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Macchine mortali (2018)

Recensione

Macchine Mortali – Recensione: il film steampunk di cui tutti sentivamo il bisogno

Macchine Mortali Londra

Ah, lo Steampunk: un mondo meraviglioso, dalle infinite risorse, che non è mai riuscito davvero a decollare sul grande schermo. Ne abbiamo visto qualche accenno nelle opere di Miyazaki e in film come “Hellboy” (2004), “Stardust” (2007) e “Franklyn” (2008); un paio di pellicole hanno tentato di proporlo come ambientazione, ad esempio “Sky Captain and the World of Tomorrow” (2004) e il più recente “Miss Peregrine” (2016), ma solo con “Mad Max: Fury Road” si era ottenuto un mondo steampunk a 360° gradi.
“Macchine Mortali” ha puntato ad ottenere di più: più dettaglio, più ricerca, più varietà. In una parola, più steampunk.

“Macchine Mortali” potrà dunque avere tanti difetti, ma di certo l’ambientazione non è tra questi: scenografie, costumi, il design dei mezzi di trasporto, armi e oggetti vari, tutto è un assoluto piacere per gli occhi. Tralasciando gli effetti speciali che, realizzati dalla Weta Digital, non possono che essere grandiosi e stupefacenti, è proprio a livello di design che il film è eccezionale e caratteristico: non a caso la prima mezz’ora, in cui si viene a conoscenza del mondo in cui si muoverà la storia, è la parte migliore del film.

Macchine Mortali: un futuro distopico, ma ironico

Macchine Mortali Peter Jackson

Le grandi città mobili che si aggirano su enormi cingoli per le desolate lande europee sono una delle cose più belle che si sia vista sul grande schermo negli ultimi anni, e l’esordiente regista Christian Rivers dà il meglio di sè nelle inquadrature e movimenti di camera dedicati a mostrarle. Per fare spazio alla trama del film si è purtroppo scelto di non realizzare un tour completo della splendida (ed enorme) città di Londra, ma per questo confidiamo negli extra dei dvd.

È affascinante seguire una storia in cui il nostro presente è il loro passato, e non in maniera vagamente sottintesa, ma dichiarata. Le migliori chicche del film sono infatti i riferimenti alla nostra attuale cultura, di cui ciò che più tutti bramano e ricordano è la capacità distruttiva delle armi. Sicuramente un argomento su cui riflettere, anche se il film non vuole affatto insistere su tematiche politico-sociali e preferisce concentrarsi più sul lato fantastico dell’intera vicenda; una scelta, questa, che può piacere o meno, ma che lo aiuta sicuramente a mantenere una coerenza.

Macchine Mortali: due facce della stessa medaglia

Macchine Mortali Hester Shaw

La pellicola scritta e prodotta da Peter Jackson ha sfortunatamente un grosso difetto: il suo impatto cambia drasticamente a seconda della predisposizione dello spettatore. Colui che si siede al cinema in cerca di una trama intricata e intelligente o di un film fantasy che non ricordi in alcun modo altre pellicole del genere, farebbe meglio a cambiare sala; non si può pretendere da una sceneggiatura tratta da un libro per ragazzi che sia di alto livello artistico, con profondi richiami politici e sociologici, così come non si può pensare che capostitipiti del fantasy quali “Il Signore degli Anelli”, “Star Wars”, o del futuro distopico, come “Hunger Games”, non abbiano influenzato tutto ciò che è stato fatto dopo di loro. E sono anche scontati, in un film in cui città mobili su cingoli enormi si aggirano a caccia di prede, i richiami a “Mad Max: Fury Road”, senza che questo renda necessariamente “Macchine Mortali” una ‘scopiazzatura’ delle altre pellicole.

Se invece ci si siede desiderosi di farsi coinvolgere, di scoprire un nuovo mondo, di vivere una bella avventura fantasy sul grande schermo (che non abbondano, bisogna dirlo), se, insomma, ci si pone con positività, e non sempre pronti alla critica e a vedere il plagio in ogni inquadratura, allora le due ore di “Macchine Mortali” volano, ti catturano e ti trasportano lontano dai problemi di tutti i giorni.

Macchine Mortali: l’ennesimo film incompreso?

Macchine Mortali Shrike

La critica ha deciso di stroncarlo, forse perchè il nome “Peter Jackson” è ormai legato ad aspettative talmente grandi che è impossibile soddisfarle. E così “Macchine Mortali” rischia di fare la fine di “Warcraft”, un capolavoro nel suo genere che si è scoperto un flop senza motivazioni valide, mentre il settimo episodio di Star Wars (e già la parola ‘settimo’ dovrebbe far riflettere), un reale plagio spudorato del precedente episodio 4, è stato acclamato come ‘il grande ritorno’. Forse allora il pubblico non è pronto per nuove storie, forse tutto quello che vuole è rivedere sempre gli stessi personaggi che vivono nuove avventure, forse staccarsi dalle grandi saghe che ci hanno fatto sognare da bambini e da ragazzi è diventato troppo difficile.

“Macchine Mortali” riesce comunque, nella sua trama non eccezionale, nella sua sceneggiatura a volte scontata, nelle sue ambientazioni mozzafiato, a portare qualcosa di nuovo sullo schermo (e no, il fatto che ci siano dei mezzi volanti che sparano contro una massiccia città armata non deve necessariamente far gridare al plagio di Star Wars); riesce a far provare empatia per una creatura mezza ghoul e mezza robot, e se non è coinvolgimento questo, allora c’è davvero da chiedersi cosa lo sia.

Valeria Brunori

Trama

  • Titolo originale: Mortal Engines
  • Regia: Christian Rivers
  • Cast: Hugo Weaving, Hera Hilmar, Robert Sheehan, Jihae, Ronan Raftery, Leila George, Patrick Malahide, Stephen Lang, Colin Salmon, Frankie Adams, Joel Tobeck
  • Genere: Fantascienza, colore
  • Durata: 128 minuti
  • Produzione: Nuova Zelanda, USA, 2018
  • Distribuzione: Universal Pictures
  • Data di uscita: 13 dicembre 2018

Macchine mortali locandina definitiva“Macchine mortali” è un film di genere fantascientifico diretto da Christian Rivers e tratto dall’omonimo romanzo per ragazzi dello scrittore e illustratore britannico Philip Reeve, pubblicato nel 2004 in Italia e vincitore di numerosi premi.

L’ambientazione scelta per dar luogo alle vicende narrate è una Londra post apocalittica con caratteristiche steampunk, distrutta da un terribile disastro nucleare riportato alla memoria storica come “La Guerra dei Sessanta Minuti”. Il conflitto ha causato enormi disastri geologici e di conseguenza la terra è continuamente sconvolta da terribili terremoti, eruzioni vulcaniche e altre gravissime calamità naturali.

In questo scenario tetro e difficile, al momento in cui ha inizio la nostra storia, si trova Tom Natsworthy, un adolescente rimasto orfano, occupato come tuttofare nel grande museo di Londra. Molte delle antiche tecnologie degli anni antecedenti il disastro sono oramai andate perdute, per cui è compito degli archeologi cercare di riportarle alla luce.

Macchine mortali: l’inizio di una pericolosa avventura

Un giorno la vita dello studioso di archeologia Thaddeus Valentine è messa in pericolo dall’arrivo di una misteriosa ragazza terribilmente sfigurata e Tom, nel tentativo di salvare Valentine, finisce con lei nei “Territori Esterni”.

Dopo essere riuscito a farsi rivelare il nome della teenager, Tom scopre che Hester era lì per vendicare sua madre, storica e amica di Thaddeus, che l’uomo, nel tentativo di sottrarre una sfera metallica chiamata “Medusa”, aveva ucciso assieme al marito, sfigurandone la figlia riuscita però a fuggire.

I due, spauriti e feriti in mezzo al deserto, vengono raccolti e venduti come schiavi dando inizio ad una incredibile e pericolosissima avventura alla ricerca della verità.

Trailer

Trailer italiano

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