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L’altra donna del re – Recensione

L’antica storia d’amore tra il re Enrico VIII ed Anna Bolena ritorna sul grande schermo carica di moderna passione

(The Other Boleyn Girl) Regia: Justin Chadwick. Cast: Natalie Portman, Scarlett Johansson, Eric Bana, Kristin Scott Thomas – Genere: Drammatico, colore, 116 minuti – Produzione: USA, 2008, Tuby Films – Distribuzione: Universal Pictures e Columbia Pictures – Data uscita: 24 Aprile 2008.

altradonnadelreTratto dall’omonimo romanzo di Philippa Gregory, “L’altra donna del Re” affronta in maniera moderna una storia antica: il sofferto amore tra Enrico VIII e la sua seconda moglie, Anna Bolena. Il film, come il libro, descrive la corte dei Tudor come il focolare di un doppio intreccio tra Enrico VIII con Anna e la sorella, Maria.

La regia di Justin Chadwick ben sottolinea i giochi di passioni e intrighi dei Tudor, che hanno sconvolto la faccia dell’intera Inghilterra, rompendo con la Chiesa di Roma e proponendo per la prima volta un’erede donna, Elizabeth. Anna (Natalie Portman) e Maria (Scarlett Johansson), sono due sorelle vittime della sfrenata sete di potere e ambizione del padre e delle zio, che hanno come bersaglio il Re di’Inghilterra (Eric Bana), ormai ridotto ad una condizione matrimoniale estremamente precaria e insoddisfacente. Le due splendide ragazze vengono improvvisamente lanciate a corte, ad incarnare uno stile di vita troppo lontano da loro, troppo sofisticato rispetto all’adagiata vita dei campi. Questo cambiamento alimenterà forti sentimenti di contrasto tra le due, che, guidate dall’unica ambizione paterna di soddisfare il Re, “giocheranno” coi sentimenti fino a distruggersi.

Tutto il film è pervaso da una profonda dicotomia tra il ruolo di “uomo” e la capacità di esserlo, che testimonia quanto la vita di corte sia stata apparenza e falsità. La Portman interpreta un personaggio particolarmente caleidoscopico. Una ragazza ambiziosa, forte, determinata, calcolatrice e anche arrogante, che si scontra con la sua parte più intima governata da forti passioni, irrefrenabili azioni dettate dall’impulsività e da una profonda fragilità umana. A prendere le distanze da questa essenza instabile e pericolosamente emotiva c’è Maria. Esperta in film di costume la Johansson, nei panni di Maria appare come una stupenda ragazza semplice, non sofisticata, di una bellezza travolgente e passionale che non cade mai nel volgare e nel palesemente esplicito. Una ragazza affidabile, generosa e mite che, sotto un volto timido e arrossato, nasconde una grande forza d’animo e di dialogo. Altra figura dualistica è il Re: personaggio altalenante e profondamente impegnato a risolvere la problematica dell’apparire uomo o incarnarlo appieno. È tanto superbo, maestoso e autorevole quando si “atteggia” a sovrano, quanto debole, caduco e maschio nel trattare col proprio cuore. Eric Bana rappresenta benissimo il suo essere agitato da forti contrasti politici, razionali ma soprattutto emotivi che lo condurranno a stravolgere l’Inghilterra soltanto per amore.

Girato prevalentemente in castelli e locazioni inglesi, grazie al meraviglioso lavoro dei costumisti e scenografi il film riproduce attentamente l’epoca, creando l’esatta inquadratura entro cui far muovere il talento artistico degli attori. Un’antica storia d’amore che ha sconvolto un paese ritorna sul grande schermo carica di moderna passione.

Jacopo Lubich

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