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Le avventure di Zarafa – Giraffa giramondo – Recensione

La coppia formata da Rémi Benzacon e Jean-Christophe Lie dà vita a un film a cartoni animati, dal sapore antico, che ricorda l’animazione di due grandi come Miyazaki e Disney, capace di commuovere e divertire il pubblico

(Zarafa) Regia: Rémi Bezancon, Jean-Christophe Lie – Cast: Max Renaudin Pratt, Simon Abkarian, Roger Dumas, Vernon Dobtcheff, Ronit Elkabetz – Genere: Animazione, colore, 78 minuti – Produzione: Francia, Belgio, 2012 – Distribuzione: Nexo Digital e Good Films – Data di uscita: 4 aprile 2013.

le-avventure-di-zarafaVi ricordate l’emozione che provavate da bambini quando la sera, prima di rimboccarvi le coperte, la vostra mamma o papà si sedevano di fianco a voi, e vi iniziavano a raccontare una storia magica piena di colori e di personaggi che avrebbe poi animato i vostri sogni?

È esattamente quel ricordo che cercano di risvegliare Jean- Christophe Lie e Remy Bezancon con il lungometraggio animato “Le avventure di Zarafa. Giraffa giramondo”.

La vicenda ruota intorno a un bambino africano Maki che riesce a scappare dalle grinfie di due cattivissimi commercianti di schiavi, grazie all’aiuto di una giraffa che sfortunatamente rimane uccisa nel tentativo di salvarlo. La giraffa non era sola, con lei c’era infatti la sua cuccioletta, Zarafa, e Maki immediatamente decide che il suo compito sarà proprio quello di proteggere la piccola orfana da ogni pericolo.

Già a partire dalla sceneggiatura, ispirata in parte ad un fatto realmente accaduto nel 1826, si sente l’influenza che hanno avuto sui due registi i grandi classici della cinematografia di Walt Disney, di cui si possono rintracciare vari rimandi, a partire proprio dall’uccisione di mamma giraffa che ricorda tanto una scena che ha fatto piangere generazioni di bambini: in quell’occasione a trovare la morte per mano di un crudele cacciatore era però una cerva (“Bambi”).

Oltre al rapporto di amicizia tra uomo e animali, che del film è uno dei pilastri, ad avere particolare importanza è anche il tema del viaggio: dopo varie peripezie infatti i due protagonisti arriveranno a Parigi, viaggiando su una mongolfiera, sopra il Mediterraneo. Complice forse il fatto di non essere stato girato in 3D, i tempi dell’azione si dilungano, e i ritmi sono meno serrati rispetto a pellicole di recente produzione come ad esempio il campione d’incassi “I Croods”. Questa ‘lentezza’ non risulta per una volta come un difetto, bensì come un pregio; grazie al dilungarsi dei tempi viene infatti resa l’idea non solo di un avventura lunga e difficile, ma i registi riescono anche nel loro dichiarato intento di dare alla storia l’atmosfera di una narrazione orale, con i suoi ritmi e le sue pause, che prende vita pian piano nella mente di chi ascolta, trasformandosi in immagini.

“Le avventure di Zarafa. Giraffa giramondo” non è però solo un film di avventura che occhieggia a grandi classici della letteratura per ragazzi come “Giro del mondo in 80 giorni” di Jules Verne; è anche una lezione di storia contemporanea a misura di bambino; si parla infatti di colonialismo, di schiavitù, e di libertà.

Il fatto di voler rendere una pellicola il mezzo tramite cui si cerca allo stesso tempo di educare e divertire il pubblico più giovane è sicuramente lodevole; purtroppo proprio questi rimandi storici, non solo rischiano di non essere capiti dai bambini in tenera età, a cui il cartone animato è chiaramente destinato, ma alla lunga potrebbero rischiare anche di annoiarli.

Nonostante questa pecca “Le avventure di Zarafa. Giraffa giramondo” ha molte delle qualità necessarie per entrare a buon diritto tra le pellicole che i bambini amano vedere e rivedere, e questo soprattutto grazie alla caratterizzazione dei personaggi principali (in primis il beduino Hassan,un incrocio tra Sandokan e Omar Sharif in “Lawrence d’Arabia”), capaci di affascinare ed emozionare il pubblico.

Una buona sceneggiatura, delle belle immagini, personaggi divertenti, e una bella colonna sonora, fanno di “Le avventure di Zarafa. Giraffa giramondo” un lungometraggio animato assolutamente da vedere in compagnia dei più piccini.

Mirta Barisi

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