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Leviathan – Recensione

Un cupo ma molto ben realizzato ritratto della disperazione nella Russia attuale

Regia: Andrei Zvyagintsev – Cast: Aleksey Serebryakov, Elena Lyadova, Vladimir Vdovichenkov, Roman Madyanov, Anna Ukolova – Genere: Drammatico, colore, 140 minuti – Distribuzione: Russia, 2014 – Produzione: Academy2 – Data di uscita: 7 maggio 2015.

leviathanKolia vive in un villaggio vicino al Barents Sea, nel nord della Russia e possiede un’officina dove ripara macchine. Il suo negozio è collocato proprio accanto alla casa, dove abita con la sua giovane moglie Lilya e suo figlio Roma, nato da un precedente matrimonio. Il sindaco del villaggio, Vadim Shelevyat, vuole portargli via la sua officina, la sua casa e la sua terra. Prova prima a convincere Kolia a vendere, ma l’uomo non vuole perdere tutto quello che ha, non solo la terra ma anche la bellezza da cui è circondato dal giorno della sua nascita. Così il sindaco Shelevyat inizia ad essere più aggressivo…

Il film si apre con lontane e monumentali vedute della costa nord della Russia, dove enormi rocce scendono in un mare grigio ardesia. Subito dopo la scena si sposta sui gusci di navi abbandonate lungo la riva che più avanti , sarà il luogo dove si vedrà il gigantesco scheletro di una balena arenata, un leviatano che evoca sia il Libro di Giobbe, sia il famoso saggio politico di Thomas Hobbes.

Il regista russo Andrei Zvyagintsev ha creato un capolavoro contemporaneo. La sua opera è cupa ma compassionevole, a brevi tratti comica e molto spesso satirica soprattutto per quanto riguarda la corruzione russa e la Chiesa ortodossa.

Premiato a Cannes e candidato agli Oscar di quest’anno come Miglior Film Straniero, “Leviathan” analizza in particolare la Russia degli ultimi anni. La storia vuole trasmettere un senso di diffusa corruzione politica e criticare le condizioni del Paese sotto Vladimir Putin. È infatti quest’analisi pungente che rende il lungometraggio molto audace. La pellicola mostra un mondo governato da ubriachi, depressi e uomini aggressivi. Kolia, il protagonista, si ritrova involontariamente vittima di uno scherzo del destino. È un uomo povero che ha ciò che gli altri vogliono: una bella moglie e una bella casa. Diventa il bersaglio delle forze contemporanee più pericolose: avvocati intelligenti, politici ricchi, gangster e preti arroganti.

Ma in “Leviathan” c’è anche molto della singolare e allegorica visione artistica del regista Andrey Zvyagintsev. Il riferimento al libro di Giobbe evoca l’intramontabile sofferenza umana e le questioni metafisiche che essa comporta. Il regista rende la sua opera un dramma molto significativo, in particolare con il richiamo al mito e alla Bibbia che procede di pari passo con le idee storiche, filosofiche e politiche attuali.

“Leviathan” è senza dubbio un film potente che sfida gli spettatori a pensare alle ingiustizie del mondo che molto spesso non sono viste ma che nel profondo vengono percepite da tutti lasciando un senso di inquietudine.

Federica Fausto

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