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Le streghe son tornate – Recensione

Le streghe son tornate: uomini e streghe fanno scintille a Zugarramurdi

(Las brujas de Zugarramurdi – Witching and BitchingRegia: Álex De la Iglesia – Cast: Javier Botet, Mario Casas, Carmen Maura, Hugo Silva, Carlos Areces, Carolina Bang, Macarena Gómez, Maria Barranco, Terele Pavez, Secun de la Rosa, Pepon Nieto, Enrique Villén, Jaime Ordóñez, Beatriz Urzáiz, Julián Valcárcel-Carbonell – Genere: Commedia, colore, 112 minuti – Produzione: Spagna, 2013 – Distribuzione: Officina Ubu – Data di uscita: 30 Aprile 2015.

le-streghe-son-tornateDopo il super premiato “Ballata dell’odio e dell’amore”, Alex De la Iglesia torna sullo schermo con una pellicola scoppiettante, “Le streghe son tornate”, incentrato su due uomini che travestiti da artisti di strada, decidono di rapinare un negozio di compravendita di oro. Uno dei rapinatori, José, è costretto a portare suo figlio Sergio con sé, perché, essendo divorziato, il martedì è il giorno in cui, secondo gli accordi, deve stare con il figlio. Antonio, il suo complice è disoccupato, schiacciato dal peso della fidanzata in carriera, e senza la macchina.

Gli sprovveduti allora, con il bottino in mano, una borsa con anelli d’oro, fermano al volo un taxi, guidato da Manuel, altra vittima di una situazione coniugale per niente soddisfacente. Formando un’insolita combriccola, decidono di fuggire in Francia, perché José ha promesso al figlio che andranno a vivere a Disneyland. Intanto, la sua ex moglie, non vedendo tornare il piccolo Sergio a casa, chiama la polizia, ma decide comunque di mettersi alla ricerca di padre e figlio da sola, non fidandosi delle autorità. Nel frattempo, i fuggitivi diretti al nord della Spagna incapperanno nelle misandriche streghe di Zugarramurdi.

Il film dell’autore spagnolo è un allegro crescendo adrenalinico di battute, risvolti imprevisti e colpi di scena che suggerisce progressivamente la strada di un horror-comedy con una discreta dose di sensualità. Come il titolo lascia ben intendere, le classiche streghe, con tanto di cappello a punta e calderone, non potevano mancare. La loro è una congiura di sole donne in preparazione di un rituale che possa segnare l’avvento della Grande Madre che adorano. Non è un caso che l’unico uomo che abbiano accettato nella loro congiura sia una sorta di servo strabico e tonto, dalle sembianze di Igor di “Frankenstein Junior”.

Questa commedia orrorifico-sociologica risulta a primo acchitto spassosa. Essa cela al suo interno un risvolto avanguardista che riflette sulla Spagna della crisi sociale ed economica, sul rapporto tra i sessi, sull’orgoglio femminista portato all’estremo e sulle moderne frustrazioni maschili. Aspetti che spesso si tramutano in sentimenti di rancore profondo nei confronti delle donne e in special modo delle ex. Alla sua “ricetta”, visto che siamo in tema di intrugli magici, De la Iglesia aggiunge qualche effetto speciale, facendo balzar fuori un mostro mastodontico, inneggiato da una bolgia di dissennate seguaci, simbolo della Dea madre che si nutre di corpi umani.

Grazie a un cast perfetto composto da Carmen Maura già celebre per “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, nei panni della coriacea nonna-strega, e la valida ventottenne Carolina Bang, dalla bellezza nordica, già vista in “La chispa de la vida”, adatta al ruolo della strega trasgressiva con il cuore tenero, la riuscita della performance attoriale è assicurata. “Le streghe son tornate” nel complesso è un film frizzante, il merito va soprattutto a una sceneggiatura a tratti teatrale che non fa una grinza. Tuttavia nell’ultima mezzora si perde un po’ quel ritmo che ci aveva fatto rimanere fino a quel momento inchiodati alla poltrona.

Giulia Surace

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