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Le leggi del desiderio – Recensione

Una scontata commedia d’amore diretta da Silvio Muccino

Regia: Silvio Muccino – Cast: Silvio Muccino, Nicole Grimaudo, Maurizio Mattioli, Carla Signoris, Paola Tiziana Cruciani, Luca Ward – Genere: Commedia, colore – Produzione: Italia, 2015 – Distribuzione: Medusa – Data di uscita: 26 febbraio 2015.

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Giovanni Canton è un carismatico life coach di successo che aiuta le persone a realizzare i proprio desideri, che si tratti di amore, di lavoro o di successo, lui può aiutare chiunque. Accettando di partecipare ad un concorso televisivo, il protagonista dovrà scegliere di assistere tre persone, selezionate attraverso un casting, che diventeranno le sue cavie per sei mesi. Giovanni infatti si impegnerà a realizzare ognuno dei desideri dei partecipanti. Ma il rapporto che si andrà a stabilire fra il life coach e il gruppo prescelto stravolgerà ogni aspetto della loro vita, a partire da quella di Canton stesso.

Tra i tre selezionati troviamo un sessantenne disoccupato in cerca di un qualunque lavoro. Interpretato da Maurizio Mattioli. Il personaggio va ad affrontare quello che è oggi un problema ricorrente nella società, soprattutto nel mondo del lavoro: l’essere scartati per l’età. L’attore è indubbiamente di grande talento ed infatti è l’unico che riesce a strappare un sorriso, in un film dove abbondano battute e vicende banali.
La seconda scelta di Muccino è una cinquantenne segretaria in Vaticano, moglie e madre devota con la passione per la scrittura di romanzi soft porn. Si tratta di un improbabilissima Carla Signoris, che rappresenta sì, una donna forte che rompe ogni stereotipo, ma viene osservata in un maniera troppo superficiale e mediocre da sembrare quasi la caricatura di sè stessa.

Infine, l’ultima cavia scelta da Canton è una trentenne editor, amante del suo capo, che è anche lo sponsor del concorso. Nicole Grimaudo non è molto credibile nei panni della perdente sfigata, ruolo visto e rivisto, che persiste forse con l’intenzione di spronare le giovani donne ad accettarsi in tutti i loro pregi e difetti e a non cambiare per nessuno. Sono tutti temi molto belli e motivanti, se appunto non fossero così ricorrenti e quindi molto noiosi.

Silvio Muccino è tornato alla regia dopo quattro anni di inattività e senz’altro sa dirigere e sa come muoversi e lavorare sul set. Pecca moltissimo però per quanto riguarda la sceneggiatura e quindi la scioltezza narrativa. A parte le numerose incoerenze presenti nello script, il regista / attore tende a chiudere forzatamente ogni cosa in un modo retorico e sdolcinato, puntando sulle emozioni positive e sull’amore, tanto da risultare troppo irreale ed esagerato. È da apprezzare in ogni caso l’interesse per un argomento apparentemente ricercato ed esemplare, come l’idea delle maschere adottate dalla gente comune per sopravvivere oggigiorno e di come riuscire a fare uscire il vero io a discapito del giudizio degli altri, ma sconfina nella prevedibilità, limitandosi inoltre ad un’indagine molto spicciola della psicologia dei personaggi scelti.
“Le leggi del desiderio” è quindi una commedia romantica, scontata ma comunque piacevole per chi non ha pretese.

Federica Fausto

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