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L’arte della fuga (2014)

Recensione

L’arte della fuga – Recensione: un film fatto di piccoli drammi personali

 L'arte della fuga scena film

“L’arte della fuga”, titolo del film del francese Brice Cauvin, potrebbe far pensare alla famosissima e raccolta di componimenti di Johann Sebastian Bach, ma in realtà, molto più semplicemente il regista ha voluto alludere alla capacità dell’essere umano di fuggire dalle responsabilità per la propria felicità.

Nel film “L’arte della fuga”, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore americano Stephen McCaul, il regista si ritrova ad essere coinvolto nella vita disordinata e piena di dubbi dei tre personaggi principali. Egli però non interviene e sceglie di osservare le loro decisioni assumendo una posizione fuori campo.

I tre, infatti, sono alle prese con i loro piccoli drammi personali: apparentemente felici, nascondono sotto la punta dell’iceberg una serie di problemi e insicurezze. Il primo dei fratelli (Laurent Lafitte) convive con il suo fidanzato da anni, ma è da un po’ di tempo che dorme sul pavimento della camera da letto; il secondo (Nicolas Bedos) si è fidanzato ufficialmente con la sua storica fidanzata, ma di nascosto frequenta un’altra ragazza; il terzo (Benjamin Biolay) è stato cacciato di casa dalla moglie che però continua a ritenere il suo unico grande amore.

Sarà per via della rigida esercitazione imposta dal regista prima delle riprese, ma gli attori che interpretano i fratelli sono entrati nei loro ruoli alla perfezione, sembra quasi che la macchina da presa gira intorno alla vita di una vera famiglia, dove il cast è riuscito a trasformare le vicende della storia in qualcosa di proprio.

Più di tutti colpisce la figura di Ariel, interpretata da Agnès Jaoui, una giovane donna di carattere forte e variopinto, che riesce con facilità a sostenere chiunque, ma che a sua volta nasconde un grande bisogno di affetto.

L’arte della fuga: un film fatto di scelte

Con “L’arte della fuga” il regista tocca tutte quelle questioni con cui solitamente si scontrano le persone, superata una certa età. “A 20 anni sai di essere innamorato, ma a 40?” è questa la domanda chiave della storia, posta da uno dei fratelli. Con il sorgere delle responsabilità della vita adulta, tutta la spensieratezza e la sensazione di essere invincibili sparisce, quindi i protagonisti sono spinti a riflettere sulle loro scelte, consapevoli delle conseguenze che esse portano.

E neanche qui il regista interviene, decide di seguire i personaggi passo dopo passo, come se lui stesso stesse aspettando di scoprire quale sarà la loro prossima decisione. Cauvin non prova nemmeno a giustificarli, l’unico suo compito è quello di esporre i fatti davanti allo sguardo inquisitore dello spettatore, che forse, guardando la pellicola riuscirà a trarre un insegnamento dagli errori dei protagonisti.

Marina Kozak

 

Trama

  • Regia: Brice Cauvin
  • Cast: Agnès Jaoui, Laurent Lafitte, Nicolas Bedos, Benjamin Biolay, Marie Christine Barrault, Guy Marchand, Élodie Frégé, Arthur Igual
  • Genere: Drammatico, colore
  • Durata: 100 minuti
  • Produzione: Francia, 2014
  • Distribuzione: Kitchen Film
  • Data di uscita: 31 Maggio 2018

L'arte della fuga (2018)“L’arte della fuga” è una pellicola di Brice Cauvin, tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore americano Stephen McCauley, già campione di incassi in Francia. È un film sull’amore, in cui equivoci, tradimenti e bugie si intrecciano nella ricerca di tre fratelli della strada per essere felici o per sfuggire alle proprie responsabilità.

Protagonisti de “L’arte della fuga” sono, quindi, tre fratelli Antoine, Louis e Gérard. Sono tre uomini confusi, molto legati tra di loro, da un lato insofferenti agli ossessivi genitori, ma allo stesso tempo subordinati ad essi, che rappresentano un modello di coppia che nonostante le difficoltà riesce a resistere nel tempo. I tre fratelli sono in crisi e perennemente alla ricerca di una via di fuga dai loro obblighi e incombenze.

L’arte della fuga: come fuggire dalle proprie responsabilità

Antoine lavora come compilatore di cataloghi per mostre, nel periodo della crisi economica; vive con Adar, suo compagno da dieci anni, col quale parla ormai a malapena e quando esce fuori il discorso di comprare casa, cambia sempre argomento, perchè in realtà sogna di stare con Alexis, suo amore di gioventù. Louis, il fratello minore, spinto dal padre sta per convolare a nozze con Julie, ma quando a Bruxelles, dove lavora, incontra Mathilde se ne innamora perdutamente e inizia una relazione con lei.

Gérard, il fratello maggiore è un uomo disoccupato e testardo, tornato a vivere con i genitori, dopo essere stato lasciato dalla moglie Helen, di cui sogna il ritorno.

“L’arte della fuga” mette in scena lo squilibrio sentimentale dei protagonisti allo sbando nelle loro vite confuse.

L’arte della fuga di Antoine, Louis e Gérard sta proprio in questo: imboccare la strada giusta dando una svolta alla propria vita o continuare a fuggire dalle proprie responsabilità?

Trailer

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