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La vita è una cosa meravigliosa – Recensione

I fratelli Vanzina dirigono un trio di star come Vincenzo Salemme, Enrico Brignano e Gigi Proietti in una commedia corale su vizi e virtù dell’italiano medio

Regia: Carlo Vanzina – Cast: Vincenzo Salemme, Luisa Ranieri, Enrico Brignano, Luigi Proietti, Nancy Brilli – Genere: Commedia, colore, 103 minuti – Produzione: Italia, 2010 – Distribuzione: Medusa – Data di uscita: 2 aprile 2010.

la-vita-e-una-cosa-meravigliosaQuattro storie incrociate il cui filo conduttore è Cesare (Enrico Brigano), un poliziotto che si occupa di intercettazioni, spiando per lavoro le vite degli altri. Cosparsa di cimici è in particolare la casa di Antonio (Vincenzo Salemme), il presidente del credito romano al quale politici e medici in vista chiedono continuamente fondi neri. Tra questi il proprietario di una clinica privata in cui lavora Claudio (Gigi Proietti), chirurgo sposato con Elena (Nancy Brilli). Coinvolti nell’inchiesta anche Marco (Emanuele Bosi), umile elettricista, la figlia di Antonio (Virginie Marsan) e Laura (Luisa Ranieri), massaggiatrice umile e sognatrice.

L’idea, che rinnova il saldo sodalizio dei fratelli Vanzina, Enrico alla sceneggiatura e Carlo alla regia, si ispira alla pellicola “Le vite degli altri” di Florian Henckel von Donnersmarck ed è mutuata dalle pellicole “La vita è meravigliosa” del regista statunitense Frank Capra e “L’amore è una cosa meravigliosa” di Henry King con William Holden. Nonostante l’uscita in pieno periodo pasquale renda spontanea la denominazione del film come cine-colomba o cine-uovo, utilizzare tale etichetta in questo caso è poco appropriato, così come fuori luogo un accostamento ad altri film “festivi”, che basano la loro comicità su altri presupposti. Questa volta si riflette e si ride in modo piacevole tramite i motivi più classici (lo scambio di ruoli, gli equivoci, la povertà, la fame, la superstizione e il tradimento), usati in maniera onesta e pulita.

Il cast corale, ormai caro alla “commedia nostrana” (Salvatores e Virzì), che si districa tra intrecci ed equivoci paradossali ed esilaranti, costituisce ancora una volta il fondamentale punto di forza. I tre mattatori, Gigi Proietti, Enrico Brignano e Vincenzo Salemme, mettono a servizio della pellicola la loro bravura e le loro doti istrioniche, per lo più teatrali, regalando momenti di comicità semplice e sana, lontana dal volgare. Al centro del mirino è sempre la nostra Italia in un’ironica critica sociale sui suoi vizi ormai incancreniti: donne avvezze ad interventi estetici, figli di papà raccomandati negli studi, intercettazioni, escort, malasanità, prestiti bancari illeciti.

Un quadro poco felice a cui si guarda in maniera comica e disincantata, tramite personaggi che nei loro difetti si rivelano positivi: Claudio e Antonio, uomini onesti e buoni, sentono il peso di un meccanismo al quale non possono opporsi. Anche se la pellicola tenta di trasmettere un certo senso di ottimismo per il futuro, le vicende raccontate sembrano scadere in retorica ed eccessivo buonismo che allontana dalla realtà.

A completare il quadro il ritratto di una società divisa in classi sociali, il tema dell’immigrazione e dell’integrazione e l’aleggiare di riferimenti politici onnipresenti. Accanto alla sublime interpretazione della generazione dei grandi, la consistente partecipazione degli attori Rodolfo Laganà e Maurizio Mattioli, e tre giovani, astri nascenti del cinema italiano: il volto tipicamente cinematografico di Emanuele Bosi (“Questo piccolo grande amore”), l’attrice esordiente di origine francese, Virginie Marsan, e Carlo Fabiano nei panni del figlio di Proietti, ruolo di grande responsabilità. Insomma, una commedia popolare che affronta tematiche importanti con divertimento.

Elisa Cuozzo

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