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Le amiche della sposa – Recensione

Comicità tutta al femminile per “Le amiche della sposa”, grande successo al botteghino americano, in cui Paul Feig, prendendo come espediente narrativo i preparativi di un matrimonio, mette a nudo vizi e virtù delle trentenni americane, sposate e non, servendosi dell’ironia per mostrare ipocrisie, perbenismo, gelosie degne di una scuola d’infanzia

(Bridesmaids) Regia: Paul Feig – Cast: Kristen Wiig, Maya Rudolph, Rose Byrne, Chris O’Dowd, Jon Hamm, Dianne Wiest, Matt Lucas, Ellie Kemper, Melissa McCarthy, Johnny Yong Bosch, Wendi McLendon-Covey, Michael Hitchcock – Genere: Commedia, colore, 125 minuti – Produzione: USA, 2011 – Distribuzione: Universal Pictures – Data di uscita: 19 agosto 2011.

amichesposa“Le amiche della sposa” diverte grazie a una buona sceneggiatura e a un cast di brave interpreti, comiche di professione, famose per le loro incursioni al Saturday Night Live e per i loro ruoli in note serie americane.

La futura sposa è Lillian, la deliziosa Maya Rudolph, protagonista con John Krasinski dell’ultimo film di Sam Mendes, “American Life”, e tutte le vicende ruotano appunto attorno ai preparativi del suo matrimonio. La ragazza chiede alla sua amica di sempre, Annie, trentenne irrisolta, i cui panni sono vestiti da Kristen Wiig, che assieme a Annie Mumolo è anche sceneggiatrice della pellicola, di farle da damigella d’onore, e sarà proprio questa decisione a minare il rapporto tra le due, grazie anche alle nuove amiche benestanti e snob di Lillian, che non fanno nulla per mettere Annie a proprio agio.

Così, in un vortice irrefrenabile di disastrosi ed esilaranti imprevisti il matrimonio si avvicina e le tensioni tra le donne crescono.

Oltre alle femminucce, nel film è rappresentato anche il sesso forte, da due figure diametralmente opposte, quella del latin lover che frequenta Annie, prototipo dell’uomo superficiale ed egoista, progettato per rapporti-non rapporti, e l’agente Rhodes, un ragazzo semplice e affettuoso, di una dolcezza quasi spiazzante, interpretato con grazia da Chris O’Down.

Ovviamente i buoni sentimenti trionfano e il film di Feig, veramente ben costruito, funziona, conquista lo spettatore senza mai cedere alle volgarità o alle gag scontate.

Maria Grazia Bosu

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