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Last Summer – Recensione

Il tentativo di una mamma di riconquistare l’amore del figlio

Regia: Leonardo Guerra Seragnoli – Cast: Rinko Kikuchi, Lucy Griffiths, Yorick van Wageningen, Laura Sofia Bach – Genere: Drammatico, colore – Produzione: USA, 2014 – Distribuzione: Bolero – Data di uscita: 30 ottobre 2014.

LAST SUMMER_a4.inddLeonardo Guerra Seragnoli racconta la storia di una donna di origine giapponese che ha quattro giorni di tempo per riconquistare l’amore del figlio piccolo. Dopo aver perso la custodia del figlio Ken, Naomi ha il permesso dall’ex marito di passare quattro giorni sullo yacht della facoltosa famiglia di lui con il figlio, prima di dirgli addio. Sull’imbarcazione è presente solo l’equipaggio che ha il compito di sorvegliarla.

Nel bellissimo mare pugliese, di fronte a Otranto, osserviamo il tentativo di Naomi, interpretata da Rinko Kikuchi, di riconquistare la fiducia e l’amore del proprio figlio. Un rapporto complicato quello madre-figlio, che nel film di Seragnoli si arricchisce di elementi emotivamente più forti: il senso di colpa, il perdono, l’amore incondizionato. Il regista mostra come l’infinito amore di un genitore per un figlio sia la forza che spinge ogni essere umano, nonostante le difficoltà, nonostante il figlio in questione faccia finta di non ascoltare quando gli si parla; in più assistiamo alla fiducia infinita che un figlio riserva ai propri genitori: non importa ciò che ci hanno fatto, perché il sentimento che si prova nei confronti di una madre e di un padre non si esaurisce mai.

La vicenda di Naomi e di suo figlio Ken mostra la nascita di un rapporto nel momento della sua fine: sono solo quattro i giorni che la donna ha a disposizione per riallacciare il rapporto con il proprio figlio e quando ogni difficoltà viene superata, arriva il momento di dirsi addio.

Il film non presenta alcuna varietà dal punto di vista dell’immagine, in quanto ambientato interamente a bordo di un fantastico yacht in mezzo al mare. Inoltre il ritmo è molto lento, forse troppo, soprattutto a causa dei continui piani sequenza di cui il regista fa largo uso.

La multietnicità del film è riscontrabile immediatamente dallo stesso cast, formato da un’attrice giapponese, uno olandese, un’inglese, una danese e un americano. L’opposizione di culture di diverse è poi accentuato dalla continua contrapposizione della cultura giapponese a quella occidentale, alla quale assistiamo durante tutto il film: emblematica è la volontà di parlare in giapponese da parte di Naomi quando si rivolge al figlio, come se ricordare al piccolo le loro comuni origini potesse riavvicinarlo.

Assolutamente da premiare la performance del piccolo Ken Brady, per la prima volta schermo, che regala delle espressioni veramente emozionanti, spalancando gli enormi occhi nocciola quando è arrabbiato o strizzandoli quando sul viso gli si forma un dolce sorriso.

“Last Summer” è la celebrazione dell’amore di una madre e di un figlio. Il film sarà nelle sale dal 30 ottobre.

 Margherita Mustari

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