare.

Maria Grazia Bosu

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