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La vida y nada más

Recensione

La vida y nada más – Recensione: un film neorealista sull’America degli ultimi

La vida y nada más film

Andrew (Andrew Bleechington) è un adolescente di colore che vive con la madre single e la sorellina nei sobborghi di Tallahassee, capitale dello stato americano della Florida. Il padre è in carcere e non ha alcun contatto con lui se non epistolare. Il suo passaggio verso l’età adulta sarà ostacolato da mille difficoltà, non ultimo l’incontro con il padre.

La vida y nada más: il regista Antonio Mèndez Esparza dirige un film rigoroso dall’andamento lento

Non è un film facile “La vida y nada más” presentato in Selezione ufficiale della Festa del Cinema di Roma 2017; risente nel bene e nel male dell’approccio neorealista del giovane cineasta spagnolo ma americano d’adozione. La sua scelta di non utilizzare attori con esperienza rende la sua opera quasi documentaristica. Le vite dell’adolescente difficile e della sua vulcanica madre Regina/Regina Williams sono narrate senza orpelli.

Lo spettatore sembra quasi entrare nel caos che è la loro casa e la loro vita. La narrazione procede lenta e questo aiuta a capire il quotidiano di gente vera che cerca di restare a galla in un paese come gli Usa, abitato da stranieri che si sentono sempre tali.

La vida y nada más: un’opera di non facile lettura che presenta troppi spunti

Ci sono tante buone idee dietro il secondo film di Esparza, “La vida y nada más”. Il suo approccio minimale dal punto di vista visivo fa da sfondo a una storia fondamentalmente semplice. Il suo teorema è che Andrew, con un padre assente e un background difficile, è destinato a perdersi. Ed è quello che succede alla fine nonostante gli sforzi di Regina, sua madre. Anche con lei, così forte e volitiva, il destino non sarà generoso.

Una storia così dovrebbe arrivare dritta al cuore dello spettatore ma finisce per perdersi in mille rivoli, non ultimo l’accenno quasi impercettibile allo scontro Trump/Clinton proprio in quello stato che ha fatto trionfare il Tycoon.

“La vida y nada más” è, alla fine, nonostante le intenzioni del regista un film freddo, dove l’unica nota calda è la personalità della protagonista. Il suo incontro con Robert che sembra salvarla da una vita monotona è narrato con tanta superficialità, che si scontra con tutto il resto del plot che si prende molto sul serio. Il regista voleva fare probabilmente un film di denuncia sociale ma il troppo rigore gli ha giocato contro.

Tra gli interpreti spicca come un diamante grezzo Regina Williams, che nella vita vera per sbarcare il lunario fa la cameriera proprio come il suo personaggio. È lei la forza e l’anima di un’opera sul coraggio delle donne.

Giulia Sessich

Trama

  • Titolo originale: Life & Nothing More
  • Regia: Antonio Méndez Esparza
  • Cast: Regina Williams, Andrew Bleechington, Robert Williams, Ry’nesia Chambers
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 114 minuti
  • Produzione: Spagna, USA, 2017

La vida y nada más loc“La vida y nada más” è un film diretto da Antonio Méndez Esparza, incentrato sulla storia di Andrew che, tra mille difficoltà, sta vivendo il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Ragazzo afroamericano, Andrew fatica a trovare una collocazione in un’America multietnica che, tuttavia, non lascia molte possibilità agli stranieri che decidono di viverci.

Lui e la madre cercano in ogni modo di mettere ordine alla loro caotica esistenza, ma i loro sforzi sono messi a rischio nel momento in cui Andrew si troverà di fronte a un bivio, dopo essere entrato in contatto con il padre, con il quale ha da sempre avuto un rapporto epistolare, a causa della sua reclusione.

La vida y nada más: un film realista per un regista spagnolo, ma americano di adozione

Pur essendo nato a Madrid, Antonio Méndez Esparza ha vissuto molto tempo – oltre che nella propria città – a New York e in Messico. Il suo cinema si contraddistingue per l’importanza data alla personalità dei personaggi, inseriti nella loro quotidianità drammatica.

“La vida y nada más”, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2017, è il secondo lungometraggio di finzione del regista, dopo “Qui e là” del 2012.

 

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